Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Spinone dei Castelli (Bg) il 4.2.1876, muratore e poi operaio nel Cotonificio Valle Seriana, comunista. La sua scheda biografica viene aperta a partire dal 6.12.1925.Ha compiuto la terza elementare ed è stato riformato dal servizio militare per cataratta agli occhi. Sposato con Giovanna Peracchi, casalinga, dalla quale ha due figli: Luigi Gustavo e Carolina. Nel 1907 emigra in America, dove entra a far parte della loggia massonica “Figli d’Italia”, con sede centrale a Filadelfia, rimanendovi tre anni e rivestendo anche la carica di segretario di corrispondenza. Rientrato in Italia nel 1920, dal 1923 circa è segretario della sezione di Gazzaniga della Fiot - Federazione Italiana Operai Tessili. E' lo stesso Bidasio ad aver nominato il Consiglio Direttivo della sezione: revisori dei conti, Mario Pensa e Giovanni Porcellana; cassiere, Giovanni Maria Zambaiti; collettori, Battista Pavoni e Agostino Perrotta.Le riunioni del Consiglio Direttivo si tengono sempre in casa di Bidasio, il quale è in corrispondenza epistolare con la Cdl di Bergamo e con la Fiot di Milano, da cui dipende. La sezione però si scioglie nel giugno 1925 per la mancata iscrizione e sottoscrizione della relativa quota da parte degli aderenti, buona parte dei quali confluiscono nella Federazione Sindacale Fascista. Abbonato a l’ «Unità», all’indirizzo della figlia Carolina riceve stampa clandestina, che diffonde facendo propaganda tra i compagni di lavoro. Nel novembre 1925 viene denunciato all'autorità giudiziaria perché i Cc, nel corso di una perquisizione della sua abitazione a Gazzaniga in via Vittorio Veneto, rinvengono “8 manifestini stampati alla macchia; n. 16 opuscoli 'Guido Miglioli e la internazionale contadina', n. 58 tessere della Cdl di Bergamo in bianco, e n. 92 tessere intestate; n. 3 libretti bolli per eseguito pagamento, un Registro generale nominativo degli associati; n. 2 copia a stampa Regolamenti per il concordato di lavoro cotoniero nazionale del 25.10.1924". In un foglio scritto a matita sono presenti i nomi dei componenti della commissione interna di fabbrica (Battista Pavoni, Angelo Bonaldi, Agostino Pirola) e quelli dell’esecutivo del Cotonificio Val Seriana. Interrogato in proposito, Bidasio dichiara di aver ricevuto un mese prima 500 manifestini del Pci e di averne gettati parte nel fuoco, parte distribuiti a conoscenti, ma non rivela da chi li abbia avuti. I Cc lo denunciano all’autorità giudiziaria. Per questi fatti, il 23.4.1926 viene condannato dal pretore di Clusone a 3 mesi di reclusione e a 1000 lire di multa, col beneficio della condizionale per 5 anni, per aver diffuso stampa antifascista, in base agli articoli 126 e 247 del Codice Penale. Nel 1928 risiede a Gazzaniga e lavora nel Cotonificio Valle Seriana. Il 23.2.1927 viene assolto dal Tribunale di Bergamo per insufficienza di prove per il reato di lesioni volontarie. Nel 1929 risiede a Fiorano al Serio (Bg) e di lui i Cc scrivono che mantiene buona condotta pur conservando le sue idee sovversive. Dall'8.9.1930 suo figlio Luigi Gustavo risiede a Montpellier (Francia). Nel 1934 Bidasio chiede l’iscrizione al Pnf, che viene rifiutata per i suoi precedenti. Negli anni successivi si disinteressa di politica. Il 21.5.1935 viene denunciato per esercizio abusivo di “arte sanitaria e usurpazione di titoli”, in base agli articoli 348 e 498 del CP. Nel 1936 risulta venditore ambulante di scampoli di tessuti, sembra disinteressato di politica e viene sempre vigilato. Sulla scheda personale i rapporti sul suo conto si susseguono 4 volte all’anno dal 1925 al settembre 1939, ma dalla fine degli anni Venti compare solo la scritta "niente da segnalare". Dal 1938 percepisce una pensione di invalidità e vecchiaia di lire 92,20 mensili. Nel 1940 vive in precarie condizioni economiche, nello stesso anno i Cc riferiscono che mantiene buona condotta e per questo esprimono parere favorevole per la sua radiazione. Una nota del Cpc lo definisce confinato, ma nella documentazione conservata nel fascicolo non si trova traccia della sua eventuale condanna al confino, inoltre il suo nome non compare nell'elenco dei confinati bergamaschi pubblicato in Dal Pont, Carolini 1983, vol.1, e non ne viene fatta menzione nemmeno nella voce a lui dedicata nel terzo dei volumi curati dall' APPIA e dedicati agli antifascisti nel Cpc. (G. Mangini, R. Vittori)