Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 4.12.1901, operaio tornitore, comunista. Sposato con Angelina Lorandi, ha una figlia, Domenica, nata nel 1937. Nell’agosto 1924, in seguito all’arresto a Milano di un fiduciario del partito comunista italiano, tramite un biglietto postale urgente del 14.8.1924 la Questura milanese informa quella di Bergamo di aver trovato, tra i documenti sequestrati nell’occasione, gli indirizzi di tre bergamaschi: Giovanni Gatti, residente in via Borgo Palazzo 90 a Bergamo; Battista Pezzotti, residente a Lovere, e appunto Giovanni Combi, che risiede a sua volta a Lovere, in piazza Garibaldi. Combi viene arrestato la sera del 30.4.1925 dai Cc di Lovere perché sospettato di avere lanciato all’ingresso dello stabilimento Franchi Gregorini di Castro (Bg) alcuni manifestini del partito comunista che incitano allo sciopero in occasione del 1° maggio. Per lo stesso fatto viene sospettato anche Gaetano Gambini. Il 4.5.1929 emigra in Francia trasferendosi ad Argenteuil (dipartimento Val-d’Oise, regione Île-de-France). Nel giugno e nel dicembre 1937 al podestà di Lovere giungono da Parigi due lettere anonime, che contengono notizie su alcuni italiani residenti nei dintorni di Parigi, soprattutto ad Argenteuil, originari o già residenti a Lovere e a Castro che, insieme ad altri dell’adiacente territorio bresciano, vengono segnalati come antifascisti. Nelle due lettere, oltre a quello di Giovanni Combi, i nominativi indicati sono quelli di Tobia Zilioli (di Ernesto e Lucrezia Soldati, n. a Vobarno, Bs, il 22.2.1902, operaio metallurgico, residente a Lovere, emigrato ad Argenteuil nel 1929); Benedetto Benaglio, Mario Giovanni Morotti, Ottavio Vezzoli (ACS, Cpc, b. 5393, fasc. 130132, 1937-1943, nato nel 1889 a Adro, Bs, operaio, emigrato nel 1929 da Lovere con tutta la famiglia), Giovanni De Pari (di Stefano e Giuseppina Luna, n. a Lovere il 15.10.1901), Bernardina (Dina) Combi, sorella di Giovanni (nata a Lovere il 15.4.1915), che nel 1936 si reca per due mesi in visita al fratello in Francia. Il nome di Combi viene inserito in RF dal 3.1.1938. Rientrato in Italia il 6.10.1940, il 17.12.1940 la XII Delegazione Interprovinciale di Milano del Sottosegretariato di Stato per le Fabbricazioni di Guerra, sotto la cui giurisdizione si trova la società anonima Ilva che ha assunto Combi alle proprie dipendenze, si rivolge alla Questura di Bergamo sull’opportunità di mantenere Combi al proprio posto di lavoro o licenziarlo. Il 9.1.1941 la Questura di Bergamo risponde che Combi è occupato in un reparto di secondaria importanza e non è ritenuto pericoloso, in grado cioè di effettuare sabotaggi, si dichiarandosi pertanto favorevole al mantenimento di Combi al suo posto. Il 15.2.1941 da Roma il Sottosegretariato scrive una lettera riservata su Combi all’ufficio di Gabinetto della Prefettura di Bergamo, comunicando che “le informazioni pervenutemi dalla R. Questura e dal Gruppo Interno dei CC.RR. di Bergamo, concordano nell’esprimersi favorevolmente perché il Combi sia mantenuto in servizio presso l’ILVA. Il Federale di Bergamo, per contro, ha espresso parere favorevole al licenziamento. Prima di decidere sull’opportunità o meno dell’operaio suddetto di rimanere al proprio posto di lavoro, sarei grato se codesta R. Prefettura volesse compiacersi farmi conoscere il proprio parere al riguardo”. Il 3.3.1941 la Prefettura di Bergamo esprime parere favorevole al mantenimento in servizio di Combi, il cui nome viene revocato dalla RF il 17.10.1941 “per cessati motivi”. Cpc, b. 1426, 1937-1940. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)