Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo l'8.6.1882, vive nel borgo popolare di via Pignolo, ha la licenza elementare, è lavorante fornaio. Si sposa il 10.2.1907 a Bergamo con Ginevra Maria Armida Ghirardi (di Elia, facchino nato nel 1855, e Alessandra Zineroni, nata a Bergamo il 17.12.1882), ha un figlio, Mario, nato a Bergamo il 6.3.1907, a sua volta compreso nell’elenco dei sovversivi della provincia di Bergamo. Marcassoli è attivo nell'ambito del sindacalismo rivoluzionario dagli inizi del Novecento: nel maggio 1908 presenta alla Questura di Bergamo, per averne il permesso, il testo di un manifesto firmato da alcune organizzazioni sindacali (meccanici, sarti, fonditori, canestrai, pellai, cappellai, mugnai) con il quale, per domenica 24.5.1908, viene indetto nel centro di Bergamo un comizio a sostegno dello sciopero di Parma, relatori i milanesi Decio Papa e Canzio Cozzi. Segretario della Lega dei panettieri di Bergamo, Marcassoli tiene per essa numerose conferenze. Insieme al tipografo socialista Furio Pace, Agostino Rocchi, Aristide Piccinini, è tra i più attivi nella costituzione dell'Usi a Bergamo. Nel febbraio 1913 interviene nel dibattito di un'assemblea della Lega dei panettieri che pone le premesse per uno sciopero dell'estate successiva, primo segno di una ripresa organizzativa del movimento operaio locale. Il 29.3.1913 ottiene il passaporto e il 5.4.1913 si reca negli Stati Uniti d'America. Rientrato dal soggiorno statunitense il 7.11.1913, il 27.12.1913 viene condannato dal Pretore di Bergamo a 20 lire di multa per contravvenzione al regolamento di pubblica sicurezza. Il 12.6.1914 viene condannato a 40 giorni di carcere e 120 lire di multa per oltraggio agli agenti di PS. Nel corso dell'estate 1914 è tra i promotori del Gruppo Libertario Bergamasco, e nello stesso periodo viene nominato, quale rappresentante del sindacato misto, tra i componenti di un Comitato Operaio per l'unità sindacale che riunisce il Circolo socialista e l'Unione Sindacale, antecedente della ricostituzione della CdL di Bergamo, avvenuta ufficialmente la sera dell'8.1.1915. In tale circostanza Marcassoli, insieme ai suoi compagni sindacalisti Federico Luraschi e F. Pace, prende la parola per stigmatizzare il socialista Ugo Frizzoni, accusato di aver favorito, con le sue perplessità sull'unità sindacale tra socialisti e sindacalisti, la mancata adesione alla CdL delle leghe operaie di tramvieri, litografi e spazzini. Nel nuovo organismo unitario Marcassoli fa parte della Commissione esecutiva, e dal marzo, con l'operaio metallurgico Merenda e il tramviere anarchico Giuseppe Papini, della Commissione di Propaganda. Dall'estate 1915 insieme a Rocchi e a Piccinini molto spesso viene notato in compagnia dell’anarchico Casimiro Accini, nuovo segretario della CdL. Partecipa alla prima guerra mondiale, e dal 10 novembre 1916 è soldato nella 5a Compagnia di Sussistenza: il 30.11.1916 il Prefetto di Bergamo scrive una nota riservata al comandante della compagnia di Marcassoli per segnalarne la militanza sindacalista e libertaria e per avere a sua volta eventuali informazioni. Al termine della guerra ottiene la dichiarazione di aver servito con fedeltà e onore. In occasione delle elezioni comunali di Bergamo dell'ottobre 1920, insieme agli anarchici Bernardo Ghibesi e Luigi Caglioni affigge manifesti dell'UAI lombarda in cui si invita all'astensione. Nei primi anni Venti figura tra gli abbonati della rivista anarchica «Fede». Frequenta gli anarchici bergamaschi componenti del Gruppo Libertario, con i quali promuove sottoscrizioni a favore della stampa anarchica e dei perseguitati politici. É attivo tra il 1919 e il 1922 nell'ambito della militanza sindacale della Lega dei panettieri e della CdL, della cui Commissione esecutiva è nominato membro il 13.2.1921. Nel gennaio 1926 viene intercettata una circolare a stampa della CGL di Milano, inviata all'indirizzo di Marcassoli, che contiene il testo del discorso con cui Bruno Buozzi assume l'incarico di segretario generale della CGL. Viene vigilato, in particolare dopo l'8.2.1926, quando viene ritrovato dell'esplosivo presso il tipografo anarchico Luigi Caglioni. Subito fermato, viene poi rilasciato. Nella circostanza, tuttavia, la Questura apre la sua scheda biografica a partire dal 9.2.1926. Il 30 aprile successivo viene perquisita la sua abitazione e nell’occasione vengono sequestrati un ritratto fotografico di Giacomo Matteotti e un opuscolo intitolato Filippo Corridoni. Nello stesso anno è ancora segretario della lega dei panettieri. Durante il fascismo è iscritto al sindacato dei panettieri, nel quale è alle dirette dipendenze di Pietro Capoferri, federale fascista a Bergamo dal 1926 al 1929, ex socialista e propagandista sindacale, poi corridoniano, ferito e mutilato nella prima guerra mondiale, in seguito dirigente della Associazione nazionale combattenti e leader indiscusso del sindacalismo fascista bergamasco, quasi certamente conosciuto da Marcassoli all'epoca delle iniziative del sindacalismo rivoluzionario dei primi anni del secolo. Nel 1928 Marcassoli lavora sempre come panettiere. Dalla seconda metà del 1929 è disoccupato, chiede invano alla Questura il passaporto per la Francia per raggiungere il figlio Mario, emigrato in Francia a metà anni Venti e motorista presso la fabbrica automobilistica Peugeot. Nel corso dell'estate 1929 lavora per due mesi come panettiere a Lenna (Bergamo) in occasione del campeggio dei balilla, poi è di nuovo disoccupato. Dal novembre 1929, pur rimanendo in via Pignolo, si trasferisce al n° civico 31 presso l'abitazione del cognato barbiere. Nel settembre 1930 la Prefettura di Torino intercetta una lettera dalla Francia diretta all'indirizzo di Marcassoli con quattro copie dell'«Avanti» clandestino e due copie di un manifestino del settembre 1930 redatto dalla direzione PSI e indirizzato ai ‘Compagni lavoratori’. Per tutti gli anni Trenta viene vigilato. Nell’ottobre 1940 è ancora anarchico ma non si interessa di politica, gli viene tolta la qualifica di schedato pur rimanendo incluso nel novero dei sovversivi generici. Ancora vigilato nel maggio 1942. Muore nel ricovero per anziani di Torre Boldone (Bg) il 16.12.1957. (G. Mangini)