Profilo sintetico riassuntivo
Nato ad Albino (Bg) il 5.1.1883, anarchico, fratello maggiore del più noto Aristide, sindacalista e socialista dirigente della CdL di Bergamo. Si trasferisce a Bergamo nel 1905, dove abita nel popolare borgo di via Pignolo 30. Sposato con Amalia Pirola, ha tre figli, Tobia, Lorenzo, Errico. É operaio tessile presso lo stabilimento Oetiker, poi decoratore e verniciatore, in seguito portinaio. Ha le ultime tre dita della mano sinistra chiuse. Nel 1914 fa parte del Gruppo Libertario Bergamasco, del quale frequenta soprattutto Gaetano Ghirardi, Vittorio Colla, Egidio Corti. Compie il servizio militare durante la prima guerra mondiale nel battaglione della Milizia Territoriale, congedandosi con l'attestato di buona condotta. Negli anni Venti è abbonato alla rivista settimanale anarchica «Fede!» (Roma, 1923-1926) e frequenta sempre i componenti del Gruppo Libertario, insieme ai quali sottoscrive spesso in favore della stampa anarchica e dei perseguitati politici. Dopo che l'8.2.1926 gli agenti della Questura di Bergamo trovano materiale esplosivo presso l'abitazione del tipografo anarchico Luigi Caglioni, uno dei componenti del gruppo libertario al quale Piccinini è affiliato. Il giorno dopo viene perquisita anche la sua abitazione e nel corso della perquisizione vengono rinvenuti materiali a stampa: il ritratto fotografico in grande di Malatesta, uno di Matteotti con l'epigrafe: "Giacomo Matteotti - Il più forte - il più degno - il più atrocemente colpito - Filippo Turati", una grande riproduzione a colori di un quadro di Scalarini intitolato 'Luce e Ombra' e la fotografia dell'anarchico bergamasco Egidio Corti, suo amico. Dopo la perquisizione e il sequestro del materiale, gli agenti di Ps si recano allo stabilimento Oetiker per procedere al suo arresto. Dopo essere stato rilasciato, il 30.4.1926 le guardie di Ps Pietro Bruno e Leopoldo Murolo eseguono ancora una perquisizione domiciliare alla presenza della moglie, senza esito. Dalla Questura viene ritenuto 'individuo pericoloso in caso di moti o agitazioni popolari'. Il 6.9.1930 viene radiato dallo schedario dei sovversivi della provincia di Bergamo, ma viene provvisto di carta d'identità obbligatoria come sospetto politico, rilasciata nel luglio 1927 con le impronte. Tale carta, conservata nel fascicolo, viene ritirata al momento della radiazione. Il 6.10.1930 parte da Bergamo per Parigi con regolare passaporto per ragioni di lavoro, ma i problemi di salute lo costringono presto a rientrare. Muore a Bergamo il 16.1.1934 per aneurisma all'aorta. Nel fascicolo sono conservati anche alcuni ritratti fotografici, uno, grande, di Giacomo Matteotti, insieme alle impronte digitali di Piccinini e a un suo biglietto da visita con stampato "Decoratore - Verniciatore". Cpc, b. 3943, 1930-1930. (G. Mangini)