Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Cene (Bg) il 26.4.1883, operaio filatore al Cotonificio Val Seriana, antifascista. Sposato con Maria Laura Zocconi, ha 4 figli, è fratello maggiore dell’ex confinato politico Giovanni Battista Occioni. In occasione di una manifestazione di operai licenziati dal cotonificio tenutasi l’11.3.1930, con il compagno di lavoro Fermo Capitanio, ubriaco canta, “per pochi istanti” ‘Bandiera rossa’. Denunciato, viene condannato il 21.3.1930 a 8 giorni di arresto con il beneficio della condizionale per 18 mesi. Il 30.3.1930, nell’informare la Questura, il capitano Salvatore Amoroso dei Cc di Bergamo, scrive di Occioni:
“E’ sempre stato apolitico né ha mai manifestato, apertamente, simpatia per alcun partito politico, ma si esclude che nutra idee contrarie al Regime in quanto nessun dato può suffragare tale grave imputazione. Il canto di bandiera rossa di cui si rese responsabile e pel quale venne denunciato, con verbale n. 20 in data 13 Marzo corrente anno dalla stazione di Gazzaniga, non fu altro che una manifestazione sporadica di un individuo in preda ad ebrietà alcoolica e che non tanto per manifestare alcun sentimento personale che per canticchiare quanto gli frullava in mente, tra altri frammenti di canzoni popolari inseriva alcune battute dell’inno sovversivo, la cui aria da tutto l’elemento operaio non è ancora dimenticata. É stato inoltre accertato che l’Occioni nulla aveva a che vedere con la nota agitazione popolare per il sopravvenuto licenziamento di operai dal Cotonificio Val Seriana di Cene, in quanto il ridetto individuo non è stato compreso tra i licenziati e dai dirigenti il Cotonificio stesso è dipinto quale un ottimo operaio”.
Nella nota informativa sulla sentenza, inviata dal prefetto di Bergamo al Cpc il 1.4.1930, la Prefettura di Bergamo recepisce e utilizza quanto scritto nel rapporto dei Cc appena citato: “Si potè accertare che quando fu sorpreso a cantare l’inno sovversivo egli era ubriaco e, dati i suoi precedenti, si opina che le poche battute di tale inno, le cui note non sono ancora del tutto dimenticate dalla classe operaia, si siano mescolate casualmente ad altre reminiscenze di canzoni popolari”. Il 29.9.1933 i Cc di Clusone esprimono parere contrario all’ipotesi, avanzata dalla Questura di Bergamo, di radiare Occioni dall’elenco dei sovversivi. Nell’ottobre 1939 è operaio turbinista alla centrale elettrica del cartonificio Fratelli Barzanò di Cene, dove abita in via Cotonificio 51. Il 28.9.1939 i Cc di Gazzaniga (Bg) informano la Questura che Occioni “non è inscritto al P.N.F. e si mantiene appartato dagli elementi fascisti locali. É fratello dell’ex confinato politico Occioni G. Battista recentemente arrestato ad Asti per offese a S.E. il capo del Governo. Parere contrario per la radiazione dallo schedario dei sovversivi”. Chiede ed ottiene l’iscrizione al Pnf dal marzo 1940. Radiato il 26.11.1941. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 3578, 1930-1941. (G. Mangini, R. Vittori)