Profilo sintetico riassuntivo
Nato il 3.11.1900 a San Gervasio (Bg), dove risiede in via di Mezzo n. 26, operaio, manovale, socialista. Ha frequentato la scuola fino alla seconda elementare. Emigra in Francia, da dove rientra nel corso del 1925. Lavora a Precotto di Milano nello stabilimento ‘Fibra Vulcanizzata’ e rientra a San Gervasio al sabato. La sera del 20.9.1925, dopo essersi rifiutato di obbedire ad un ordine dei Cc di Capriate, resiste al tentativo di arresto da parte di questi ultimi, spalleggiato in questo dal fratello Bortolo. Al termine della colluttazione, Bortolo riesce a fuggire a Battista Giovanni viene arrestato. I due fratelli vengono deferiti all’autorità giudiziaria per violenza e resistenza ad agenti di Ps nell’esercizio delle loro funzioni. Viene condannato a 5 giorni di carcere per oltraggio, violenza e resistenza ai Cc. Il 3.8.1926 emigra in Francia con regolare passaporto rilasciato dalla Questura di Bergamo. A proposito dei suoi soggiorni in Francia, tuttavia, va detto che nei documenti conservati nel fascicolo viene fatta molta confusione dai diversi soggetti che si interessano di lui, e cioè i Cc di San Gervasio, le Questure di Bergamo e di Milano, la Prefettura di Bergamo: secondo alcuni Caldari sarebbe emigrato clandestinamente in Francia nel 1926, senza più rientrare, ma questa versione è smentita dalle vicende del 1927 e del 1928, che lo vedono attivo a San Gervasio, per di più arrestato e ammonito, come è documentato nel suo fascicolo. Ciò che emerge con chiarezza dalle carte è che il 12.11.1927 i Cc di Bergamo inoltrano un rapporto alla Questura in cui lo propongono la denuncia alla Commissione Provinciale per il confino di polizia di Bergamo per un’ammonizione, e questo perché Caldari “non tenendo più in alcun conto gli ammonimenti dell’Arma e i richiami benevoli dei dirigenti il Fascio locale, ha palesemente mostrato di aver ripreso una vera e propria attività propagandistica. Si vuole che egli sia segretamente inscritto alla locale Sezione comunista di cui sarebbe segretario il fratello Bortolo. La sua condotta, palesemente ostile alle istituzioni e al regime, ha dato più volte luogo a lievi incidenti che non hanno assunto carattere di gravità pel buon senso dei Fascisti del paese, i quali, ora non raccogliendo le sue frasi, ora limitandosi a rimbeccarle ora facendolo richiamare dal segretario del Fascio e dall’Arma, hanno dato in vero prova di pazienza e di amore per l’ordine. Il Caldari però, che ogni volta ha fatto le più larghe promesse, ha dato ormai troppe prove per credere alle sue buone intenzioni e, recentemente, spalleggiando ed aiutando il fratello Bortolo nel noto oltraggio a due Carabinieri, rivelò vieppiù la perversità del suo animo e l’irriducibile sua avversione alle istituzioni”. Il giorno dopo questo rapporto, cioè il 13.11.1927, la tenenza dei Cc di Bergamo invia a sua volta alla Questura un rapporto riservato in cui propone per i 3 fratelli Caldari (Bortolo, Battista e Giovanni) la proposta per l’assegnazione al confino di polizia per il primo e l’ammonizione per gli altri due. In realtà i fratelli in questione sono solo due, perché i Cc non si rendono conto che Battista Giovanni è il nome di una sola persona. Il 20.1.1928 i due fratelli vengono diffidati. Nel corso dello stesso 1928 Battista Giovanni emigra clandestinamente in Francia. Per questo, il 23.7.1930 viene denunciato dai Cc di Capriate San Gervasio e il 28.2.1931 la Pretura e di Bergamo lo condanna a 2000 lire di ammenda. Nell’ottobre 1931 Caldari si rivolge al Consolato italiano di Metz richiedendo la concessione del passaporto. Nel 1934 si sposa in Francia e viene inserito in RF. Il 21.4.1943 il Cpc trasmette alla Prefettura di Bergamo e al Ministero degli Esteri un’informativa del 23.3.1943 proveniente dal Consolato italiano di Metz, che chiede un parere sul rinnovo del passaporto richiesto in quella sede da Caldari, in quel momento residente a Ostwesselstrasse 48 di Malandshofen, nome tedesco assegnato alla località francese di Malancourt-la-Montagne (dipartimento Mosella, regione Grand Est) dal 1940 al 1944 durante l’occupazione nazista e nel 1974 incorporata nella città di Amnéville. Di Caldari viene scritto che “ha professato in passato tendenze social-comuniste, ma non fu mai ritenuto pericoloso”, per questo il Cpc acconsente al rinnovo del passaporto. Nel fascicolo sono conservate due copie di un suo ritratto fotografico. Cpc, b. 945, 1931-1943. (G. Mangini, R. Vittori)