Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Vertova (Bg) il 31.1.1907, bracciante, muratore, sovversivo, sospetto antifascista, fratello di Gabriele, a sua volta compreso nell’elenco dei sovversivi. Emigra in Francia il 17.8.1930 per lavoro. Prima di emigrare subisce due procedimenti penali, per furto semplice (Pretura di Clusone, 9.12.1927, assolto per insufficienza di prove) e per diffamazione (Tribunale di Bergamo, 7.11.1930, condannato a 4 mesi di carcere e 500 lire di multa). Nel giugno 1937 il Consolato italiano di Reims segnala al Ministero dell’Interno che a Troyes è stato notato come frequentatore assiduo di ritrovi di sovversivi, indicandolo come propagandista comunista e antifascista. Il 15.1.1937 rientra in Italia da Domodossola diretto a Vertova, segnalato dalla Prefettura di Novara a quella di Bergamo, con la richiesta di rintracciarlo, vigilarlo e interrogarlo sulla sua attività politica all’estero, “cautelando fonte informativa”. Torna in Francia il 27.7.1937, il 21.5.1938 è inserito in RF con il n. 07793 per ‘perquisizione e segnalazione’. Nel 1939 risiede a Troyes e continua a svolgere propaganda antifascista. Il 14.2.1941 attraverso il valico di Bardonecchia rientra in Italia diretto a Vertova. Alla frontiera viene perquisito, con esito negativo. É vedovo e senza figli. Agli inizi del marzo 1941 l’Unione Provinciale dei Sindacati dell’Industria richiede per lui il passaporto per la Germania rivolgendosi direttamente alla Prefettura di Bergamo, il cui parere in proposito è un passaggio procedurale necessario. La Prefettura, però, trasmette la richiesta direttamente al Ministero dell’Interno il 10.3.1941, perché la formulazione di un parere è subordinata alla conoscenza della condotta di Tonolini ma, argomenta la Prefettura, “questo ufficio non è in grado di esprimere alcun parere dato il brevissimo tempo di permanenza nel Regno”. Il Ministero dell’Interno risponde alla Prefettura di Bergamo il 22.3.1941: “nelle attuali contingenze, non si ritiene di dare seguito alla richiesta di espatrio”. Il 27.5.1941 Tonolini da Vertova scrive direttamente al Ministero dell’Interno allo scopo di ottenere il passaporto per la Germania per motivi di lavoro. Nella lettera ripercorre in breve la sua vicenda, a partire dall’internamento in un campo di concentramento francese al momento dello scoppio delle ostilità tra Francia e Italia, da dove viene liberato e rimpatriato grazie al Consolato italiano. Chiesto il passaporto per la Germania, ottiene un rifiuto ed è contro tale rifiuto che scrive: “sapendo che durante i lunghi anni di permanenza in Francia non ha mai commesso atti disonorevoli per un cittadino italiano, e non appartenne mai a partiti sovversivi, ritiene di essere stato scambiato con qualche altro cittadino e forse con suo fratello Gabriele col quale ebbe già a subire dispiaceri. In relazione a quanto sopra rivolge a codesto Ecc. Ministero domanda affinché venga dato ordine al R. Questore di Bergamo pel rilascio del passaporto al fine di poter avere un onesto lavoro. Il sottoscritto sarà poi felice di potersi scolpare presso il R. Questore delle accuse che gli si fanno”. Sulla lettera, a lapis, un funzionario di Questura aggiunge: “É comunista”. La lettera, indirizzata direttamente a Roma, viene trasmessa il 5.6.1941 alla Questura di Bergamo e ora si trova in originale nel fascicolo. Dal 13.6.1941 si trova a Torino. Il 26.6.1941 i Cc di Gazzaniga inviano alla Questura di Bergamo un rapporto su di lui firmato dal comandante della stazione locale, vice-brigadiere Carlo Boccoli: “Moralmente gode poca fama in paese per il suo passato, essendo stato poco amante del lavoro. Era diviso di fatto dalla moglie, dedito al vino. Immediatamente all’avvento del Fascismo emigrò in Francia ove condusse vita non solo poco corretta, ma mantenne atteggiamento ostile al regime, e dove poteva esercitava attività avversa al regime. Il fratello Gabriele che fu pure in Francia in quell’epoca lo accusava di idee comuniste e scrisse agli amici del paese tacciandolo di svolgere in Francia attività comunista. Durante il tempo del suo rimpatrio in Vertova non manifestò più idee sovversive. Si mantenne riservato cercando di acquistarsi la simpatia dei fascisti del luogo. Dato il suo passato politico non lo si ritiene elemento adatto di inviare al lavoro in Germania. Il Tonolini trovasi a Torino al lavoro con recapito presso la trattoria Toscana”. L’11.7.1941 la Prefettura di Bergamo ne segnala a quella di Torino presenza nel capoluogo piemontese presso un esercizio pubblico di via Piazzi 193, ma il 23.7.1941 la Prefettura di Torino risponde dicendo che non è stato rintracciato e che all’indirizzo indicato non c’è alcun esercizio pubblico e nemmeno nelle vicinanze. Vengono perciò richieste a Bergamo più precise indicazioni. Il 10.8.1941 il maresciallo Antioco Palmas da Gazzaniga (Bg) scrive alla questura di Bergamo informando che l’indirizzo corretto a Torino è via Nizza 193, non via Piazzi. Gli stessi Cc di Gazzaniga, tuttavia, in una nota indirizzata alla Questura di Bergamo alla stessa data del 10.8.1941 e firmata dallo stesso maresciallo Antioco Palmas, smentiscono del tutto quanto da essi stessi scritto due mesi prima nella relazione del 26.6.1941, scrivendo che “non si conosce la sua condotta tenuta all’estero. Comunque non consta vi abbia svolta propaganda avversa al nostro regime o di aver professato idee comuniste”. Alla fine di agosto 1942 la Prefettura di Torino informa quella di Bergamo che Tonolini lavora presso la Società Anonima Imprese Stradali Struero e alloggia nei baraccamenti mobili dell’impresa. La Questura di Torino rilascia finalmente il passaporto per la Germania e Tonolini parte il 18.9.1942. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 5153, fasc. 132135, 1937-1941. (G. Mangini)