Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Capriate d'Adda (Bg) il 23.10.1889. Partecipa alla prima guerra mondiale e con sentenza del Tribunale di guerra è condannato a 2 anni di reclusione militare per diserzione, pena sospesa per 5 anni. Socialista, iscritto all’associazione combattentistica, il 7.7.1924 viene arrestato dai Cc per violenza privata e complicità in minacce a mano armata contro fascisti. I Cc di Bergamo bassa lo arrestano l’11.8.1924 per canto di inni sovversivi e gli forniscono il foglio di via obbligatorio per Capriate. Il questore chiede notizie sul suo conto e i Cc di Bergamo rispondono il 4.9.1924 che Teli è di mediocre condotta morale e dedito al vino, anche se non viene ritenuto pericoloso. Nel maggio 1928 i Cc di Bergamo informano la Questura che si tiene estraneo alla politica, mostrandosi favorevole al governo. Giudizio analogo viene formulato dai Cc il 12.3.1931 e per questo è ritenuto meritevole della radiazione. Il 30.4.1938, tuttavia, viene arrestato dai Cc di Capriate San Gervasio insieme a Giovanni Battista Rocco Colombo, operaio meccanico presso lo stabilimento di Crespi d’Adda (Mi) insieme a Teli. L’arresto è dovuto a quella che viene definita una “manifestazione sovversiva”. Secondo il rapporto del prefetto di Bergamo a quello di Milano del 12.5.1938, la mattina del 31.3.1938 Teli e Colombo, operai negli stabilimenti tessili di Crespi d’Adda, si ritrovano nei gabinetti e si scambiarono impressioni sul discorso pronunciato il giorno prima dal duce in Senato sul bilancio delle Forze Armate. Alla domanda di Teli se Colombo avesse udito il discorso del duce, Colombo risponde riferendosi a Mussolini con la frase “Si, fa andare giù i c… anche lui”. Teli continua lamentandosi del fatto che i reduci della grande guerra vengono dimenticati, “mentre non si fa che esaltare quelli di Africa per essere andati a prendere delle sabbie. Disse infine che mentre si spendono milioni per gli armamenti, c’è in Italia chi soffre la fame”. Infine, Teli avrebbe concluso con la frase “Speriamo che non ci siano più guerre”. La ricostruzione del colloquio tra i due è contenuta nella deposizione dell’operaio Luigi Manenti (fu Pietro e Genoveffa Barzaghi, n. il 20.12.1899 a Crespi d’Adda, dove risiede) che, trovandosi nei pressi, ascolta il colloquio tra i due e lo riferisce al segretario del fascio di Capriate, che a sua volta ne informa i Cc. Manenti dichiara infine che si è sentito di denunciare il colloquio “perché tale era il mio dovere di fascista”. Interrogati in proposito, i due negano. Teli fa presente di aver avuto, anni prima, un grave alterco per ragioni di donne con il fratello dell’accusatore, il che aveva lasciato uno strascico di astio tra le due famiglie, confermato dall’accusatore che, come Teli, in passato è stato socialista, mentre l’operaio Colombo, incensurato, è iscritto al Pnf. Su indicazione ministeriale contenuta in un telegramma da Roma del 17.5.1938, Teli e Colombo vengono rilasciati e sottoposti solo a diffida, perché non viene ritenuta provata a sufficienza l’accusa, tanto più che l’accusatore ha motivi di risentimento. Nel dicembre 1939, per la periodica revisione dello schedario, la Questura di Milano informa i Cc di Treviglio che Teli da anni tiene buona condotta e che per i fatti del 1924 è stato da tempo amnistiato e perciò è meritevole della radiazione. I Cc di Treviglio, a loro volta, riferiscono al questore di Bergamo che negli ultimi tempi non ha dato luogo a rimarchi e si è accattivato la simpatia del fascio locale. Ha due figli alle armi volontari uno nell’aviazione e l’altro nella Milizia. Radiato nel 1940. (G. Mangini, R. Vittori)