Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Solza (Bg) il 13.12.1899, La sua famiglia si trasferisce da Solza al vicino comune di Medolago (Bg) l’11.11.1901 e in seguito a Bergamo, dove risiede in via Sant' Alessandro 13. Carminati è socialista e in città lavora come fabbro a Porta Nuova. Il 2.3.1925, dal brigadiere Guidolotti e dal vice-brigadiere Calanca, viene segnalato alla Questura di Bergamo come sovversivo e come abbonato alla rivista anarchica «Fede» di Roma. Inoltre, “si accompagna con persone professanti la medesima idea, persone di azione e ritenuto pericoloso in caso di moti”. Per effetto di tale segnalazione, il 2.4.1925 il questore si rivolge alla compagnia dei Cc di Bergamo chiedendo di “vigilarlo sempre e impedirgli di nuocere”. Alle ore 7.30 del 9.6.1925 il vice-brigadiere Guido Mastrangeli e l’appuntato Antonio Tranchin, carabinieri specializzati di servizio alla Questura di Bergamo, procedono ad una “minuziosa perquisizione domiciliare allo scopo di rinvenire manifesti e francobolli per la Commemorazione dell’On. Matteotti dando esito negativo”. Al momento della perquisizione, in casa è presente solo la madre di Carminati. Il 23.5.1927 tre agenti della squadra politica della Questura di Bergamo – la guardia scelta Sante Jacobazzi, il brigadiere Luigi Guidolotti e il vice-brigadiere Tito Calanca - indirizzano al questore una breve nota informativa sul suo conto, dove scrivono che “Carminati non esplica propaganda, e non si accompagna con persone della stessa fede, ma è un fervente oppositore del governo Nazionale e del Fascismo, come il di lui padre e sorella Franca, che quest’ultima il giorno 1° maggio c.a. scrisse sulla lavagna della scuola festiva femminile ‘W Matteotti! A basso Mussolini’. Egli è celibe e convive in famiglia”. Il 20.8.1927 la Commissione Provinciale per il confino di polizia decide di infliggergli la diffida e per questo motivo il giorno dopo, 21.8.1927, la notifica della convocazione in Questura a Bergamo per l’atto di diffida viene consegnato nella sua abitazione, in sua assenza, alla sorella Franca. Il 10.12.1927 il comandante della Squadra Politica della Questura, brigadiere Luigi Guidolotti, compila il modello prestampato in uso in Questura per sintetizzare le informazioni essenziali sui sovversivi e alla voce “In quale partito militava o milita?”, il brigadiere risponde che Carminati “non era iscritto a nessun partito ma aveva tendenze al comunismo, attualmente non appartiene a nessun partito”. Nel maggio 1930 risulta sposato con Giulia Rampinelli (forse: nata il 28.5.1899 a Zanica da Antonio e Rosa Zanini), risiede sempre a Bergamo ma in via Baioni 6, lavora come meccanico e, come annota il 6.5.1930 la guardia scelta Santonocito della Questura di Bergamo, “politicamente tuttora ha tendenze anarchiche, pur non avendo dato da qualche tempo luogo a rimarchi con la sua condotta politica”. Secondo il rapporto stilato il 20.6.1933 dalla guardia scelta Sante Jacobazzi, risiede di nuovo in via Sant'Alessandro 13 a Bergamo, lavora come fabbro presso l’officina Busetti, “non è iscritto al P.N.F., è iscritto al Sindacato metallurgico Fascista da oltre 6 anni. Verso il regime si dimostra indifferente”. Il giorno dopo viene radiato. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)