Brevi Federico


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n. busta
20
n. fascicolo
602
Primo estremo
1937
Secondo estremo
1943
Cognome
Brevi
Nome
Federico
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1909/05/24
Professione
meccanico
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a San Gallo (Svizzera) il 24.5.1909, domiciliato a Carobbio degli Angeli (Bg), manovale, sovversivo. Celibe, nel 1928 viene condannato per furto. Alla metà degli anni Trenta si trova in Francia per lavoro, da dove rientra per prendere parte alla guerra d’Africa, arruolandosi volontario nella Legione italiani all’estero – Divisione 'Tevere'. Tornato in Italia, disoccupato, nel gennaio 1937 viene denunciato per ricettazione. La domenica sera 21.2.1937, nella cantina vinicola di proprietà del dott. Vincenzo Testa, gestita a Carobbio degli Angeli da Paolo Belotti, Brevi e l'amico manovale Giovanni Battista Bonomelli, ubriachi, dicono: "Ce ne freghiamo della Milizia, dell’Impero, gli abissini trionferanno; se c’è qualcuno della Milizia si faccia avanti, gli taglieremo la testa”. Redarguiti dall’oste Belotti e dal milite fascista Antonio Capitanio, rispondono: “Si ce ne freghiamo dell’imperatore e di chi è a capo dell’Impero”. I due, cacciati dal locale, continuano a imprecare e a bestemmiare. Arrestati dai Cc il il 24.2.1937, Brevi e Bonomelli vengono rinchiusi nel carcere mandamentale di Grumello del Monte (Bg). Nell’interrogatorio Brevi afferma di essere iscritto alla Mvsn e di essere stato volontario di guerra in Africa, nega l’addebito e fornisce una diversa versione dei fatti: i due amici avrebbero cantato la canzone 'Paesanella' e altre canzoni popolari, quando il milite fascista Capitanio li ha rimproverati. Nasce da questo l'alterco, durante il quale i due rimproverano al Capitanio di non essere stato in Africa. Bonomelli, dal canto suo, non ricorda nulla. I due vengono denunciati al Tribunale Speciale per offese al Re e vilipendio alle istituzioni, ma il Tribunale Speciale li rimette in libertà perché il Ministero della Giustizia nega l'autorizzazione a procedere. Dopo un mese di carcerazione preventiva, Brevi e Bonomelli vengono scarcerati e diffidati. Brevi il 13.12.1939 viene condannato a 40 giorni di arresto per contravvenzione della diffida. Il 26.5.1941 subisce un'altra condanna per furto. Nel luglio 1941 ottiene il permesso di recarsi in Germania per lavoro inoltrando la richiesta all'Unione Lavoratori dell'Industria. Dopo aver lavorato oltre due mesi a Linz, per i maltrattamenti subìti dal direttore dei lavori lascia la città e cerca per la seconda volta di rientrare in Italia dirigendosi al Brennero, dove però viene arrestato per aver abbandonato il lavoro. Il 12.1.1942 la polizia tedesca lo consegna alle autorità italiane a Tarvisio. Tradotto a Bergamo e interrogato, il questore lo ritiene meritevole di un provvedimento di polizia per contegno anti-patriottico e indisciplinato, oltre che come monito per gli altri lavoratori italiani all’estero. Con ordinanza del 3.3.1942, "per incomprensione del momento politico", la Commissione Provinciale lo condanna al confino di polizia per un anno a Pisticci (Mt), dove giunge il 3.4.1942. Tuttavia, alcuni mesi dopo, con un telegramma del 10.7.1942 il Ministero degli Interni informa che "Il duce dispone revoca confino inflitto a Brevi Federico fu Serafino. Pregasi disporre rimpatrio". Nel gennaio 1943 i Cc di Grumello del Monte informano la Questura che Brevi è irreperibile e ricercato per un ordine di cattura perché condannato alla pena di un anno di reclusione e a 2.000 lire di multa per truffa. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia e la sua carta d’identità rilasciata dal comune di Carobbio degli Angeli il 7.2.1941. Il 30.4.1946 la direzione provinciale bergamasca dell'Appia - Associazione Perseguitati Politici Italiani Antifascisti scrive alla Questura chiedendo di rilasciare a Brevi "un documento comprovante che fu inviato al confino politico a Pisticci onde poterlo annoverare fra i nostri soci". Cpc, b. 835, 1942-1942. (R. Vittori)
Familiari
Brevi Serafino (padre)
Nato a Carobbio degli Angeli il 21.2.1885.
Travasi Giovanna (madre)
Luoghi di residenza
Carobbio degli Angeli Lombardia Italia
Fatti notevoli
1937/2/21 - 1937/2/21
Il 21.2.1937 insieme a Giovanni Battista Bonomelli, entrambi ubriachi, dice: "Ce ne freghiamo della Milizia, dell’Impero, gli abissini trionferanno. Se c’è qualcuno della Milizia si faccia avanti, gli taglieremo la testa”. Invitati a dare spiegazione di queste frasi, rispondono: "Ce ne freghiamo dell’imperatore e di chi è a capo dell’Impero”.
1942/01/12 - 1942/01/12
In Germania per lavoro dal 1941, viene arrestato dalla polizia tedesca il 12.1.1942 per aver abbandonato il lavoro e viene consegnato alle autorità italiane di Ps a Tarvisio Ud).
Sanzioni subite
diffida (1937 - )
confino politico (1942/03/03 - )
Inviato a Pisticci.
Relaz. con altri soggetti
Bonomelli Giovanni Battista
ASBg, Sovversivi
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
carta d’identità 2 copie di una fotografia da documento identificativo
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 835, Fascicolo
(ACS, C) Archivio centrale dello Stato (Roma), Confino politico
Busta 153, Fascicolo 2416
Riferimenti bibliografici
Antifascisti Cpc 1998, vol. 4
riferimento p. 259