Regazzoni Giuseppe


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n. busta
95
n. fascicolo
2902
Primo estremo
1930
Secondo estremo
1939
Cognome
Regazzoni
Nome
Giuseppe
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1905/09/30
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
boscaiolo
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Santa Brigida (Bg) il 30.9.1905, boscaiolo in Francia, antifascista. Nel biennio 1927 e 1928 lavora a Grenoble, nel 1929 ad Albertville, da dove rientra a Santa Brigida il 12.12.1929. Dal rapporto inviato il 12.3.1930 dal pretore di Zogno (Bg) al procuratore del re di Bergamo, risulta che Giuseppe Regazzoni viene arrestato il 10.3.1930 perché la sera prima, nell'abitato della frazione Foppa, con altri 5 giovani del paese, tutti Regazzoni (suo fratello Tommaso, Giovanni, Battista, Geremia, Giacomo), tutti maggiorenni e tutti ubriachi, ha cantato una canzone 'sovversiva': "Quando Bandiera rossa si cantava - quaranta lire si pigliava - adesso che si canta giovinezza voglion farci morir di debolezza". Tutti e sei erano in procinto di ritornare in Francia per lavoro. Invece, processati per direttissima, il 12.3.1930 vengono condannati: Giuseppe, così come Battista, Giacomo e Geremia Regazzoni, a 10 giorni di arresto, Tommaso e Giovanni Regazzoni a 12. Per tutti, il ritiro del passaporto col beneficio della non iscrizione nel certificato del casellario, perché ritenuti mossi solo dal vino e non da ragioni politiche. Il 25.3.1930, scontata la pena, il podestà di Santa Brigida, F. Calvetti, si rivolge al prefetto di Bergamo per ottenere il rilascio del passaporto scrivendo: "dichiaro che il Regazzoni non è persona sovversiva, la sera del 9 and. sortì da un'osteria in stato di ubriachezza ed avviandosi alla propria abitazione, si unì nel canto ai compagni senza sapere il contenuto di ciò che cantava". Il prefetto a sua volta si rivolge al Ministero dell'Interno per ottenere il rilascio del passaporto per Regazzoni e gli altri 5, condizione indispensabile per tornare in Francia e riprendere il lavoro. Il Ministero risponde positivamente. Tornato in Francia, nell'agosto 1930 l'Ambasciata italiana di Parigi, traendola da una nota ricevuta dal consolato di Chambèry, trasmette al prefetto di Bergamo l'informazione secondo la quale Regazzoni risiede a Gap (Hautes Alpes) e non fa propaganda 'anti-italiana'. Tuttavia, il 13.12.1930 il console italiano a Chambéry, G. Tommasi, invia un telegramma all'ambasciata italiana a Parigi, al Cpc e al prefetto di Bergamo, segnalando che, transitato da Albertville per recarsi a Santa Brigida, Regazzoni viene indicato come un antifascista, ma solo come convinzione interiore e riservatamente, per via del suo carattere chiuso ed introverso. In realtà, si verifica una confusione tra due persone che hanno lo stesso nome e cognome e provengono entrambe da S. Brigida, dato che quello indicato non è Giuseppe Regazzoni figlio di Santo, bensì di Cherubino. Comunque, un Giuseppe Regazzoni viene segnalato all'ufficio di Ps di frontiera al valico doganale di Bardonecchia. In effetti, la sovrapposizione tra i due Giuseppe Regazzoni emerge con chiarezza dalla lettera che da Albertville il regio agente consolare, Piero Camosso, alcuni mesi dopo i fatti sopra citati, cioè il 2.5.1931, spedisce al suo diretto superiore, il console italiano a Chambéry. La lettera si riferisce ad una telefonata che era intercorsa tra i due l'8.12.1930. La telefonata verteva sull'effettiva identità di Giuseppe Regazzoni, che da Camosso viene identificato come figlio di Santo, con i dati desunti dal passaporto dello stesso Regazzoni che, scrive Camosso, "dichiarò quel giorno che rientrava nel regno, a Santa Brigida ed infatti trovavasi in compagnia di circa 30 boscaioli dello stesso Comune, tutti come Regazzoni, rientranti al paese natio dopo aver terminato la stagione. Un fatto quindi è ben certo ed è che il Regazzoni si è presentato personalmente e che ha dichiarato di partire il giorno stesso. Un altro fatto, che rammento perfettamente, si è che nello stesso gruppo vi era un altro Regazzoni Giuseppe, del quale non vennero però notati i dati di stato civile. Quello che naturalmente non posso certificare con altrettanta certezza è se la partenza del segnalato avvenne effettivamente o no, sia perché non ho nessun mezzo per tali controlli, sia perché in quei giorni l'affluenza dei partenti era tale che si riusciva appena a far fronte allo stretto servizio consolare. É certo però che la comitiva al completo partì la sera stessa da Albertville. Perché il Regazzoni non l'avrebbe seguita? Questo l'ignoro. Sarebbe utile poter stabilire con esattezza la data del passaggio della frontiera del Regazzoni, ciò che mi è impossibile dato che egli non mi risulta ancora rientrato in Francia per la prossima stagione. Ritengo però che i servizi di frontiera abbiano potuto confondere tra i due o più Regazzoni della comitiva, perquisendone uno non segnalato (il Regazzoni Giuseppe di Cherubino) invece di quello segnalato (il Regazzoni Giuseppe di Santo), ciò che avrebbe determinato l'equivoco tuttora non risolto. Naturalmente non posso affermare che l'equivoco sia nato in tal modo, ma ritengo doveroso accennare anche a questa possibile via tanto più che l'enorme transito di quei giorni sulla linea di Modane doveva rendere i controlli oltremodo difficili e certamente più rapidi del consueto. Ad ogni modo, poiché dall'esame della pratica potuto compiere ieri, mi è sembrato che il segnalato si trovi attualmente a Santa Brigida e privato del passaporto, ritengo pure doveroso riferire che, a mio subordinato parere, dato che il Regazzoni Giuseppe fu Santo, non è da ritenersi individuo pericoloso né capace di propaganda, gli potrebbe essere concesso anche quest'anno il passaporto per l'espatrio, sorvegliando in seguito la di lui condotta all'estero. Ed esprimo parere favorevole in tal senso tanto più che il segnalato lavora sempre in mezzo a compaesani che hanno dato prova di ottimi sentimenti nazionali (i boscaioli di Santa Brigida si sono infatti finora distinti per i loro sentimenti fascisti)". La richiesta di Camosso viene accolta e a Regazzoni (di Santo) viene concesso il rinnovo del passaporto per la Francia. Proprio la confusione tra i due omonimi aveva indotto il Cpc ad attivarsi nel dicembre 1930 per ottenere informazioni anche su Giuseppe Regazzoni di Cherubino, che nel giugno 1931 viene però scagionato da qualunque sospetto (cfr. scheda). Per parte sua, Giuseppe Regazzoni di Santo alla fine del 1931 chiede il rinnovo del passaporto per tornare a Santa Brigida e rientrare in Francia, concesso dal Consolato italiano di Chambéry il 5.12.1931. Lo stesso giorno Regazzoni, dopo aver lavorato alle dipendenze della ditta di Edouard Piquaud di Saint Sigismond (Alta Savoia), parte da Beaufort-sur-Doron (Alta Savoia) per raggiungere il paese natale. In genere, Regazzoni torna a Sana Brigida a fine anno e riparte per la Francia in primavera. L'8.11.1936 Francesco Zaccaria, brigadiere comandante della stazione dei Cc di Piazza Brembana (Bg), informa la questura di Bergamo che a proposito di Regazzoni "ignorasi quale condotta politica professa in Francia. Non può considerarsi meritevole della radiazione dallo schedario dei sovversivi, sconoscendo le sue attuali idee politiche". Nel settembre 1938 rientra definitivamente a Santa Brigida. Puntualmente, il 2.10.1939 la Questura di Bergamo chiede notizie su di lui ai Cc di Piazza Brembana. La risposta, redatta dal brigadiere Ildefonso Rossi, giunge l'8.10.1939: Regazzoni si è stabilito nella frazione Foppa del suo paese, lavora come contadino, è sposato con Caterina Regazzoni, ha 2 figli, Santo e Angelina, e non si occupa di politica. Non è iscritto al Pnf ma i Cc di Piazza Brembana forniscono parere favorevole alla sua radiazione, tanto che l'8.11.1939 il maresciallo maggiore Giovanni Ponti dei Cc di Zogno (Bg) riferisce alla Questura di Bergamo il parere del comandante dei Cc di Piazza Brembana, favorevole alla radiazione. Cpc, b. 4265, 1930-1939. (G. Mangini)
Familiari
Regazzoni Santo (padre)
Bianchi Angela (madre)
Regazzoni Caterina (moglie)
di Battista e Marcellina Regazzoni, nata a Santa Brigida il 15.10.1910.
Regazzoni Caterina (sorella)
Regazzoni Santo (figlio)
Nato il 9.11.1934.
Regazzoni Angelina (figlia)
Nata il 17.9.1937.
Regazzoni Tommaso (fratello)
Luoghi di residenza
Santa Brigida Lombardia Italia frazione Foppa (1905 - 1927) Grenoble Alvernia-Rodano-Alpi Francia (1927 - 1928) Albertville Alvernia-Rodano-Alpi Francia (1929 - 1929/12/12) Santa Brigida Lombardia Italia frazione Foppa (1929/12/12 - 1930) Francia (1930 - 1938) Santa Brigida Lombardia Italia frazione Foppa (1938 - ?)
Fatti notevoli
1930/03/10 - 1930/03/10
Arrestato il 10.3.1930 perché la sera prima, nell'abitato della frazione Foppa, con altri 5 giovani del paese, tutti Regazzoni (suo fratello Tommaso, Giovanni, Battista, Geremia, Giacomo), tutti maggiorenni e tutti ubriachi, ha cantato una canzone 'sovversiva': 'Quando Bandiera rossa si cantava - quaranta lire si pigliava - adesso che si canta giovinezza voglion farci morir di debolezza'. Tutti e sei erano in procinto di ritornare in Francia per lavoro.
Sanzioni subite
arresto (1930/03/12 - 1930/03/22)
Il 12.03.1930 viene condannato a 10 giorni di arresto e al ritiro del passaporto.
Relaz. con altri soggetti
Regazzoni Tommaso
ASBg, Sovversivi
Regazzoni Giovanni
ASBg, Sovversivi
Regazzoni Battista
ASBg, Sovversivi
Regazzoni Geremia
ASBg, Sovversivi
Regazzoni Giacomo
ASBg, Sovversivi
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1939
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 4265, Fascicolo