Profilo sintetico riassuntivo
Nato in Francia il 7.7.1889, originario di Capizzone (Bg), capomastro, socialista, fratello di Umberto, sposato con la svizzera Giulia Weber (di Menziken, Cantone di Argovia, n. il 3.8.1893). Nel raccogliere notizie su di lui le fonti di polizia lo scambiano con un omonimo (figlio di Carlo e Luigia Rota, n. a Capizzone nel 1891), cittadino svizzero, ma l’ufficio anagrafe di Capizzone dichiara quest’ultimo inesistente nei propri registri, mentre afferma che Pellegrini sarebbe nato in Svizzera. Il 5.2.1933 il Ministero dell’Interno informa il prefetto di Bergamo che Pellegrini, nel luglio 1932, sarebbe stato in Engadina per portare materiale di propaganda alle sezioni socialiste e comuniste della zona, e in tale circostanza avrebbe espresso il giudizio che socialisti e comunisti di quelle sezioni sono ‘in decadenza’. Nella stessa circostanza sarebbe stato 2 giorni al Monte Bernina, incontrando gli esponenti delle sezioni socialiste di Poschiavo e Brusio, offrendosi di tenere una conferenza a Poschiavo, ma dissuaso considerando il momento di crisi della valle e tornando per questo deluso a Lugano. Viene iscritto in RF. Il 26.8.1934 il Cpc fornisce la foto di Pellegrini alla Prefettura di Bergamo. Nel 1934 risiede a Zurigo in Franentalweg 7, mentre nel 1939 abita in Goldbrunerstrasse 149. Nell’agosto 1935 trascorre alcuni giorni di vacanza per stare con il padre a Capizzone, dove ritorna ancora nell’aprile 1936 per la morte del padre, rientrando in Svizzera il 18.5.1936. A Zurigo inizialmente si accosta alle iniziative ufficiali della Colonia italiana e nel 1936 si iscrive al Dopolavoro. Nel 1939, tuttavia, il Ministero dell’Interno segnala che Pellegrini da un po’ non frequenta le manifestazioni della Colonia e non rinnova la tessera del Dopolavoro. Il 18.12.1942 il Consolato Generale d’Italia a Zurigo gli concede il visto per il valico di Chiasso per la morte del fratello Umberto a Capizzone, dove giunge il 18.8.1942 e da dove rientra in Svizzera il 28.8.1942 dopo essersi presentato alla Questura di Bergamo per averne il visto. Cpc, 1936-1942. (G. Mangini)