Profilo sintetico riassuntivo
Nata a Ponte Nossa (Bg) l’11.2.1910, residente ad Albino (Bg), operaia filatrice, è tra le principali promotrici dello sciopero presso il cotonificio Honegger di Albino del 22.5.1931 insieme alle sue compagne, proclamato in seguito al licenziamento dell’operaia Angela Noris, dalla Questura ritenuta la vera responsabile dello sciopero. Dopo aver fermato le macchine ed invitato le compagne a fare altrettanto, le operaie promotrici hanno esortato tutte le altre a rimanere nei locali della fabbrica e, al momento dell’irruzione degli agenti di polizia per lo sgombero dello stabilimento, ad esercitare resistenza passiva. Fermata il giorno stesso e portata presso la caserma dei Cc di Albino, Barcella vi viene arrestata e denunciata all’autorità giudiziaria. Il 24.5.1931 il questore Guarducci, nel suo rapporto indirizzato al prefetto, nonché presidente della Commissione Provinciale, il questore denuncia la Barcella insieme ad Angela Elisabetta Moroni, Ida Brugali, Maria Cuter, Egidia Camozzi, Teresa Fogaccia, Maria Belotti, Ida Testa, Angela Noris perché “si misero in evidenza non solo come promotrici dell’astensione dal lavoro e istigatrici alla resistenza passiva, ma altresì mostrandosi tra le più riottose e violente nell’opporsi allo sgombero dello stabilimento ordinato dall’Autorità”. Inoltre, nella parte conclusiva del suo rapporto il questore Guarducci aggiunge un’ulteriore argomentazione a sostegno della denuncia e della richiesta di provvedimenti di polizia contro le operaie arrestate: “La manifestazione avvenuta nel Cotonificio Honegger messa in relazione con le manifestazioni di minore gravità avvenute prima e contemporaneamente in altri opifici di Albino, di Gazzaniga e di Nembro, dimostra l’esistenza di un movimento di carattere sedizioso e che, se non arginato in tempo con provvedimenti di rigore ed esemplari, può dar la sensazione alle masse che esse possano impunemente violare le Leggi”.
Il 31.5.1931 la Commissione provinciale per il confino di polizia di Bergamo condanna Barcella a un anno di confino politico. Lo stesso provvedimento viene adottato per Angela Elisabetta Moroni, Ida Brugali e Maria Cuter. Tuttavia, la dinamica degli avvenimenti e le caratteristiche delle operaie coinvolte non mostrano affatto, come in un promo momento aveva sospettato il questore Guarducci, la presenza di un disegno ‘politico’ alla base della manifestazione operaia, con ciò facendo subito emergere come del tutto fuori luogo la condanna al confino: come riconoscerà lo stesso questore nel giugno 1933 al momento della radiazione di Barcella dall’elenco dei sovversivi, “la denuncia alla Commissione del confino fu consigliata da motivi contingenti, tanto è vero che il provvedimento di polizia venne quasi subito revocato”. Già il 28.5.1931 la condanna viene trasformata: Barcella, insieme a Cuter e Brugali, è condannata al pagamento di 100 lire di multa e 50 lire di ammenda, in base all’articolo 18 della legge del 3.4.1926 sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi, in relazione all’articolo 95 del Regolamento e agli articoli 190 e 434 del Codice Penale, mentre per Brugali, oltre alla condanna pecuniaria, sono aggiunti 10 giorni di carcere, ma già il 15.6.1931 viene liberata con la condizionale. Radiata il 21.6.1933. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in triplice posa realizzata dalla Questura di Bergamo. ACS, Confino Politico, 62 n. 932. (G. Mangini, R. Vittori)