Profilo sintetico riassuntivo
Nato il 28.9.1880 a Caravaggio (Bg), dove risiede e dove si sposa il 15.11.1903 con Stefana Grasselli. Nei primi anni venti è assessore nell’amministrazione comunale locale. A Caravaggio è stato anche presidente della cooperativa, poi soppressa, gestita da socialisti e comunisti. In paese istituisce una sorta di ‘guardia rossa’, attiva dal punto di vista propagandistico. In effetti, nelle carte della polizia fascista viene indicato come uno dei principali agitatori nei disordini avvenuti a Caravaggio nel 1919 e 1920. Dal settembre 1922 risiede con la famiglia nella frazione Casolate di Zelobuonpersico (Mi, oggi Lo), dove è gerente di una cooperativa agricola. Il 21.11.1922 viene bastonato dai fascisti, come riferisce la Sotto-prefettura di Lodi alla Sotto-prefettura di Treviglio il 4.4.1923: “Venne fatto segno il 21 novembre scorso a violenze da parte dei fascisti di Caravaggio i quali giunti a Casolate in camion, lo trasportarono a Caravaggio ove lo bastonarono e lo riportarono a Casolate”. Il 4.4.1923 la Sotto-prefettura di Lodi si rivolge a quella di Treviglio informando che Colombo a Casolate è noto come appartenente al partito comunista. Il capitano Salvatore Capozzi, comandante della stazione dei Cc di Treviglio, il 30.11.1926 riferisce al comando di divisione dei Cc di Bergamo che “è stato ed è tuttora un fervente socialista massimalista. Egli resse la carica di assessore del locale comune allorquando l’amministrazione era retta dai socialisti. Fu pure presidente della soppressa Cooperativa social-comunista il cui emblema era la falce e martello ed istituì in paese la guardia rossa della quale era uno dei capi. Egli servì il suo partito reclutando aderenti ed esplicando attiva propaganda deleteria che culminò poi nelle famose giornate rosse di Caravaggio durante le quali squadre di sovversivi armati bloccarono il paese, impedendo agli abitanti la libera uscita se prima non avessero sottoscritto una somma pro-costruzione strade a favore dei soci della cooperativa socialista. Egli, in quell’occasione, fece violare le case delle persone benestanti del paese e carpì con la più bestiale violenza somme e firme pro-strade. É intelligente, poco istruito e di carattere violento. In Caravaggio era da tutti temuto per le continue angherie e soprusi commessi durante l’amministrazione rossa, tanto che fu d’uopo istituire la Sezione del Fascio per arginare l’invadente bolscevismo nella plaga capeggiata dal Colombo. I pochissimi fascisti caravaggesi, guidati dall’on. Ceserani, mettendo in continuo repentaglio la loro vita, in parecchie riprese affrontarono e debellarono le forti associazioni socialiste locali costringendo i capi – fra i quali il Colombo – a fuggire da Caravaggio. Per quanto attualmente si sconosca l’attività politica del proposto, è indubbio che tuttora egli serva il suo partito. Tali motivi, in considerazione del suo passato, rendono il Colombo individuo permanentemente pericoloso agli effetti dell’ordine intero dello Stato, eppertanto questo Comando lo ritiene passibile del confino di polizia per il quale ha l’onore di proporlo. Ignorasi se possegga i mezzi per mantenersi del proprio”. I Cc di Milano il 31.1.1927 informano il Questore di Bergamo che Colombo, che è ancora direttore della Cooperativa Agricola Sindacati Fascisti ‘La Paullese’ di Casolate, “ha abbandonato completamente le sue teorie socialiste e manifesta devozione al regime fascista, dirigendo l’azienda anzidetta con princìpi, scopi e direttive impartite dalle superiori gerarchie fasciste, delle quali si è accattivata fiducia e stima per attività e disciplina”. Nonostante il contenuto della nota informativa appena citata, a Bergamo c’è profonda diffidenza verso Colombo, tanto che, nel riesaminarne la documentazione raccolta nel suo fascicolo, si può notare che sul foglio di rapporto del capitano Capozzi del 30.11.1926, subito dopo la firma, in Questura è stato aggiunto a lapis un commento, anonimo: “Commissione 11.2.27 – Chiedere a Milano se siano stati presi provvedimenti. Nella negativa provvedere”. Il commissario aggiunto di Ps di Treviglio, Mingione, l’11.2.1928 invia alla Questura di Bergamo un rapporto su Colombo, dal quale traspare una marcata diffidenza nei suoi confronti: “per quanto sia riuscito fuori del suo paese a farsi perdonare il suo passato politico non troppo pulito e ad ottenere un icari o importante in una Cooperativa Fascista di Zelobuonpersico (Milano), ove attualmente risiede, continua tuttavia ad esplicare, a mezzo di suoi amici e parenti tuttora domiciliati in Caravaggio, un’attività antifascista ed a suscitare malumori congro i dirigenti del Fascio Caravaggese. Essendo anche, per tale fatto, alquanto compromessa la tranquillità pubblica del suo paese di nascita, e venendomi fatte insistenti pressioni dal Direttorio del Fascio e dal Podestà di Caravaggio perché si ponga un limite all’attività del Colombo, prego la S.V. Ill.ma di compiacersi riesaminare la proposta per un provvedimento di polizia avanzata a carico del Colombo fin dal Novembre 1926 da questa Compagnia CC:RR.: si colpirebbe così un individuo considerato ancora oggi pericoloso all’ordine nazionale e si darebbe la impressione ai fascisti di Caravaggio che i loro giusti desideri sono prontamente appagati dalle autorità governative”. Questo rapporto induce la Questura di Bergamo ad informarne la Prefettura, che a sua volta il 22.2.1928 segnala alla Prefettura di Milano i nomi, oltre che di Colombo, anche di antifascisti caravaggesi che risiedono nel capoluogo lombardo, da dove vengono ritenuti ancora attivi nel contrasto del fascio di Caravaggio e del podestà Tobia Ceserani: Achille Stuani, Enrico Petro', Mario Giovanni Banfi e Francesco Asperti. L’8.3.1928 il prefetto Torselli di Milano assicura di aver fatto diffidare le persone sopra indicate mentre per Colombo “residente a Zelobuonpersico, è stato interessato il Comando Compagnia di Lodi”. Infatti, l'11.3.1928 Colombo viene diffidato nella stazione dei Cc di Paullo (Mi). Morto all’Ospedale Maggiore di Milano il 31.7.1928. Radiato il 4.8.1933. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)