Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Treviglio (Bg), dove risiede in piazza Cameroni. Sposato con Giacoma Lucia Mauri, ha 5 figli (Luigi Rinaldo Giovanni, Oberdan, Scintilla, Annita, Bruno). In piazza Cameroni a Treviglio è titolare della succursale locale della ditta di macchine da cucire Singer, per la quale è commesso viaggiatore. Socialista, ha come dipendente Giovanni Antonio Marta, a sua volta socialista, sorvegliato e incluso nell’elenco dei sovversivi. Il 27.6.1900 il Tribunale civile di Bergamo lo condanna a 5 mesi per bancarotta semplice. Il 26.9.1908 la Prefettura di Bergamo informa la Sotto-prefettura di Treviglio che Setti ha partecipato al X Congresso nazionale socialista, tenutosi a Firenze dal 19 al 22.9.1908. Nel successivo mese di ottobre Setti viene così descritto dalla Questura di Bergamo: “Conduce vita regolare. Non è dedito né al giuoco né all’ubriachezza. É interessato per la sua famiglia. Nel suo partito professa idee alquanto spinte. Ha poca istruzione”. Il 12.9.1909 il commissario di Ps Arnaldo De Franceschi informa che Setti ha partecipato ai festeggiamenti tenuti a Bergamo per l’inaugurazione del vessillo della locale CdL, partecipando ai cortei e ai comizi e applaudendo a tutti gli interventi dei vari oratori. Con una nota riservata del 21.4.1914, il prefetto Molinari si rivolge alla Sotto-prefettura di Treviglio per avere “informazioni su individuo professante in Treviglio principi sovversivi”, desumendo l’informazione da una corrispondenza da Treviglio del giornale «Vita Nuova», nella quale si cita qualcuno, ipotizzando appunto Setti, che “risponde al nome di Casa Propria e che vuol essere con prepotenza il lader (sic) dei socialisti. Si proclama amico intimo, senza esserlo, di Turati, Ferri, Treves, Ciccotti ecc. É il portabandiera di tutte le ridicole passeggiate, si introduce sfacciatamente nelle riunioni, nei congressi, quale rappresentante il Circolo socialista di Treviglio. In questi giorni si dà mani e piedi per raccogliere un po’ di nomi che gli diano il mandato di rappresentanza al prossimo congresso di Ancona; all’uopo ha già convocato due riunioni”. Il 28.3.1923 il sotto-prefetto di Treviglio scrive al prefetto che Setti da molto tempo è appartato dalla vita politica e sembra manifestare idee popolari moderate. Il 26.6.1926 la Questura di Milano perquisisce la casa dell’anarchico Giuseppe Conti nel capoluogo lombardo e nel corso della perquisizione viene sequestrata una rubrica nella quale figura anche il nome di Setti. La relativa comunicazione dalla Questura di Milano alla Sotto-prefettura di Treviglio avviene il 13.9.1926. Il mese dopo, tuttavia, e cioè il 31.10.1926, il brigadiere Calabrò dei Cc rileva che da molto tempo Setti non si occupa più di politica e, anzi, ha contribuito a tutte le sottoscrizioni e partecipato a tutte le iniziative pubbliche fasciste, esponendo anche la bandiera tricolore per salutare simbolicamente lo scampato pericolo dopo uno degli attentati contro il duce: proprio nel giorno della nota dei Cc, a Bologna si verifica il cosiddetto attentato Zamboni contro Mussolini. Oltre ad esporre la bandiera tricolore il giorno dell’anniversario della marcia su Roma, segue le direttive fasciste e “pare che il Setti sia tuttora in relazione diretta col Presidente dei Ministri On. Mussolini perché amici di vecchia data”. Il 10.8.1931 deve dichiarare fallimento ma risulta che in seguito abbia ripreso la sua attività commerciale. Muore nel dicembre 1934. (G. Mangini)