Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bologna il 21.9.1890. Si sposa a Bologna con Giuseppina Capannari l’1.2.1912, della quale poi rimane vedovo e da cui ha avuto un figlio, Gondo, che risiede a Bologna. Fin da giovane manifesta convinzioni anarchiche ed è attivo nelle organizzazioni sindacali dei ferrovieri. Impiegato presso le Fs di Bologna, ha militato anche nel partito comunista, per il quale ha svolto propaganda, è membro del Comitato Centrale esecutivo della Associazione Sindacale Ferrovieri Italiani. Denunciato a Bologna nel 1922 per aver istigato i ferrovieri ad astenersi dal lavoro nella ricorrenza del 1° maggio, viene condannato con sentenza del 5.7.1924 della Corte d’Appello di Bologna a 1000 lire per istigazione a delinquere, ma con sentenza del 22.9.1925 del pretore di Bologna viene assolto per amnistia dall’accusa di abbandono d’ufficio e istigazione a delinquere. Lasciata Bologna alla fine del 1926, per circa un anno è a Firenze e a Parma, dal marzo al maggio 1928 è a Cremona e poi a Mantova come rappresentante della ditta di bilance automatiche Berker, con sede a Milano. Dal 18.7.1929 è a Bergamo come rappresentante delle bilance automatiche Bizerba, con sede a Trento e con ufficio a Bergamo in via Borfuro 8. Nel settembre 1930 chiede alla Questura di Bergamo il rilascio del passaporto per la Francia come commerciante. Il 24.11.1930 lascia l’abitazione di via S. Orsola 13 dell’affittacamere Antonio Milanese per trasferirsi in via Riva Villasanta presso la trattoria Bei Tempi. Il 2.1.1931 gli viene concesso il passaporto per la Francia con la durata di sei mesi. A Parigi forse presenta a Rosselli un memoriale per averne approvazione. Il prefetto di Bologna esegue accertamenti presso i genitori di Giusti che risiedono a Bologna e riesce a sapere che il figlio risiede a Fresnes-les-Rungis (Seine), rue Jean Pierre, chez Monsieur Ferrero (che in realtà, nell’intenzione di Giusti, è ‘M.me Ferraro’) e per questo viene iscritto in RF e nel BR con fotografia. Nel fascicolo sono conservate alcune lettere di Giusti della prima parte del 1931, indirizzate a Bergamo, una del 27.2.1931 indirizzata al signor Tonella (diminutivo di Antonio) Milanesi (a cui fornisce l’indirizzo esatto ma usa uno pseudonimo femminile, ‘M.me Ferraro’), e un’altra a Icilio Bendandi in via Quarenghi. Da quanto scrive Giusti nella lettera indirizzata a Milanesi, questi è creditore di Giusti, il quale conta sull’intermediazione di un conoscente comune, ‘Enea’, per poter saldare il debito. Nella lettera, inoltre, Giusti si scusa del ritardo con cui scrive dopo il viaggio, definito ‘felicissimo’, giustificandosi oltre che con le preoccupazioni di trovare lavoro, che pure non manca, soprattutto “per ragioni di carattere intuitivo, temendo una crisi che però non si constata nella realtà, le autorità francesi non rilasciano carte di soggiorno e respingono tutti gli italiani che cercano lavoro arrivati dopo il 1° gennaio 1930. Comunque però spero che invece l’intervento di amici che ho trovato tutti in ottima salute potrò in un tempo relativamente breve regolarizzare la mia posizione”. L’altra lettera è scritta Icilio Bendandi l’8.4.1931, nella quale Giusti spiega la sua situazione lavorativa, spiega i termini del suo debito con Milanesi, racconta dei tentativi di organizzare anche in Francia una rappresentanza commerciale di macchine utensili prodotte in Italia da aziende diverse, mostrandosi però consapevole della difficoltà di tale progetto. In effetti, nella seconda metà del luglio 1931 Giusti si trasferisce da Parigi a Barcellona e nel settembre 1931 da Barcellona a Madrid, dove trova lavoro come impiegato grazie all’appoggio di un amico influente. Con una nota riservata-urgente del 13.11.1931 n° 88831/93756, il Cpc scrive all’Ambasciata d’Italia a Madrid, al Consolato d’Italia a Barcellona e ai prefetti di Bologna e Bergamo: “Viene confidenzialmente riferito che si sarebbe recentemente trasferito da Barcellona a Madrid il fuoruscito Giusti Lorenzo ex capo stazione, già segretario generale del Sindacato dei Ferrovieri. Il Giusti che avrebbe temporaneamente preso alloggio presso la Pensione Granadina in Calle Mendez Alvaro 12 - entresuelo lettera A, a quanto riferisce l’informatore si sarebbe portato a Madrid per mettersi in contatto col noto Aurelio Natoli e con alcuni elementi spagnuoli, fra cui il deputato socialista Gomez Trifon, capo del Sindacato dei Ferrovieri spagnuoli, che gli avrebbe promesso il suo appoggio. Il Giusti, sempre stando all’informatore, dovrebbe agire sopra elementi politici di Madrid, a fine di ottenere aiuti finanziari e possibilmente un apparecchio, che dovrebbe servire per attuare una incursione aerea in qualche città italiana, a scopo di propaganda antifascista, sul genere del tentativo recentemente fatto da De Bosis. L’organizzazione di detto volo si starebbe compiendo a Barcellona e gli organizzatori conterebbero sull’appoggio di personalità politiche spagnuole. Il Giusti sarebbe in possesso di un passaporto rilasciatogli dalla R. Questura di Bergamo per la durata di sei mesi, già scaduto da molto tempo. Egli sarebbe in diretti rapporti col giornale «Libertà» e figurerebbe come corrispondente dell’«Esilio»”. Dall’1.12.1931, come comunica l’Ambasciata di Madrid, Giusti è stato invitato ad abbandonare l’impiego presso il sindacato ferrovieri, ed essendo in rapporti con la Federazione Internazionale Trasporti di Amsterdam, si è rivolto a questa per avere aiuti e istruzioni, inoltre riceve il giornale «La Tribuna dei Ferrovieri», che si pubblica ad Amsterdam e viene inviato clandestinamente anche in Italia, nascosto nelle copertine di opuscoli e figurini di case di moda. Sempre nel dicembre 1931 risulta abitare a Madrid in Calle Marquéz de Urquijo 27 presso tale A. Barragan. In seguito rientra a Parigi, ma il 4.8.1933 la Prefettura di Bologna informa quella di Bergamo che Giusti ha lasciato Parigi e si è di nuovo trasferito a Madrid “al solito indirizzo di Calle Marquez de Urquijo 27”. Il prefetto di Bologna, Militello, il 17.8.1933 informa il Cpc e il prefetto di Bergamo che “da una lettera revisionata di contenuto famigliare, diretta al soprascritto e spedita da qui dal figlio Gondo, si rileva che il Giusti trovasi attualmente a Madrid, ove si fa indirizzare la corrispondenza collo pseudonimo di Antonio Perez, al noto recapito: Calles Andres Millando 45/3° - Madrid”. In Spagna diviene dirigente del sindacato internazionale dei ferrovieri a contatto con le organizzazioni anarchiche spagnole. Espulso dalla Spagna, ripara a Tolosa, ma dopo la vittoria elettorale delle sinistre in Spagna nel 1936, torna a Barcellona dove svolge un ruolo organizzativo nella CNT - Confederación Nacional del Trabajo e nella locale struttura della FAI – Federación Anarquista Ibérica. Nell’ottobre 1936 il Ministero dell’Interno segnala ai prefetti che Giusti, inserito in RF e BR con fotografia, si è trasferito dalla Francia in Spagna per combattere nelle file del Fronte popolare. In effetti, dopo il colpo di Stato fascista delle truppe franchiste, entra a far parte della colonna ‘Ascaso’ e poi della colonna ‘Durruti’. Nell’aprile 1939 è presente nel campo di Argelès-sur-Mer, dove aderisce al gruppo anarchico ‘Libertà o morte’, e poi a Gurs. Giusti muore a Bologna il 19.1.1962. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia, trasmessa il 17.9.1931 alla Questura di Bergamo da parte della Questura di Genova. L’originale è stato fornito dalla Questura di Bergamo, incollato sul nulla-osta per il passaporto per l’estero rilasciato dal Comune di Bergamo il 9.9.1930 e acquisito il 10.9.1930 dalla Questura di Bergamo. Cpc, b. 2464, 1931-1943, scheda biografica. Secondo il Cpc Giusti è comunista, in realtà è stato comunista per brevissimo tempo, in effetti era anarchico e nel dopoguerra si è iscritto al Partito socialista italiano. Sulla partecipazione di Giusti alla guerra di Spagna e, più in generale, per un approfondimento, si rimanda all’ampia bibliografia contenuta nella sezione ‘Documentazione collegata’, con l’indicazione di testi a stampa e di siti tematici (BFS, Aicvas, Anpi) (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)