Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Cividate al Piano (Bg) il 16.11.1886, dove risiede in via Solferino 36, carrettiere e commerciante di cereali, sovversivo, sposato. Ha un figlio, Carlo, nato nel 1911, che nel 1939 è in carcere per scontare 11 anni di prigione, condannato dalla Corte d’Assise di Bergamo il 19.7.1935 per omicidio, e una figlia, Beatrice Margherita, nata nel 1914, sposata con Angelo Maggi, figlio di Bortolo Maggi, a sua volta commerciante di cereali e residente a Cividate al Piano e sodale di Carminati. Dall’1.4.1923 è iscritto al Pnf, ma la tessera gli viene ritirata per ‘infrazione annonaria’ nel 1939. Insieme al fratello Luigi, infatti, appena saputo dell’obbligatorietà dell’ammasso del granturco, danno luogo ad un’azione speculativa, rivolgendosi ad alcuni contadini della provincia di Cremona e inducendoli a sottrarre all’ammasso quote significative di granturco, generando così scarsità di presenza sul mercato e il conseguente innalzamento del prezzo. Per questa operazione i fratelli Carminati hanno la complicità di Bortolo Maggi (di Vincenzo e Antonia Casati, n. il 29.8.1879 e residente a Cividate al Piano), a sua volta commerciante in grano, e di Carlo Capredoni (di Battista) residente ad Azzanello (Cr) e commerciante di cereali, che il 7.9.1939 viene arrestato a Soresina (Cr) con la stessa accusa rivolta ai fratelli Carminati e a Maggi. Il 15.9.1939 la Prefettura di Cremona ne informa il Cpc e la Prefettura di Bergamo: “L’Arma di Soresina il giorno 7 andante, verso le ore 21, sorprese sullo stradale comunale di Genivolta i fratelli Carminati Battista e Luigi, i quali a mezzo di due carri trasportavano sacchi di granoturco di nuova produzione per complessivi quintali 44,20. Fermati e sottoposti ad interrogatorio i predetti fratelli Carminati dichiararono di avere acquistato il granoturco da tale Capredoni Carlo, nativo di Soresina e domiciliato ad Azzanello e soggiunsero essere loro intenzione di rivenderlo in qualche molino della provincia di Bergamo, ove erano diretti. Esperite opportune indagini, è risultato che Capredoni Carlo – sollecitato dai fratelli Carminati, aveva incettato 50 quintali di granoturco di nuova produzione direttamente da alcuni agricoltori dei Comuni di Azzanello e Castelvisconti ad un prezzo di gran lunga superiore a quello fissato per l’ammasso e variante da L. 118 a L. 121 al quintale, rivendendone quintali 44,40 ai predetti Carminati al prezzo di L. 128,50 al quintale. L’Arma rinvenne, poi, nell’abitazione del Capredoni altri 5 sacchi di granturco per complessivi quintali 4,60. Il nominato Capredoni non è unito di licenza per il commercio del granturco e tale attività egli esercita segretamente nei vari centri rurali della provincia inducendo gli agricoltori a sottrarsi all’obbligo dell’ammasso e determinando – oltreché una possibile rarefazione del prodotto sui mercati locali – un sensibile aumento di prezzo. Per stroncare all’inizio questi pericolosi tentativi di sottrarre all’obbligo dell’ammasso, si rende necessario adottare severi provvedimenti di polizia che abbiano il necessario carattere di esemplarità. E pertanto si ritiene opportuno – salvo contrario avviso di codesto Ministero – sottoporre il predetto Capredoni Carlo ai vincoli del confino di polizia. Si resta in proposito, in attesa del benestare di codesto Ministero. Il Capredoni è stato arrestato ed associato nelle locali Carceri in attesa di provvedimenti a suo carico. Egli è immune da precedenti penali; non è iscritto al P.N.F. e verso il regime si dimostra indifferente. La R. Prefettura di Bergamo, cui rimetto copia del verbale dell’Arma e dell’interrogatorio del Capredoni, è pregata di considerare l’opportunità di adottare provvedimenti di polizia a carico dei fratelli Carminati, di cui si gradirà conoscere le informazioni di rito”. L’obiettivo dei fratelli Carminati e di Maggi era quello di vendere il granturco sulla piazza di Bergamo a 140 lire al quintale. Capredoni viene denunciato alla Commissione Provinciale di Cremona per essere sottoposto all’ammonizione. In un primo momento l’ipotesi era quella di condannarlo al confino di polizia per attività antinazionale (dunque, un vero e proprio sovversivo), ma poi viene scelta l’ammonizione, come informa il 2.11.1939 la Questura di Bergamo scrivendo alla locale Prefettura per istruire la pratica relativa ai fratelli Carminati e a Maggi in vista della riunione della Commissione provinciale, “perché si è tenuto conto che la sua attività risale ad epoca anteriore alla pubblicazione del decreto sull’obbligo dell’ammasso del granoturco”. Il 16.10.1939 il capitano dei Cc Mario Badoglio redige un dettagliato rapporto sui due Carminati, inviandolo al comando dei Cc di Bergamo e alla locale Questura. Il 21.10.1939 la Questura di Bergamo inoltra al Ministero dell’Interno una nota informativa sul caso per avere indicazioni sulle sanzioni da infliggere. Il 29.10.1939 il Ministero dell’Interno telegrafa alla Questura di Bergamo indicando l’ammonizione come misura di polizia per i fratelli Carminati e per Bortolo Maggi, a sua volta coinvolto nella vicenda. Per istruire la relativa pratica da sottoporre alla Commissione Provinciale per il confino di polizia di Bergamo, il 2.11.1939 il questore di Bergamo invia un dettagliato rapporto al prefetto, che della Commissione è il presidente. Il 21.11.1939 la Commissione infligge l’ammonizione a due Carminati e a Maggi, perché ritenuti “responsabili di accaparramento di granoturco con sottrazioni all’ammasso, quali individui pericolosi per gli ordinamenti nazionali”. Nel maggio 1943 i Cc di Martinengo esprimono parere favorevole alla radiazione dal novero sei sovversivi “per aver dato sufficienti prove di ravvedimento”. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)