Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Cornalita (Bg) il 5.8.1903, residente a Curdomo frazione Mozzo (Bg), cascina Colombera, contadino piccolo proprietario, socialista. Sposato con Beatrice Bonanni, dalla quale il 10.10.1939 ha il figlio Pietro. Ha due fratelli, a loro volta contadini: Abele , che nel 1931 risulta nell’America del sud, e Basilio, iscritto al Pnf. Ha anche 3 sorelle, di cui 2 maritate ad Azzano San Paolo (Bg) e l’altra a Colognola (Bg). Il 23.11.1928 viene multato di 30 lire per schiamazzi notturni. Il 2.11.1929 viene denunciato per ‘manifestazioni sovversive’, cioè per aver cantato ubriaco ‘Bandiera rossa’ insieme ad altri in un locale pubblico, ma nella circostanza beneficia dell’amnistia concessa l’1.1.1931 in occasione delle nozze del Principe di Piemonte. Tesserato fascista dal 1925 al 1929, quando la tessera gli viene ritirata per la denuncia di cui sopra. Il 4.10.1931 insieme all’amico Rinaldo Bonati, entrambi ubriachi, con pugni e calci picchia il fascista Giuseppe Cattaneo, aiutante di battaglia degli alpini in congedo, perché quest’ultimo, reduce da un’adunata fascista svoltasi a Bergamo, non voleva baciare la sua cravatta rossa. Secondo il testo della denuncia del 13.10.1931 da parte del prefetto di Bergamo al Ministro dell’Interno, al momento dell’aggressione, Mosca e Bonati avrebbero detto al Cattaneo: “Guarda che siamo stanchi, è ora di finirla, ricordati che se ritorna ancora il tempo della bandiera rossa ti facciamo la pelle. Se sei di pura fede nostra devi baciare questo emblema rosso. Quando regnava la bandiera rossa si guadagnava 30 lire al giorno, ora ci fanno morire di fame”. I due aggressori vengono fermati subito dopo da parte di un gruppo di fascisti. Mosca viene denunciato al Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, il quale però lo rinvia alla magistratura ordinaria affidandolo al Tribunale di Bergamo, che il 9.12.1931 lo condanna a 10 mesi di reclusione per “‘manifestazione sovversiva a’ sensi dell’art. 654 del Codice penale e per violenza privata”, col beneficio della sospensione per 5 anni. Il 27.1.1932 viene ammonito dalla Commissione Provinciale per il confino di polizia, in quell’occasione composta dal vice-prefetto Mario Olivieri Caccialupi, dal procuratore del Re Roberto Buonvino, presidente, dal questore Vincenzo Giannitrapani, dal comandante della XIV legione della Mvsn, dal maggiore dei Cc Romano Dalla Chiesa e dal commissario di Ps Guido Masiero, segretario. Il 10.11.1932, in occasione del decennale della marcia su Roma, viene prosciolto dall’ammonizione, ma viene comunque sorvegliato. Nel 1939 chiede il passaporto per potersi recare in Francia a lavorare come boscaiolo, ma la domanda viene respinta. Il 28.3.1941 i Cc di Bergamo, a firma del sottotenente Alessandro Medri, riferiscono alla questura che Mosca “non è iscritto al P.N.F. ma è tesserato nel Dopolavoro della Frazione Mozzo di Curdomo, ha dato prova di ravvedimento partecipando alle carie adunate ed alle manifestazioni patriottiche e pertanto si ritiene opportuna la sua radiazione dallo schedario dei sovversivi”. Radiato nel 1941. Nel fascicolo sono conservate due sue fotografie. Scheda biografica dall’1.3.1932. Cpc, b. 3434, 1931-1941, scheda biografica. (G. Mangini, R. Vittori)