Noris Angela


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n. busta
78
n. fascicolo
2349
Primo estremo
1931
Secondo estremo
1931
Cognome
Noris
Nome
Angela
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1906/12/05
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
operaia
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nata ad Albino (Bg), dove risiede nella frazione Sedrina, operaia tessitrice. Licenziata il 21.5.1931 dal Cotonificio Honegger di Albino perché non svolge regolarmente il proprio lavoro, non facendo passare il filo nell’apposito congegno guardafilo, danneggiando così la produzione. La mattina del giorno successivo, dopo aver invano tentato di convincere la direzione dello stabilimento a ritirare il licenziamento, rientra in reparto e incita le compagne a fermare le macchine e a proclamare lo sciopero, che riesce e che si protrae nei giorni 22 e 23.5.1931. La relazione sulla Noris, indirizzata alla Questura di Bergamo da parte del comandante dei Cc Francesco Mosca, è molto severa: “Durante la giornata del 22 e precisamente per tutto il tempo che le operaie si trattennero nell’opificio, la Noris si distinse particolarmente fra le più accese promotrici della resistenza nella continuazione dello sciopero ed al non abbandonare lo stabilimento. Il suo comportamento fu una delle principali cause che determinò la decisione delle maestranze non solo all’astenersi dal lavoro ma a continuare in tale delittuoso procedere ed essa ciò fece pur conoscendo la grave responsabilità a cui andava incontro. L’azione della Noris fu insidiosa e si ritiene che essa in casi analoghi potrebbe riprendere tale atteggiamento tanto più che gode fiducia ed ha influenza nelle masse operaie. Essa è un elemento pericoloso facile a trascendere ad atti inconsulti e pertanto si ritiene necessario che nel suo confronto venga adottato un severo provvedimento di polizia, perciò si inoltra la presente proposta. Non è stato proceduto al suo arresto perché resasi latitante”. Già il 24.5.1931 il questore di Bergamo, Giovanni Guarducci, invia al prefetto una dettagliata ed allarmata relazione sull’accaduto, indicando i nominativi delle operaie arrestate e denunciate, come scrive Guarducci, “non solo come promotrici dell’astensione dal lavoro ed istigatrici della resistenza passiva, ma altresì mostrandosi fra le più riottose e violente nell’opporsi allo sgombero dello stabilimento, ordinato dall’Autorità, per cui vennero arrestate e denunciare per reato di sciopero, istigazione allo stesso e qualcuna di resistenza e violenza verso gli Agenti della forza pubblica”. Il questore prosegue nella sua relazione elencando i nomi delle operaie più attive, tutte arrestate: oltre alla Noris, sono elencati i nomi di Angela Elisabetta Moroni, Emma Barcella, Ida Brugali, Maria Cuter, Egidia Camozzi, Teresa Fogaccia, Maria Belotti, Ida Testa. Di seguito, il questore Guarducci rileva che “la maggiore responsabilità grava sulle prime cinque con particolare riguardo alla Noris Angela che licenziata provocò il movimento”. Di particolare interesse nella relazione di Guarducci sono le considerazioni più generali che seguono l’indicazione, appena citata, delle operaie più attive. Scrive infatti Guarducci: “La manifestazione avvenuta nel Cotonificio Honegger messa in relazione con le manifestazioni di minore gravità avvenute prima o contemporaneamente in altri opifici di Albino, di Gazzaniga e di Nembro, dimostra l’esistenza di un movimento di carattere prettamente sovversivo e che, se non arginato in tempo con provvedimenti di rigore ed esemplari, può dal la sensazione alle masse che esse possano impunemente violare le leggi. Pertanto si denunciano alla Commissione provinciale del Confino le suddette operaie quali capeggiatrici ed istigatrici del movimento per i provvedimenti di polizia che saranno ritenuti opportuni in rapporto alle singole responsabilità”. Lo stesso 24.5.1931 la Commissione Provinciale per il confino di polizia, composta dal prefetto Egisto Terzi, dal sostituto procuratore del Re Socrate Martucci, dal questore Giovanni Guarducci, dal tenente colonnello dei Cc Pietro Testani e dal console della Mvsn Ferruccio Gatti, si riunisce e condanna la Noris a 2 anni di confino di polizia, ma l’operaia è latitante. Lo stesso giorno la Commissione Provinciale condanna al confino per 2 anni Maria Cuter, e per un anno Angela Moroni, Emma Barcella, Ida Brugali, mentre Camozzi, Fogaccia e Belotti (si tratta dei nomi citati dal questore Guarducci nel suo rapporto al prefetto del 24.5.1931) vengono condannate al pagamento di un’ammenda. Il 25.5.1931 il questore Guarducci scrive al Procuratore del Re di Bergamo e al Direttore delle locali Carceri Giudiziarie chiedendo che Moroni, Barcella, Brugali, Cuter, Camozzi, Fogaccia e Belotti, “detenute in attesa di procedimento, siano, a soddisfatta giustizia, trattenute a disposizione di questo ufficio”’. Il 28.5.1931 i Cc di Bergamo inoltrano alla Questura una relazione sulla Noris, della quale scrivono che “precedentemente tenne buona condotta morale dimostrandosi almeno apparentemente apolitica, indifferente. Non ha precedenti, né pendenze penali. Appartiene a famiglia di contadini affittuali, le di cui condizioni economiche sono discrete. I famigliari sono di buona condotta in genere e politicamente non hanno mai dato luogo a rimarchi. La Noris il giorno 21 corrente era stata licenziata dallo stabilimento Cotonificio Honegger sito in Albino perché non accudiva regolarmente al proprio lavoro, poiché non faceva passare il filo nell’apposito congegno guardiafilo con danno della produzione. La mattina del giorno 22 dopo aver tentato invano di ottenere dalla Direzione la revoca del licenziamento rientrata nel suo reparto di lavoro non solo non intraprese il lavoro ma incitò le compagne a smettere di lavorare fermando le loro macchine ed incitandole a non abbandonare lo stabilimento in modo che la protesta fosse più efficace. Durante la giornata del 22 detto e precisamente per tutto il tempo che le operaie si trattennero nell’opificio, la Noris si distinse particolarmente fra le più accese promotrici alla resistenza nella continuazione dello sciopero ed al non abbandonare lo stabilimento. Il suo comportamento è una delle principali cause che determinò la decisione delle maestranze non solo all’astenersi dal lavoro ma a continuare in tale delittuoso procedere ed essa ciò fece pur conoscendo la grave responsabilità a cui andava incontro. L’azione della Noris fu insidiosa e si ritiene che essa in casi analoghi potrebbe riprendere tale atteggiamento tanto più che gode fiducia ed ha influenza nelle masse operaie. Essa è un elemento pericoloso facile a trascendere ad atti inconsulti e pertanto si ritiene necessario che nel suo confronto venga adottato un severo provvedimento di polizia”. Le operaie Moroni, Barcella, Brugali e Cuter, condannate al confino, il 29.5.1931 inoltrano domanda di grazia direttamente a Mussolini, mentre Angela Noris rimane latitante fino alle ore 18 del 2.6.1931, quando viene arrestata dal maresciallo maggiore dei Cc di Bergamo Francesco Marocco e subito tradotta nelle carceri giudiziarie. Invece del confino, nel frattempo revocato, il 2.6.1931, il Tribunale di Bergamo condanna Angela Noris al pagamento di 100 lire di multa e a 50 lire di ammenda in base all’articolo 18 della legge 3.4.1926 n. 563 sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi, all’articolo 95 del Regolamento 1.7.1926 ed agli articoli 190 e 434 del Codice penale. Dopo la condanna, le operaie rimangono nelle carceri giudiziarie. Oltre ai nominativi delle operaie esplicitamente citate nella relazione del questore Guarducci, ce ne sono altri di operaie coinvolte e denunciate. Tutte le operaie denunciate vengono considerate colpevoli in base all’articolo 18 della legge 3.4.1926 n. 563 sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi, all’articolo 95 del Regolamento ulteriori e specifici capi di imputazione. Così, per Ida Brugali, Edvige Bitoschi, Ausilia Paganini, Camilla Cuter, Angela Azzola, Edvige Camozzi, Rosa Crippa, Emma De Poli, Ausilia Poletti scatta l’imputazione in base all’articolo 194 del Codice Penale. In base a ciò, Bitoschi, Brugali e Paganini vengono condannate a 10 giorni di reclusione, a 100 lire di multa e a 50 ire di ammenda; Cuter, Azzola, Camozzi, Crippa, De Poli e Poletti (con la diminuente dell’età), vengono condannate a L. 84 di multa e 41 di ammenda, mentre le altre 47 operaie vengono condannate a 100 lire di multa e a 59 lire di ammenda. Tutte le operaie arrestate vengono rilasciate e scarcerate con la condizionale il 15.6.1931 in conseguenza di una disposizione che proviene direttamente da Mussolini in risposta favorevole alla domanda di grazia già citata. La vicenda di Angela Noris, in realtà, ha immediatamente gettato nel panico le autorità dell’apparato statale, a partire dai Cc per arrivare al questore e al prefetto, quasi certamente convinti che ci fosse, dietro la manifestazione spontanea delle operaie, una qualche struttura politica organizzata e perciò, agli occhi del potere fascista, da reprimere immediatamente. Dopo aver potuto interrogare le operaie coinvolte, però, si devono essere resi conto che non c’era assolutamente niente del genere, tanto che già il 31.5.1931 la condanna al confino viene subito revocata e sostituita da pene pecuniarie. Se ne trova traccia in un documento firmato dal questore di Bergamo, senza data ma del giugno 1933, che sulla base della seguente motivazione porta alla radiazione dallo schedario dei nomi di Noris, Brugali, Moroni, Fogaccia e Testa: “Visto che la denuncia alla Commissione del confino fu consigliata da motivi contingenti, tanto è vero che il provvedimento di polizia venne quasi subito revocato, mentre in linea politica le prevenute non diedero mai luogo a rilievi, e pertanto non si ritenne di segnalarle al casellario Centrale, si depennano”’. Nel fascicolo sono contenute 4 copie di una sua fotografia in triplice posa. ACS, Confino politico, b. 716, fasc. 10945. (G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Noris Andrea (padre)
Capitanio Teresa (madre)
Luoghi di residenza
Albino Lombardia Italia frazione Sedrina (1906 - )
Fatti notevoli
1931/05/21 - 1931/05/22
Nel maggio 1931 incita le compagne di lavoro a scioperare contro il suo licenziamento
Sanzioni subite
confino politico (1931/05/24 - )
Condannata a 2 anni di confino di polizia, ma il provvedimento è revocato nei giorni successivi e il 2.6.1931 sostituito da una multa per un totale di 150 lire.
Relaz. con altri soggetti
Moroni Angela Elisabetta
ASBg, Sovversivi
Brugali Ida
ASBg, Sovversivi
Barcella Emma
ASBg, Sovversivi
Cuter Maria
ASBg, Sovversivi
Camozzi Egidia
ASBg, Sovversivi
Fogaccia Teresa
ASBg, Sovversivi
Belotti Maria
ASBg, Sovversivi
Testa Ida
ASBg, Sovversivi
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1933
Documentazione allegata
4 copie di una foto segnaletica in triplice posa realizzata dalla polizia
Riferimenti bibliografici
Lupi 2016
riferimento pp. 109-110.
Cento Bull 1983