Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 25.7.1881, dove abita in via Masone 10, è sposato con Virginia Valoncini, legatore di libri e tappezziere, sindacalista rivoluzionario. Il 14.11.1903 viene fondata la sezione bergamasca del Psi di orientamento riformista che prende il posto del precedente Circolo socialista, ma all’assemblea non partecipa il Gruppo per la propaganda socialista perché è costituito dai socialisti rivoluzionari, i cui principali esponenti, oltre a Rocchi, sono Federico Luraschi e Aristide Piccinini. Il gruppo è ben radicato nella classe operaia per l’efficace lavoro di propaganda e organizzazione, riconosciuto ai rivoluzionari anche dalla componente riformista del Psi. Nel settembre 1905 Rocchi porta in Questura il manifesto che annuncia i comizi socialisti del 18 e del 25.9.1905. Il 24.5.1908 a Bergamo si tiene un comizio a favore degli scioperanti di Parma e, presentando l’oratore venuto per l’occasione da Milano, il socialista Longoni, Rocchi sottolinea l’importanza della lotta dei contadini parmensi ed esorta gli operai bergamaschi ad accogliere i figli degli scioperanti come segno di concreta solidarietà di classe. La Prefettura di Bergamo inizia la compilazione della sua scheda biografica l’1.8.1908. Domenica 28.3.1909, insieme al socialista trevigliese Dino Caroncini, tiene alle 16 un pubblico comizio a Caravaggio. I due parlano un quarto d’ora ciascuno davanti a circa 100 persone sulla necessità dell’organizzazione operaia. Nella prospettiva del sindacalismo rivoluzionario e in atteggiamento sempre molto critico nei confronti della CGdL, insieme a Luraschi e Piccinini nel 1910 Rocchi dà vita al Fascio operaio di Bergamo e provincia. Il suo ruolo attivo nella riorganizzazione della CdL di Bergamo viene segnalato dalla Questura nel maggio 1910. Nel successivo mese di ottobre fonda il quindicinale «L’Azione Proletaria» (1910-11), organo del Fascio operaio, di cui è gerente responsabile. Il suo ruolo attivo nel contesto dell’attività del Fascio operaio di Bergamo e provincia, per il quale si occupa della propaganda, viene rilevato dalla Questura nell’agosto 1911. Il 6.2.1913 la Questura di Milano informa il prefetto di Bergamo che nel dicembre 1912 si è costituito a Milano un comitato di sindacalisti allo scopo di raccogliere fondi per la pubblicazione di una rivista, «L’Avanguardia», organo del sindacalismo e dell’azione autonoma e diretta della classe operaia. Tra i componenti del comitato figura anche Rocchi che, come gli altri componenti, ha appunto l’incarico di raccogliere sottoscrizioni per il giornale, per poi riportare le rispettive schede di associazione presso la CdL di Milano entro il 15.2.1913 e consegnarle a Decio Bacchi (Polesella, 1876 - Milano, 1935), insieme a Filippo Corridoni figura centrale del sindacalismo rivoluzionario milanese. Nel maggio 1913 si abbona a sua volta a «L’Avanguardia» versando le 5 lire dovute. Dopo un breve periodo di riavvicinamento tra socialisti riformisti e sindacalisti rivoluzionari, realizzatosi nel giugno 1913 e determinato dalla pressione operaia per ottenere dal Comune di Bergamo la concessione dei locali per la CdL, già in agosto gli esponenti rivoluzionari del sindacalismo bergamasco, e tra loro Rocchi, attaccano duramente il Psi e la CGdL. La sera dell’11.8.1913, in un comizio indetto a Bergamo in solidarietà con gli scioperanti di Milano, assume la presidenza del comizio, interviene per primo e sostiene la prospettiva sindacalista e lo sciopero generale. Ne deriva la spaccatura tra le due componenti del movimento sindacale bergamasco e l’adesione all’Usi del gruppo rivoluzionario. Così, il 14.12.1913 viene costituita l’Unione Sindacale Bergamasca in un comizio presieduto dallo stesso Rocchi, che entra nella Commissione esecutiva. In occasione del 1.5.1914 prende la parola nel comizio di Bergamo per la festa del lavoro, sottolineando l’utilità dell’organizzazione operaia. Sempre sul tema ‘Dell’utilità dell’organizzazione operaia’, alle 20 del 14.5.1914, sulla piazza antistante la chiesa di Seriate, davanti a circa 50 persone tiene una conferenza indetta dall’Unione Sindacale Bergamasca. In 15 minuti esorta gli operai ad organizzarsi ed unirsi per il miglioramento della propria condizione economica e sociale nel contesto del conflitto tra capitale e lavoro. Nel corso della settimana rossa del giugno 1914, in seguito alla forte conflittualità operaia determinata dagli avvenimenti di Ancona, viene segnalato tra i più attivi fautori delle manifestazioni tenute a Bergamo, nel corso delle quali prende spesso la parola. Le vicende di quei giorni favoriscono un riavvicinamento tra la componente riformista e quella sindacalista del movimento operaio bergamasco, che porta alla costituzione di un Comitato operaio con composizione paritetica, in vista della ricostituzione unitaria della CdL di Bergamo. I due segretari del Comitato sono Carlo Zilocchi per i socialisti riformisti e lo stesso Rocchi per i sindacalisti rivoluzionari. Il dibattito sindacale e politico seguito a questa iniziativa si può seguire sulle pagine della rivista «Vita nuova» (1911-1915), settimanale della federazione provinciale socialista di Bergamo. L’8.1.1915, nella sede della Casa dei lavoratori, Rocchi presiede la riunione che porta alla definitiva ricostituzione della CdL di Bergamo, nonostante le divergenze tra socialisti e sindacalisti siano sempre presenti. Per rilanciare l’iniziativa sindacale e il ruolo della Cdl, è tra i più attivi nell’organizzare e tenere comizi in varie località, in provincia e in città, sul tema dell’organizzazione operaia e dell’azione diretta di classe, come nel caso della conferenza sul tema ‘Utilità dell’organizzazione operaia’ davanti a circa 100 persone sulla piazza Vittorio Emanuele II di Ranica dalle 15.30 alle 16 del 10.1.1915, mentre a Nese la stessa conferenza, prevista lo stesso giorno alle 12.30, non viene svolta per l’assenza di spettatori. Nella stessa direzione va inteso il comizio tenuto da Rocchi al Teatro Nuovo di Bergamo il 31.1.1915 contro il rincaro del pane e contro l’abolizione del riposo notturno e settimanale dei panettieri, che vede la partecipazione di circa 4.000 persone. Importante, in tal senso, è l’articolo scritto da Rocchi per «Vita nuova» e uscito nel fascicolo del 6.2.1915, intitolato In favore dell’unità operaia, in cui sottolinea l’urgenza e la necessità di superare le divisioni ideologiche e organizzative che ancora caratterizzano le diverse strutture sindacali, per dar luogo all’unione sindacale di classe, unico strumento in grado di fronteggiare gli avversari della classe operaia, particolarmente agguerriti nella ‘rocca forte del clericalismo che ha fatto della nostra provincia la vandea d’Italia, e la fucina del crumiraggio ogni volta che i compagni di altre località combattono per i propri miglioramenti’. Dopo un altro comizio tenuto il 28.2.1915 e al quale avrebbe dovuto partecipare Armando Borghi, sostituito però da Casimiro Accini della CdL di Parma, presiede la riunione del Consiglio generale della CdL di Bergamo per il rinnovo trimestrale degli organismi provvisori, tenendo uno dei discorsi ufficiali. Come segretario della CdL Sindacale di Bergamo, il 25.6.1916 partecipa a Firenze al consiglio dell’Usi, introdotto dalla relazione morale del segretario Armando Borghi. Nella circostanza, come informa la Questura di Firenze, viene deliberato di dar luogo ad intensa propaganda per attrarre nell’orbita sindacalista il maggior numero possibile di aderenti, allo scopo di riorganizzare il movimento operaio e dar luogo ad un partito che, nel dopoguerra, si ponga alla testa della rivoluzione proletaria. Inoltre, viene presa la decisione di non partecipare al congresso indetto a Londra dai “seguaci della quadruplice perché riconosciuto di carattere intesista e non veramente internazionale”. Agli inizi del 1917 è chiamato alle armi e il 9.1.1917 la Prefettura di Bergamo lo segnala a quella di Udine come sindacalista da vigilare. L’ 8.3.1917 la Prefettura di Udine, oltre a confermare che Rocchi è arruolato nel 2° Reggimento Fanteria, 40a Compagnia presidiaria di stanza in Friuli ma collocato in un distaccamento a Cordignano (Tv), comunica di averlo posto sotto sorveglianza. A partire dal 5.1.1918 viene mandato a casa in convalescenza per 120 giorni. Terminato il servizio militare, nel 1919 riprende l’attività propagandistica tra gli operai e svolge parte attiva nel sostegno al memorandum presentato agli industriali in occasione dello sciopero degli operai degli stabilimenti di Dalmine del marzo 1919. In generale, è molto attivo nel biennio rosso e, insieme all’anarchico Giuseppe Papini e ad Aristide Piccinini, rappresenta la componente operaia in una Commissione arbitrale paritetica per i casi di licenziamento, istituita anche a Bergamo, in ottemperanza al concordato nazionale firmato a Roma il 27.9.1919 sui minimi salariali. Nel settembre 1920, nel contesto dell’occupazione delle fabbriche, insieme ad altri sindacalisti della CdL di Bergamo tiene una serie di comizi a Bergamo e in provincia. Nell’ottobre dello stesso anno partecipa a Bergamo ad un comizio pro-vittime politiche, sostenendo la necessità di un’amnistia generale e del riconoscimento dei Soviet da parte del governo italiano. Inoltre, nello stesso periodo è segretario della Lega lavoranti fornai che aderisce alla CdL e, in quanto tale, interviene nelle vertenze tra i proprietari e le maestranze, prendendo parte attiva in città alle agitazioni dei lavoranti pastai e del personale addetto ai mulini. Il 13.2.1921 si tiene il Congresso della CdL di Bergamo e viene nominato componente della Commissione Esecutiva. Alle 10 di mattina del 7.2.1923 gli agenti Carlo Turina e Francesco Chioffi eseguono una perquisizione domiciliare nella sua abitazione in via Masone 10, presente il cognato Erminio Carini, con il pretesto della ricerca di armi e munizioni non denunciate, che però non ci sono. Dopo l’avvento del fascismo, pur mantenendosi ostile al regime fascista, si tiene in disparte da ogni attività, tanto che il 16.7.1928, compilando una breve scheda biografica per il fascicolo a lui dedicato, il comandante della squadra politica della questura Luigi Guidolotti non lo ritiene pericoloso. Nell’agosto 1929 risiede a Bergamo in via Santa Lucia 2 e viene definito anarchico. Nel 1930 viene incluso nel novero dei sovversivi da arrestare in determinate circostanze e, nel dicembre dello stesso anno, il Cpc chiede alla Questura di Bergamo di trasmettere a Roma copia della sua fotografia. Nei successivi anni Trenta non ci sono segnalazioni significative sul suo conto. Nel 1935 abita in via San Lazzaro 14 e lavora come venditore ambulante di chincaglierie. Nel 1936 è tappezziere di carta e abita in piazza Pontida 33. Muore a Bergamo a casa sua il 13.8.1936. Cpc, b. 4364, 1908-1936, scheda biografica. (G. Mangini)