Truzzi Dualco Riccardo


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n. busta
116
n. fascicolo
3486
Primo estremo
1929
Secondo estremo
1942
Cognome
Truzzi
Nome
Dualco
Altri nomi
Riccardo
Presenza scheda biografica
Luogo di nascita
Data di nascita
1895/05/04
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
impiegato viaggiatore di commercio
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Pegognaga (Mn) il 4.5.1895, ha la licenza elementare. Sposato con Gemma Dall’Oglio, è padre di due figli. Impiegato, viaggiatore di commercio. Scheda biografica redatta a partire dal 28.10.1920 e aperta dalla Prefettura di Mantova, nella quale, alla voce “abbigliamento abituale”, viene scritto: “modesto, porta cravatta nera a cencio”. Nella scheda la sua qualifica politica è “socialista rivoluzionario” e quindi persona da arrestarsi in determinate circostanze. A Mantova è segretario dell’Associazione Casearia Mantovana. Tiene conferenze e, secondo la Prefettura di Mantova, la sua attività di propaganda rivoluzionaria è molto efficace. Collabora alla redazione del giornale «La nuova terra» di Mantova, al periodico anarchico «Umanità Nova» di Milano e mantiene rapporti con altri rivoluzionari italiani. Il 6.11.1920 viene nominato segretario del Consiglio provinciale di Mantova. Nel 1922 si trasferisce a Cremona, dove è ancora segnalato nel marzo 1923 come segretario del sindacato degli edili. Nel giugno 1925 lavora come rappresentante di commercio e agente di assicurazione a Cremona con lo studio professionale in via Palestro 3. La stessa segnalazione viene fatta nel maggio 1929. Nel corso degli anni Venti la sua abitazione viene più volte sottoposta a perquisizione, ogni volta con esito negativo. Nella seconda parte del 1929 si trasferisce con la famiglia a Bergamo in piazza Mascheroni 9, in Città Alta. Nel trasmettere copia della scheda biografica alla Prefettura di Bergamo, la Questura di Cremona segnala Truzzi come persona da fermare in determinate circostanze. Infatti, il 5.1.1930 il Commissariato di Ps di Città Alta lo ferma e lo rinchiude nelle carceri di Sant’Agata, da dove viene liberato solo la mattina dell’11.1.1930. Truzzi chiede le ragioni del fermo e gli viene risposto che si è trattato di una misura di pubblica sicurezza in occasione delle nozze del principe Umberto, avvenute l’8.1.1930. Per questo, il 21.1.1930 su carta intestata ‘Società Anonima Caramaschi e C. - Formaggio Reggiano Parmigiano – Suzzara’ scrive direttamente al questore, lamentandosi per la gratuità della misura restrittiva adottata nei suoi confronti, dato che dal 1922 non si occupa più di politica e che le sue preoccupazioni riguardano solo la famiglia ed il lavoro, rispetto al quale lamenta, in prospettiva futura, il danno che deriverebbe alla sua attività di rappresentante di commercio da altri eventuali fermi di polizia improvvisi e prolungati. Nel giugno 1931 lavora per la ditta milanese I.C.L.O. di via Marghera 14 a Milano, per conto della quale commercia profumi. Il proprietario è Paride Franchi, presso il quale talvolta pernotta, ma da cui viene licenziato nel dicembre 1931 in seguito ad un’operazione di appendicite dei primi di ottobre 1931, che ha dato luogo ad una lunga convalescenza. Il giorno 1.1.1932 viene assunto come viaggiatore piazzista presso la S.A.I.A. - Società Anonima Industrie Alimentari, con sede in Genova-Nervi e diretta da Giovanni Politi. Dato che Truzzi abita a Bergamo, una o due volte la settimana si ferma a Nervi presso il direttore dell’azienda. Nell’agosto 1932 lavora ancora a Nervi, ma alla fine dell’anno viene licenziato. Dal gennaio 1933 assume la rappresentanza commerciale della ditta AGCH di Milano. L’8.6.1933 il console comandante della Mvsn di Bergamo, Angelo Testa, scrive alla Questura segnalando il nominativo di Truzzi e sintetizzandone il percorso biografico e politico. Nel luglio 1933 viene radiato dall’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze. Il 4.4.1935 gli agenti Ps Sante Jacobazzi e Salvatore Gelardi, della squadra politica della Questura di Bergamo, informano che Truzzi è ancora rappresentante dell’Agenzia Generale estratti Carne di via Pietrasanta 12 a Milano, per conto della quale, insieme al collega Giovinazzi, si reca giornalmente in treno a Milano, Lecco, Sondrio, Chiavenna e altri centri vicini, tornando a Bergamo la sera. Dai primi anni Trenta fino all’estate 1942 nelle periodiche annotazioni sulla sua scheda personale non ci sono segnalazioni di sorta. In questi anni, tuttavia, c’è una sola eccezione all’assenza di rilievi sul suo conto. Nel maggio 1937 presso il liceo classico ‘Sarpi’ di Bergamo viene trovato il disegno del simbolo comunista della falce e martello. Una rapida inchiesta aperta dalla Questura porta all’individuazione degli autori del disegno, gli studenti Renato Curatolo (nato a Firenze il 29.12.1921, fu Giuseppe e Albertina Bicci, residente a Bergamo in piazza Mascheroni 1, del quale i Cc di Bergamo scrivono il 18.5.1937 che risulta “di carattere presuntuoso ed incline per temperamento e per la lettura, forse male assimilata, all’ateismo”), Fausto Reposi (nato a Varzi, Pv, il 27.7.1921, fu Carlo e Maria Renati, residente a Bergamo via Colle Aperto 36, figlio di un ex-giudice del Tribunale di Milano, morto nel 1933), Battista Benedetti (nato a Bergamo il 2.6.1922, di Pietro e Giuseppina Dentella, abitante in Borgo Santa Caterina 31). Emerge così che Curatolo risiede in Città Alta in piazza Mascheroni 1, vive cioè nello stesso stabile dove abita Truzzi e vicinissimo allo stabile dove, al n. 2 della stessa piazza, vive Annetta Bolzoni vedova Ghidini, maestra elementare in pensione e a sua volta, come Truzzi, sorvegliata in quanto ex-segretaria della sezione socialista di Bergamo. Emerge anche il fatto che la Bolzoni sia in ottimi rapporti con Truzzi, con il quale spesso si intrattiene la sera. L’ipotesi avanzata dalla Questura è che il giovane Curatolo sia influenzato da Truzzi e Bolzoni. Tuttavia, nella documentazione conservata non ci sono tracce di ulteriori sviluppi, tranne il fatto che viene posta sotto controllo la posta di Truzzi e di Bolzoni Il rapporto dei Cc di Bergamo al questore del 18.5.1937 tende già a ridimensionare la portata dell’episodio, dato che, parlando dello studente Reposi, il rapporto dei Cc osserva che “disegnò l’emblema comunista per dimostrare al Curatolo che in fatto di disegno era più capace, per cui corresse, senza secondi fini, quello disegnato prima dal Curatolo”. L’1.12.1938 il capitano comandante dei Cc di Bergamo, Giuseppe Passanisi, riferisce alla Questura che Truzzi “conduce vita ritirata; è attaccato al lavoro ed alla famiglia, non frequenta compagnie né esercizi pubblici. Si ritiene però ancora prematura una sua eventuale proposta di radiazione dallo schedario”. Parole del tutto simili vengono scritte qualche mese dopo, il 31.3.1939, dal nuovo capitano dei Cc di Bergamo, Mario Badoglio, il quale informa la Questura che Truzzi “conduce vita ritirata, è attaccato al lavoro; vive in serie ristrettezze finanziarie. È rispettoso e deferente verso le autorità, legge quotidianamente il periodico «Popolo d’Italia», ma una prova vera e propria del suo ravvedimento non l’ha fin qui fornita. Si omette pertanto d’avanzare proposta di radiazione dallo schedario dei sovversivi”. Il 4.4.1942 il comandante della stazione dei Cc di Bergamo Alta, Alberto Lanoce, scrive al questore che “da qualche anno il Truzzi avvicina e cerca di guadagnarsi l’apprezzamento dei fascisti locali, ma dato l’attuale stato di guerra questo comando ritiene ancora prematura la sua radiazione dallo schedario politico cui è iscritto”, ma nel giugno successivo lo stesso Lanoce ritiene che Truzzi “non rivesta più alcun pericolo di carattere sociale e politico dato il lungo tempo in cui egli ha dimostrato di non più occuparsi di politica e che cerca, invece, di riabilitarsi politicamente e mettersi al livello di ogni altro cittadino”, pertanto esprime parere favorevole alla radiazione dal novero dei sovversivi schedati anche se rimane incluso nell’elenco dei sovversivi generici. Il nulla osta del Cpc giunge il 6.8.1942. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Uno dei suoi figli si chiama Erio, nato a Cremona nel 1923, pittore, attivo anche a Bergamo. Il nome di Erio Truzzi, come ex-partigiano con il nome di ‘Toro’, figura nel Fondo dell’Ufficio Patrioti di Bergamo presso l’Archivio di Stato di Bergamo. Cpc, b. 5234, fasc. 048015, 1920-1942, scheda biografica. Archivio di Stato di Mantova, Fondo ‘Questura di Mantova, Casellario Giudiziario. Categoria A 8, Radiati, dalla A alla Z’, busta n. 154, Truzzi Dualco, n. Pegognaga (Mn) 4.5.1893, 1919-1942, socialista. (G. Mangini)
Familiari
Truzzi Giovanni (padre)
Lambri Antonia (madre)
Dall'Oglio Gemma (moglie)
Truzzi Erio (figlio)
Nato a Cremona nel 1923, pittore, attivo anche a Bergamo. Il nome di Erio Truzzi, come ex-partigiano con il nome di 'Toro', figura nel Fondo dell'Ufficio Patrioti di Bergamo presso l'Archivio di Stato di Bergamo.
Luoghi di residenza
Mantova Lombardia Italia (? - 1922) Cremona Lombardia Italia (1922 - 1929) Bergamo Lombardia Italia piazza Mascheroni 9 (1929 - ?)
Fatti notevoli
1919 - 1920
Collabora alla redazione del giornale «La nuova terra» di Mantova, al periodico anarchico «Umanità Nova» di Milano e ha rapporti con altri rivoluzionari italiani.
Sanzioni subite
arresto (1930/01/05 - 1930/01/11)
Il 5.1.1930 il commissariato di Ps di città alta lo ferma e lo rinchiude nelle carceri di S. Agata, da dove viene liberato solo la mattina dell'11.1.1930. Chieste le ragioni del fermo, a Truzzi viene risposto che si è trattato di una misura di pubblica sicurezza in occasione delle nozze del principe Umberto, avvenute l'8.1.1930.
Relaz. con altri soggetti
Bolzoni Ghidini Annetta (socialista)
ASBg, Sovversivi
Curatolo Renato
Reposi Fausto
Benedetti Battista
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1942
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 5234, Fascicolo 048015
ASMn, casellario Giudiziario, A8
Busta 154, Fascicolo
Riferimenti bibliografici
Vaini 1961
riferimento n.116, p. 71 e 83.
Longhini 2009
riferimento p. 258.
Truzzi 1919