Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Caravaggio (Bg) il 1.8.1890, cameriere, socialista massimalista poi comunista, segretario della Federazione Lavoratori Albergo e Mensa. Sposato con Irma Bernini, ha 2 figli (Elvira, n. 4.10.1924; Paolo, n. 7.6.1935). Dal 3.7.1912 è residente a Milano in via Perugino 15. Nel maggio 1913 viene nominato membro onorario della Commissione Esecutiva della CdL di Milano. In seguito alle elezioni interne del 22.12.1913 viene nominato membro del Comitato Direttivo della sezione milanese del Psi. Rimane in tale carica fino al maggio 1916, quando viene chiamato alle armi. Partecipa alla prima guerra mondiale incorporato nel 41° Reggimento Fanteria di stanza a Genova, inviato in distacco a Cairo Montenotte (Sv). Viene congedato il 15.7.1919. Tornato a Milano, è attivissimo nelle lotte dei lavoratori d’albergo e mensa che, verso la fine del 1920, danno luogo ad uno sciopero di 53 giorni. In un comizio tenuto presso la CdL di Milano propone per i disoccupati il metodo dell’azione diretta seguito dalla sua categoria. Nel febbraio 1921 viene nominato segretario della Federazione Lavoratori Alberghi e Mense. In seguito alla scissione del congresso socialista di Livorno del gennaio 1921, entra nel Pcd’i. Collabora ai giornali milanesi «Lavoratori Albergo e Mensa» e «Sindacato Rosso». Con il bordighista e avvocato cremonese Rosolino Ferragni (4.11.1896-1973), segretario del Pcd’i a Milano e componente dell’Ufficio Giuridico del Pcd’i, nel corso del 1924 collabora alla raccolta di fondi tra i lavoratori albergo e mense per il Soccorso Rosso a favore delle vittime politiche. La sua scheda biografica viene compilata dalla Prefettura di Milano a partire dal 13.11.1924. Nel 1925 Nicola scrive qualche articolo su «L’Unità» firmando con lo pseudonimo “Angu”. L’8.7.1926 viene fermato in una via periferica di Padova insieme ad altri 7 comunisti e riportato d’autorità a Milano. Interrogato sulla sua presenza a Padova, si giustifica dicendo di essersi incontrato con altri aderenti alla Filam – Federazione Italiana Lavoratori Alberghi e Mense. Il 19.4.1927 la Questura di Bologna lo denuncia al Tribunale Speciale, che il 4.6.1928, sotto la presidenza del generale Alessandro Saporiti e con l’avvocato Giacomo Buccafurri come relatore, con la sentenza n° 54 lo condanna a 15 anni, 4 mesi e 3 anni di vigilanza speciale per insurrezione contro i poteri dello Stato e confinato nella colonia di Alghero, per poi passare a Civitavecchia, Spoleto, Padova, Fossano, per cospirazione, incitamento alla guerra civile, incitamento all’insurrezione e al mutamento violento della Costituzione e della forma di Governo, incitamento per mezzo della stampa all’odio di classe ed alla disobbedienza delle leggi, incitamento ai militari di disobbedire alle leggi e offese al Capo del Governo. Da quest’ultima accusa il 1.3.1930 il giudice istruttore del Tribunale di Sassari lo assolve per insufficienza di prove. Presenta domanda di grazia nel novembre 1930. In seguito ad amnistia, il 25.7.1934 viene scarcerato in regime di libertà vigilata. Tornato a Milano, fatica a trovare lavoro per la sua condizione di vigilato, pertanto nell’aprile 1936 espatria clandestinamente attraverso il confine svizzero e, dopo aver raggiunto Basilea, entra in territorio francese recandosi a Parigi, dove lavora come cameriere presso la cooperativa popolare ‘Famille Nouvelle’ e dove, in seguito, lo raggiungono la moglie e i due figli, che partono da Milano il 29.6.1936. Nello stesso anno viene iscritto in RF. Ha una sorella, Raffaela Nicola sposata Maggioni, che vive a Milano in piazza Sant’Agostino 4. Partecipa alle manifestazioni di massa del fronte popolare francese. A Parigi conosce Silvio Schettini, presidente dell’Associazione franco-italiana degli ex-combattenti; Romano Cocchi, segretario dell’Unione Popolare Italiana; il comunista Garlandi, pseudonimo di Ruggero Grieco; l’ex-deputato comunista Gennari; il comunista livornese Athos Lisa; Pietro Nenni. Nel corso del 1937 diviene vice-presidente dell’Associazione franco-italiana ex combattenti antifascisti, sorta dal gennaio 1935, per conto della quale assiste gli emigrati politici e gli ex-combattenti, agevolandoli nelle pratiche lavorative e cercando di tenerli uniti come italiani all’estero, per contrasto ideologico e organizzativo con le associazioni fasciste. Nel corso del 1938 scrive articoli su «La voce degli italiani» (che inizia le sue pubblicazioni nel luglio 1937) e si occupa della raccolta di fondi a favore delle famiglie dei volontari antifranchisti in Spagna. Il 15.6.1938 viene inviato a Nizza da Schettini per tentare di rivitalizzare l’attività dell’Associazione franco-italiana ex-combattenti, molto diminuita nell’area nizzarda. A Parigi risiede in via Montreuil 127. Viene arrestato a Parigi il 9.1.1940 come sospetto politico e internato nel campo di Vernet. Il 7.11.1941 viene liberato dal campo di Vernet e l’8.11.1941 tradotto dai gendarmi francesi alla frontiera franco-italiana a Mentone, da dove l’11.11.1942 scrive alla sorella a Milano preannunciando il suo rientro. Da Mentone viene trasferito a Ventimiglia (Im), consegnato ai carabinieri e da questi tradotto a Bergamo. Il 5.1.1942 la Commissione Provinciale di Bergamo lo condanna al confino per 5 anni alla colonia agricola di Ustica, dove giunge l’11.3.1942. Da Ustica viene poi trasferito a Ventotene. Liberato nell’agosto del 1943 partecipa alla Resistenza in Emilia e in Piemonte. Dopo la guerra è a Milano e lavora presso la CdL. Il giorno 1.3.1950 i Cc di Caravaggio segnalano al questore di Bergamo che Nicola è consigliere comunale di Milano, “attivista e organizzatore comunista di una certa pericolosità”. Il 16.9.1953 il Commissario di Ps di Bergamo ne segnala alla Questura la pericolosità politica ma, dato che Nicola risiede a Milano, propone di chiudere il fascicolo relativo alla Questura di Bergamo. Morto a Milano il 18.5.1971. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in duplice posa. Cpc, b. 3534, 1924-1942, scheda biografica. ACS, Confino Politico, b. 711, fasc. 10879. (G. Mangini, R. Vittori)