Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Filago (Bg) il 17.2.1919, sovversivo. Insieme ad Antonio Cavagna e Bortolo Innocenti, su un carro trainato da un asino sulla strada provinciale tra San Gervasio e Madone, l’1.8.1938 cantano ubriachi ‘Bandiera rossa’ per un tratto di strada di circa 80 metri. Dopo aver sentito da lontano il canto dei tre il contadino Attilio Carminati, caposquadra della Mvsn di Madone, copre di corsa un tratto di circa 150 metri per poter identificare gli autori del canto. Riconosciuti i tre giovani, Carminati li segnala al segretario del fascio locale e questi ai Cc di Carvico. Sulla base del rapporto dei Cc, il prefetto di Bergamo Giuseppe Toffano il 16.8.1938 invia il rapporto sull’accaduto al Ministero dell’Interno. I tre vengono arrestati nelle loro abitazioni il 19.8.1938 dai Cc di Treviglio (Bg). Lo stesso giorno giunge alla il telegramma di risposta del Ministero dell’Interno, che prescrive: “Pregasi fare trattenere in carcere per un mese dalla data arresto e poi diffidare Cavagna Antonio, Innocenti Bortolo e Ceresoli Luigi”. Dalla caserma a Treviglio il 20.8.1938 i tre vengono tradotti nelle carceri giudiziarie di Bergamo, dove rimangono per il mese prescritto dal Ministero, fino a quando il 18.9.1939 vengono portati in Questura davanti al commissario di Ps Francesco Giongo. Ceresoli si difende dicendo di non aver fatto ciò che gli viene addebitato, dato che il canto di ‘Bandiera rossa’ era stato intonato da Cavagna, mentre lui stesso e Innocenti gli avevano imposto di tacere. Nonostante ciò, data la decisione già presa a Roma un mese prima, viene diffidato insieme agli altri. Dopo questa vicenda gli viene ritirata la tessera G.I.L. Nel fascicolo è conservata anche una lettera scritta dall’avvocato Giuseppe Pezzotta direttamente al questore, nella quale si sottolinea il comportamento di Ceresoli, confermato da una testimone che non è stata ascoltata, e si fa rilevare che, in realtà, c’è la volontà di punire, attraverso il figlio Luigi, il padre Giuseppe Ceresoli. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)