Profilo sintetico riassuntivo
Nato ad Arcene (Bg) il 24.5.1894, sposato con Annunciata Zucchinali e padre di Renza e Luigi. Operaio, capo cellula comunista di Arcene, dove vive in via Torrazzo 2, fa riferimento all’operaio Giovanni Bonomi, capo dell’organizzazione comunista della zona di Treviglio. Il 21.7.1931, infatti, al termine di un’operazione di polizia coordinata dalla Questura di Milano e condotta in collaborazione con l’ufficio politico della Mvsn di Bergamo, vengono arrestati i componenti dell’organizzazione territoriale del Pci della zona di Treviglio a capo della quale figura l’operaio di Treviglio Giovanni Bonomi. Interrogato, Bonomi rivela i nomi dei capo cellula dei vari paesi: per Treviglio, Ambrogio De Ponti; per Arzago, Francesco Lazzarini; per Brignano Gera d’Adda, Giovanni Blini; per Calvenzano, Ernesto Fontana; per Arcene, appunto, Giovanni Colombi. Viene fatto anche il nome di Giovanni Mombrini. Si tratta di operai degli stabilimenti Pirelli. Le perquisizioni domiciliari, effettuate nelle rispettive abitazioni subito dopo l’arresto, non trovano nulla che si riferisca all’organizzazione, perché l’attività organizzativa si svolgeva sul treno tra Treviglio e Milano e viceversa con cui gli operai in questione raggiungevano il posto di lavoro e poi tornavano a casa la sera. Dall’interrogatorio di Bonomi emerge anche il nome di Giuseppe Biscuola (Cpc, b. 644) e Girolamo Mantovani (Cpc, b. 3002), arrestati dalla Questura di Milano, come coloro che hanno incaricato Bonomi come capo-gruppo della zona di Treviglio per l’attività organizzativa e propagandistica, con la periodica distribuzione del giornale «L’Unità» e di altri stampati. Il primo obiettivo della struttura organizzativa era quello di preparare uno sciopero generale in occasione del 1° maggio 1932 tra gli operai degli stabilimenti milanesi. Il 31.8.1931 il questore di Bergamo lo denuncia insieme agli altri al Tribunale Speciale per la difesa dello Stato. Al processo, tuttavia, Colombi, così come Blini e Giovanni Mombrini, è prosciolto dalle accuse per insufficienza di indizi e posto in libertà vigilata il 21.11.1931. In seguito lavora come bracciante. Nell’ottobre 1934 chiede e ottiene l’iscrizione al Pnf di Arcene. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in doppia posa. Radiato nel 1934. (l. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)