Cicolari Giuseppe Maria, detto Marino

n. busta
32
n. fascicolo
971
Primo estremo
1925
Secondo estremo
1946
Cognome
Cicolari
Nome
Giuseppe
Altri nomi
Maria detto Marino
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1894/12/14
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
tornitore
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Rota Fuori (Bg) il 14.12.1894, tornitore del legno e commerciante di legnami, socialista. Il 3.11.1913 si trasferisce a Cisano (Bg). Nel 1921 si sposa con Elisa Rota Sperti con la quale risiede a Pontida, da cui poi si separa, dalla quale ha una figlia. Il 25.7.1925 il capitano dei Cc Giovanni Danielli segnala alla Questura di Bergamo che Cicolari, oltre a leggere il periodico socialista «La Giustizia», “ha una discreta capacità letteraria e suole anche fare propaganda per il partito distribuendo opuscoli ed altro. Dopo la nota perquisizione in casa del noto sovversivo Panzeri Pietro di Cisano, il Cicolari fu rigorosamente sorvegliato, fu più volte perquisito nella persona ed a domicilio, sempre però, con esito negativo. Fu ovunque seguito e fatto seguire anche di notte, ma dopo tale epoca (Aprile u.s.) egli non diede più motivo di sospetto nella sua attività limitandosi alla lettura del suddetto giornale. Comunque il Cicolari sarà sempre sorvegliato ed all’uopo è stato anche segnato nel registro delle persone pericolose in linea politica anche perché cognato del noto sovversivo Rota Sperti di Pontida”. Nel settembre 1930 Cicolari chiede alla Questura di Bergamo il rilascio del passaporto per la Francia. Dati i suoi precedenti, allo scopo di decidere se concedergli o meno il passaporto, il questore Giovanni Guarducci scrive il 29.9.1930 al segretario federale fascista Luigi Cristini chiedendogli informazioni su Cicolari. Cristini incarica del compito l’ispettore dell’VIII zona del Pnf, il cav. Torri di Calolziocorte, che il 7.10.1930 si reca appositamente a Cisano per indagare su Cicolari. Il giorno dopo, l’8.10.1930, Torri redige un ampio rapporto per Cristini, nel quale Cicolari, benché presentato come un accanito oppositore del fascismo, non viene giudicato come persona pericolosa per il regime, “ma piuttosto un corto di mente”, soprattutto come un dissipatore delle proprie risorse economiche, come “un superbo che crede di essere e non si abbassa a lavorare presso il fratello che in Cisano tiene una piccola officina di torneria”, tanto da voler emigrare all’estero “forse mosso dalla volontà di puffare i diversi creditori”. Torri, tuttavia, riguardo all’opportunità o meno di esprimere un parere favorevole o contrario alla concessione del passaporto, non sa decidersi, dato che l’eventuale espatrio di Cicolari, dal punto di vista fascista avrebbe un risvolto negativo, perché “entrando in Francia nel covo dei rinnegati fuorusciti potrebbe essere nocivo o quanto meno discreditare il nostro Paese perché è individuo che non ci farà onore perché ha poca voglia di lavorare”, ma poi, sempre dal punto di vista fascista, indica anche un risvolto positivo: “per la verità Cisano non avrebbe a male si allontanasse perché il fascio avrebbe un oppositore in meno”. Il giorno dopo, 9.10.1930, Cristini trasmette al questore Guarducci una copia del rapporto di Torri, rimettendo allo stesso questore ogni decisione. Sul foglio della lettera di Cristini, il questore Guarducci annota questo appunto autografo: “Il Cav. Calcaterra anche a nome del Valtellina (fascista della 1a ora) dichiara che non solo non è pericoloso, ma che è giusto mandarlo a guadagnarsi il pane”. Il 20.11.1930 il passaporto viene rilasciato a Cicolari, che dichiara di voler partire in direzione Montauban diretto ad Agen (dipartimento Lot-et-Garonne, regione Nuova Aquitania). Nel 1932 da Bordeaux rientra in Italia, a cura del Consolato italiano, perché indigente. Pochi mesi dopo il rientro si trasferisce a Seriate (Bg). La sua situazione personale è di grave difficoltà. Come riferisce alla Questura il 24.11.1933 il fascista Angelo Testa, console comandante della 14a legione ‘La Garibaldina’ della Mvsn di Bergamo, “la sera del giorno 19 corrente verso le ore 19.30 il predetto è stato visto nei pressi della Stazione Centrale di Bergamo, malvestito e stracciato tanto da indurre in sospetto gli agenti della R. Questura in servizio presso la Stazione, che lo fermarono. Non fu trovato in possesso né di documenti né di denaro. Risulta anche che alcune sere fa la moglie del Cicolari (Rotasperti Elisa) ebbe ad incontrarsi nella pasticceria Cristini (vicino al Ristorante Piemontese) col noto antifascista Rag. Bruni di Bergamo e che alla uscita dal locale erano attesi dal Cicolari. La Rotasperti essendo stata in compagnia del Rag. Bruni deve aver senz’altro dato un incarico al sullodato per il proprio marito, che sapeva in precedenza essere giunto dalla Francia. La predetta è di noti sentimenti antifascisti, ex amante di certo Corna Giovanni, sovversivo, attualmente in Francia dove esercita la professione di capomastro. Le malelingue dicono anche che fosse l’amante di un ex funzionario della locale R. Questura. Si ritiene sia in possesso di un passaporto rilasciato mercé la compiacenza del predetto ex funzionario e pare sia stata all’estero in epoca non precisabile e si dice abbia conoscenze a Tolosa e a Parigi. Dalla sua residenza di Cisano si reca spesso a Bergamo a Milano e a Roma, non si sa però spiegare il perché di questi frequenti viaggi. E’ tuttora in corrispondenza col fratello fuoruscito. Altri due fratelli sono impiegati presso le FF.SS. Furono sovversivi e pare attualmente iscritti al Pnf”. Il 18.12.1933 Cicolari viene ancora segnalato in grave difficoltà dalla Prefettura di Bergamo, che così scrive al Ministero dell’Interno: “attualmente egli, senza casa e senza famiglia, vive in uno stato di assoluta indigenza con i pochi aiuti che gli vengono dai conoscenti; per questo, nel timore che, dati i suoi vecchi principi, egli possa essere spinto ad atti inconsulti o fomentare malcontenti tra i disoccupati, si è provveduto a proporlo, quale ozioso e vagabondo, per il provvedimento dell’ammonizione, che sarà discusso il 21 corrente dalla Commissione Provinciale”. Il 27.12.1933 il Ministero dell’Interno risponde al prefetto rilevando che, nel caso specifico, il provvedimento dell’ammonizione è eccessivo per la non provata pericolosità di Cicolari, indicando invece nella sorveglianza la misura opportuna. Nel biennio 1933 e 1934 risiede a Chiavenna (So), da dove si trasferisce a Bellano (Co). Dal 3.10.1935 al 10.6.1936 lavora a Novate Mezzola (So) per l’impresa Riceputi di Bergamo. Nel luglio 1936 torna a Bellano, dove lavora come autista per la ditta Gerosa, che commercia frutta e verdura. Nel maggio 1937 è ancora a Bellano ma è disoccupato, per questo il 16.5.1937 scrive di suo pugno una lettera al questore di Bergamo, chiedendogli di trovargli un posto di lavoro come autista nell’Africa orientale italiana. Nel marzo 1939 risiede a Mandello del Lario, dove lavora come meccanico presso il vellutificio Redaelli ed è componente della locale sezione dei bersaglieri. Nel settembre 1941 risiede a Bergamo in via Maironi da Ponte e nel giugno 1942 lavora come meccanico, autista e tornitore alle dipendenze di Angelo Cicolari. Il 30.9.1946 il questore di Bergamo dichiara che, sulla base dei documenti conservati nel fascicolo intestato a suo nome, Cicolari risulta antifascista schedato e che dal 1925 al 1942 è stato sottoposto a costante vigilanza dagli organismi di polizia “per i suoi sentimenti ostili al passato regime”. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Cicolari Giuseppe (padre)
Nato nel 1853, tornitore.
Bugada Maria (madre)
Rota Sperti Elisa (moglie)
Nata a Pontida l'1.6.1901.
Luoghi di residenza
Rota Imagna Lombardia Italia frazione Rota Fuori (1894/12/14 - 1913) Cisano Bergamasco Lombardia Italia (1913 - 1921) Pontida Lombardia Italia (1921 - ) Cisano Bergamasco Lombardia Italia ( - 1930) Agen Nuova Aquotania Francia (1930 - 1932) Seriate Lombardia Italia (1932 - 1933) Chiavenna Lombardia Italia (1933 - 1934) Bellano Lombardia Italia (1935 - 1939) Mandello del Lario Lombardia Italia (1939 - 1941) Bergamo Lombardia Italia via Maironi da Ponte (1941 - )
Fatti notevoli
Legge l giornale socialista «La Giustizia» e svoge propaganda a Cisano.
Relaz. con altri soggetti
Panzeri Pietro (socialista)
ASBg, Sovversivi
Rota Sperti Pietro Alberto Carlo (socialista massimalista)
ASBg, Sovversivi
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no