Marinoni Giovanni Giuseppe


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n. busta
68
n. fascicolo
2049
Primo estremo
1939
Secondo estremo
1942
Cognome
Marinoni
Nome
Giovanni
Altri nomi
Giuseppe
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1903/05/02
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
impresario di miniere
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Rovetta (Bg) il 2.5.1903, fratello minore di Gesuina Maria, impresario di miniere, contrabbandiere di valuta. Sposato il 20.4.1929 a Casalmorano (Cr) con Carolina Monfredini (fu Giuseppe, n. a Casalmorano) ha 4 figli. Con i fratelli è appaltatore dei lavori di galleria di miniere aurifere in Africa, Costa d’Oro, di proprietà di inglesi. Il 28.5.1939, in un bar di via Gaetano Negri a Milano, Riccardo Ventura (funzionario dell’istituto Nazionale cambi con L’estero) e Eduardo Greco (Commissario aggiunto addetto alla Squadra Mobile di Milano) sorprendono i bergamaschi Battista Rodeschini, di Locatello, e Gelfrido Carminati, di Corna Imagna, mentre stanno cedendo ad un certo Eugenio Pisati a cambio maggiorato una somma in franchi francesi. I tre vengono arrestati e la valuta sequestrata. Nell’interrogatorio che ne deriva, Pisati rivela di essere ancora in trattative con Rodeschini per l’acquisizione di altre somme in sterline inglesi, reperibili però a Rovetta presso l’albergo gestito dalla Marinoni, che deteneva le somme in questione. Dopo la conferma di Rodeschini, i due funzionari pubblici si presentano a Rovetta alla Marinoni, qualificandosi come i rilevatari delle somme per le quali si era impegnato Rodeschini con altra persona, tale Signorelli. La Marinoni, nell’occasione, subordina lo scambio all’approvazione del fratello Giovanni, titolare e materiale possessore della cifra. Questi, dopo essersi accertato che i due potenziali acquirenti hanno presso di sé il controvalore in lire delle sue sterline, conclude l’affare al cambio di 145 lire per sterlina. Al momento della consegna del contante, i due funzionari si qualificano, sequestrano il denaro e procedono al fermo della Marinoni e del fratello. Interrogata, la Marinoni dichiara di aver già effettuato simili cambi in precedenza, di aver promesso di fornire somme in valuta anche per il futuro e di avere acquistato la valuta a 120 lire il precedente 23 ottobre da Umberto Oprandi, nativo di Rovetta ma partito il 24 ottobre per la Costa d’Oro. I due fratelli Marinoni, dopo i riscontri bancari operati dalla polizia fascista, il 13.8.1939 vengono rimessi in libertà in attesa delle decisioni del Ministero Scambi e Valute, che il il 6.10.1939 infligge ai due fratelli Marinoni il sequestro definitivo delle somme di valuta sequestrate e una multa di oltre 1 milione e 200.000 lire, segnalandoli inoltre al Ministero dell’Interno per l’assegnazione al confino di polizia. Il 29.11.1939 la Commissione Provinciale per il confino di polizia di Milano infligge a Giovanni Marinoni un anno di confino ad Avezzano (Aq) ‘per avere svolta attività lesiva agli interessi finanziari nazionali’. Iscritto al Pnf, in conseguenza della condanna gli viene ritirata la tessera del partito. Viene prosciolto dal confino il 6.9.1940. Nel fascicolo di Marinoni è conservata una lettera anonima dattiloscritta e datata Bergamo 17.10.1940, indirizzata al prefetto di Bergamo, in cui viene denunciato il tentativo di Marinoni di sottrarsi al pagamento della forte multa che gli è stata inflitta attraverso aste fittizie dei suoi beni immobili e all’intestazione di un suo importante fondo agricolo a nome di un suo fratello per poter sfuggire alla confisca. La lettera inoltre insinua che Marinoni abbia complicità nella stessa Intendenza di Finanza di Bergamo. La Questura di Bergamo, a cui il prefetto affida lo svolgimento delle relative indagini, un anno dopo, il 19.11.1941, chiude la questione con un dettagliato rapporto inviato alla Questura di Milano. Da tale rapporto emerge che la denuncia è del tutto infondata, che Marinoni è stato più vittima della sorella Gesuina che attore in proprio del traffico di valuta e che il bene immobile di cui la denuncia attribuisce la proprietà fittizia al fratello di Marinoni, in realtà è davvero del fratello e non ha a che vedere con il tentativo di sfuggire al pagamento della multa, che è avvenuto. Infine, la Questura di Bergamo avanza l’ipotesi che gli autori anonimi della lettera possano essere i coniugi Oprandi, coinvolti nella vicenda a seguito della denuncia a carico di Marinoni e della relativa inchiesta, ma il sospetto non trova conferme in prove certe. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia segnaletica in doppia posa. Un fascicolo a suo nome è conservato in ACS - Confino di polizia, b. 626, fasc. 9515. (G. Mangini)
Familiari
Marinoni Bortolo (padre)
Moreschi Elisabetta (madre)
Marinoni Gesuina Maria (sorella)
Monfredini Carolina (moglie)
Sanzioni subite
confino politico (1939/11/29 - 1940/09/06)
Confinato politico ad Avezzano (Aq).
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
fotografie scattate dagli organi di polizia
Altre fonti archivistiche
(ACS, C) Archivio centrale dello Stato (Roma), Confino politico
Busta 626, Fascicolo 9515