Piolatto Caterina, detta Rina o Rosa Caiazzo

n. busta
90
n. fascicolo
2726
Primo estremo
1931
Secondo estremo
1932
Cognome
Piolatto
Nome
Caterina
Altri nomi
detta Rina detta Rosa Caiazzo
Luogo di nascita
Data di nascita
1900/03/04
Luogo di morte
Torino
Data di morte
1942/02/12
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
operaia tessile - orlatrice
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nata a Vische (To) il 4.3.1900, anarchica, operaia tessile (orlatrice). Nel suo fascicolo sono conservati solo i documenti relativi ai suoi movimenti tra Alessandria e Treviglio nel corso del 1931. Tuttavia, il suo legame con l'anarchico Luigi Peotta e con il fratello di questi, Ottorino, determinano una documentazione che, insieme ad altre fonti archivistiche e a testi storiografici, rendono possibile una più articolata ricostruzione della sua biografia. Dal 1917 è allieva e propagandista della Scuola Moderna 'Francisco Ferrer' di Torino, uno dei punti di riferimento del movimento anarchico locale. Il 29.12.1919 alla testa di una numerosa folla operaia, alla stazione di Porta Nuova di Torino accoglie e abbraccia Errico Malatesta, che rientra dall'esilio di Londra, donandogli fiori a nome degli anarchici. Nel capoluogo piemontese fa parte del gruppo anarchico del quartiere Barriera di Milano. Vive con i genitori ma nel 1921 decide di staccarsi dalla famiglia. Dopo aver lavorato come orlatrice in diverse sartorie, svolge lavori occasionali presso un mediatore, un notaio, un commerciante di vini. Nello stesso 1921, durante un incontro tra lei, il proprio compagno Giuseppe 'Gigi' De Luisi e l'anarchico Raffaele Milesi, la polizia per arrestarli irrompe nel Caffè Reale di corso Regina Margherita dove si erano ritrovati e apre il fuoco. Milesi viene colpito a morte, un poliziotto è gravemente ferito, ma la Piolatto e De Luisi riescono ad allontanarsi ma si perdono di vista. Su di lei viene spiccato un mandato di cattura, ma riesce a raggiungere la Francia, dove si accosta alla banda di Sante Pollastro e Luigi Peotta. In contumacia nel 1922 viene condannata a 3 anni e un mese di reclusione. Rientra in Italia nel 1923, si stabilisce a Genova per ritrovare De Luisi, con il quale si sposta in vari luoghi della Liguria. L'arresto di De Luisi per il fallimento dell'assalto ad un portavalori tra Grugliasco (To) e Moncalieri segna la fine della loro relazione e la induce a tornare a Parigi, dove svolge diversi lavori e dove nel 1924 si unisce a Luigi Peotta, componente di rilievo della banda Pollastro, che nella capitale francese opera numerose rapine. Tra gli amici di Pollastro c'è anche il ciclista Costante Girardengo, che verrà coinvolto come testimone nell'inchiesta relativa a Pollastro. La Piolatto rimane in Francia fino al 1926, quando rientra in Italia per raggiungere Peotta, rientrato a Milano già nel 1925. I due, che assumono gli pseudonimi di Garibaldo Pedrocco e Rosa Caiazzo, si trasferiscono a Rho presso un simpatizzante, Michele De Rosa, che poi li tradirà. Nell'autunno 1929 la Piolatto è tra gli imputati nel processo contro i componenti della banda: viene condannata a 3 anni e 4 mesi per favoreggiamento ma assolta dall'imputazione di associazione a delinquere e nel 1930 viene amnistiata. Risiede ad Alessandria in via Milano 51. Nel 1931 viene ammonita. Il 5.4.1931 si reca dal fratello del suo compagno, Ottorino Peotta, che risiede a Treviglio in via Verga 6, da dove riparte il 7.4.1931 per Alessandria. La Questura di Bergamo ne informa tempestivamente quella di Alessandria. Il 17.8.1931 l'Ufficio Sicurezza della Questura di Alessandria con un telegramma segnala a quella di Bergamo la partenza per Treviglio della Piolatto. A metà degli anni Trenta da Alessandria ritorna a Torino, dove lavora come sarta e vive con il fratello Francesco in corso Vercelli 92, uno dei recapiti per la distribuzione della stampa anarchica clandestina. Inoltre, aiuta De Luisi e Peotta detenuti distribuendo denaro che proviene dalla Francia (dai fuorusciti), dalla Svizzera (tramite la rivista anarchica «Il Risveglio») e dagli Stati Uniti (tramite il periodico «L'Adunata dei refrattari»). Nel 1938 sposa l'anarchico Amleto Moiso. (Cpc, b.3332, 1937-1942, n. nel 1900 a Torino, imballatore). Nel 1940 viene tradita da una spia e per questo, nel giugno 1940, viene confinata a Ventotene e poi a Pisticci, da dove viene liberata nel febbraio 1941. Muore a Torino il 12.2.1942. Cpc, b. 3989, 1930-1943, scheda biografica. (G. Mangini)
Familiari
Piolatto Carlo (padre)
Anarò Caterina (madre)
Piolatto Francesco (fratello)
Moiso Amleto (marito)
Anarchico, imballatore, nato a Torino nel 1902. Cpc, b.3332, 1937-1942.
Luoghi di residenza
Torino Piemonte Italia (1900 - 1921) Parigi Francia (1921 - 1923) Genova Liguria Italia (1923 - 1923) Parigi Francia (1923 - 1926) Alessandria Piemonte Italia via Milano 51 (1926 - ?) Torino Piemonte Italia (? - 1940) Ventotene Lazio Italia (1940 - 1941) Pisticci Basilicata Italia (1940 - 1941) Torino Piemonte Italia (1941 - 1942)
Sanzioni subite
carcere (1929 - 1930)
Nell'autunno 1929 è tra gli imputati nel processo contro i componenti della banda Pollastro: viene condannata a 3 anni e 4 mesi per favoreggiamento ma assolta dall'imputazione di associazione a delinquere e nel 1930 viene amnistiata.
ammonizione (1931 - )
carcere ( - )
Nel giugno 1940 viene confinata a Ventotene e poi a Pisticci, da dove viene liberata nel febbraio 1941.
Relaz. con altri soggetti
Malatesta Errico (anarchico)
ACS, Cpc, bb. 2949-2953
De Luisi Giuseppe 'Beppe'
Milesi Raffaele (anarchico)
Pollastro Sante (anarchico)
Peotta Luigi (anarchico)
De Rosa Michele (anarchico)
ACS, Cpc, b. 1743
Peotta Ottorino (anarchico)
ASBg, Sovversivi
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 3989, Fascicolo
Riferimenti bibliografici
DBAI 2004
riferimento p. 358.
Papini 2016
Antifascisti Cpc 1998, vol. 14
riferimento p. 442.