Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Vertova (Bg) il 12.8.1884 da Giuseppe Antonio ed Elisabetta Mistri, carbonaio, poi elettricista, analfabeta, anarchico. Nel fascicolo sono conservati solo documenti tardi, che vanno dal 1946 al 1953. La ricostruzione biografica che riguarda il resto della sua vita, qui di seguito esposta, si basa sui documenti conservati nel fascicolo intestato a Luigi Adami presso il Cpc. Adami si reca in Svizzera per lavoro a 16 anni. Tornato in Italia, lavora a Vertova con il padre come carbonaio, poi si trasferisce a Ponte Nossa (Bg), Bergamo, Milano e in Francia, a Piennes (dipartimento Meurthe-et-Moselle, regione Grand Est) come elettricista. Tornato in Italia, la sera del 24.10.1910 viene sorpreso a Bergamo con l'anarchico Sante Arzuffi. Fermato, Adami si qualifica come anarchico e nella sua valigia vengono ritrovati opuscoli di propaganda anticlericale e sovversiva, tra cui quello di Amilcare Cipriani, Bresci e Savoia. Il regicidio, edito a Paterson dalla rivista «La Questione Sociale». Al suo paese natale è isolato, ma a Bergamo e Milano frequenta altri anarchici, e svolge propaganda presso la classe operaia. Tornato in Francia, lavora come meccanico a Parigi. Sposato, ha due figli. Nel febbraio 1912 il suo nome risulta tra i destinatari della rivista bolognese «L'Agitatore» (1910-1913). Ritornato in Italia, nel marzo 1915 lavora a Bergamo alla manutenzione degli impianti elettrici nel ‘Ricovero di mendicità’, dove sono provvisoriamente acquartierati i militari, ai quali tenta di fare propaganda sovversiva con discorsi e con la distribuzione di alcune copie dell’«Avanti» e del giornale socialista rivoluzionario «La Vita Nuova», edito a Bergamo. Nell'ottobre successivo lavora negli stabilimenti industriali di Dalmine della Società Tubi Mannesmann. Nell'aprile 1916 viene incorporato nel 5° Regg.to Alpini, di stanza a Edolo (BS), e mandato in zona di guerra nella 31a sezione mitragliatrici. Nel febbraio 1917, in licenza a Bergamo, esprime pubblicamente idee contrarie alla guerra e alla classe borghese: portato in Questura, viene consegnato ai Cc per farlo rientrare al corpo d'appartenenza. Il 21.6.1917 è colpito da mandato di cattura del Tribunale di guerra, 6a Div.ne 8° C.po d’armata per diserzione in presenza del nemico, fatto avvenuto il 5.6.1917. Processato e condannato a morte, verrà poi graziato. Nell'aprile 1923 lavora come operaio agli stabilimenti di Dalmine. Dal luglio successivo lavora a Genova, poi si sposta in diverse località italiane fino al 1928 quando, per raggiungere la famiglia, emigra clandestinamente in Francia e per questo viene iscritto in RF il 19.7.1928 col n° 5024, per arresto in caso di rimpatrio. Nel 1931 prende la cittadinanza francese, lavorando come meccanico. Il 16.3.1934 il Ministero dell’Interno trasmette al Cpc l’informativa per la quale una persona che vive a contatto con Pietro Montasini (Cpc, b. 3369) ha passato ad un informatore della polizia un elenco di nominativi e indirizzi, tra i quali quello di Adami, rinvenuti tra le carte di Montasini. Nel giugno 1937 Adami contribuisce finanziariamente al 'Comitato pro Spagna'. Nel gennaio 1938 è tra gli abbonati del periodico «Giustizia e Libertà». Rimane in Francia per tutto il periodo della seconda guerra mondiale e, dopo la guerra, rientra per la prima volta al paese di nascita nell'estate del 1947, a visitare i parenti. Le sue ultime segnalazioni risalgono al 1953. Una sua sorella, sposata Piazzoli, nel 1953 è residente in via G. Carnevali 6 a Bergamo. Adami muore a Pavillons (Francia) il 30.12.1955. Una sua fotografia è stampata sulla scheda segnaletica predisposta dalla polizia fascista ed è conservata nel fascicolo. Cpc, b. 17, 1910-1941. (G. Mangini, R. Vittori)