Tulli Tullo Mario Alessio, detto Lino


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n. busta
116
n. fascicolo
3489
Primo estremo
1931
Secondo estremo
1949
Cognome
Tulli
Nome
Tullo
Altri nomi
Mario Alessio detto Lino
Presenza scheda biografica
Luogo di nascita
Data di nascita
1903/11/22
Luogo di morte
Busto Arsizio (Va)
Data di morte
1965/09/04
Professione
Pubblicista Traduttore Contabile
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 22.11.1903. É alto 1,60. Pubblicista, traduttore, contabile, popolare e poi comunista. Ha due fratelli, Enrico e Vittorio (avvocato, residente a Milano). A Bergamo frequenta il liceo classico ‘Sarpi’, senza però completarvi il corso di studi e dove fa parte del ‘Gruppo Andrea Costa’, un gruppo studentesco ‘rivoluzionario’. Non si iscrive all’università e, a 19 anni, svolge il servizio militare. Dal suo foglio matricolare, conservato nel fascicolo e rilasciato dal Distretto Militare di Bergamo, risulta infatti arruolato volontario il 7.2.1922 nel RCT coloniale per una ferma di 2 anni e, dopo essere giunto a Siracusa, viene incorporato nel Battaglione Autonomo 241° Fanteria e imbarcato per Tripoli il 20.2.1922, dove giunge il 22.2.1922. Nei mesi successivi diviene caporale e poi sergente. Dopo essere stato a Homs e a Tripoli, riparte per l’Italia nel giugno 1924. Il 26.7.1924 viene posto in congedo illimitato e il 19.10.1930 si presenta a Milano alla chiamata di controllo. A Milano, dove si è di fatto trasferito già dal 1927, lavora come redattore presso il giornale cattolico antifascista «L’Italia» e abita presso il fratello Vittorio in vicolo San Carlo 6. Dopo l’arresto e la condanna del fratello Enrico, con la copertura rappresentata dall’impiego giornalistico, lavora clandestinamente per il Pci ed è in contatto con GL. In seguito all’uccisione del fascista Orazio Porcu, avvenuta a Milano il 27.7.1930, viene arrestato ma poi rilasciato perché estraneo alla vicenda. Il 7.8.1930 viene ancora fermato per ordine del Tribunale Speciale perché sospettato di svolgere propaganda comunista, ma dopo un mese viene rilasciato per assenza di prove. Per la casa editrice Sonzogno traduce in italiano il romanzo 'The Star Rover' di Jack London, che esce nel 1931 con il titolo 'Il vagabondo delle stelle', più volte ristampato. Il rischio di un ulteriore arresto e della carcerazione è molto alto. Per questo nel settembre 1931 espatria clandestinamente in Francia attraverso il Colle della Maddalena, raggiunge Parigi e si stabilisce presso Luigi Gazzoli in rue De Chelles 67 a Gagny, a circa 15 km dalla capitale francese, in compagnia di Anna Maria Colombo (Cpc, b. 1415, 1933-1940, nata a Castellanza in provincia di Varese, nel 1899, antifascista, casalinga, sarta, in RF), moglie di Carlo Tallone, redattore del «Corriere della Sera». Tallone denuncia la moglie per abbandono del tetto coniugale e per aver prelevato 12.000 lire da casa. A seguito della fuga clandestina in Francia di Tulli e della Colombo, la Prefettura di Milano spedisce un’informativa su Tulli al Cpc e, alla Prefettura di Bergamo, un rapporto del 26.9.1937 nel quale vengono ricostruiti gli ultimi avvenimenti. In particolare, la Prefettura di Milano informa che Tulli “dopo la condanna del fratello fu sempre al fianco della cognata, nonché suo pensionante e mantenne stretta relazione con gli amici del fratello condividendo perfettamente le idee del fratello Enrico. La vita di esso Tulli Tullo non fu mai chiara, anzi misteriosa, ed un tempo, in possesso di una motocicletta si recava di sovente a Bergamo sacrificando le ore più indicate al riposo. L’anno scorso, pochi giorni dopo l’uccisione del Fascista Porcu, venne arrestato, ma poi rilasciato. In quel tempo abitava presso altro fratello, a nome Vittorio, in Vicolo S. Carlo N. 6. Detto Tullo Tulli risulta aver avuto una intima relazione con certa Gina Renzato veneziana, verso la quale ha dimostrato sempre una certa riconoscenza e un obbligo, circostanza questa che fa supporre come la stessa sia a conoscenza di molte cose circa la di lui attività di sovversivo. Ultimamente, nel dimettersi dal giornale l’Italia, disse di essersi occupato a Torino, ma poi, lasciando tutti in questa illusione, scomparve ne più si seppero sue nuove”. L’8.11.1934 il console generale italiano a Parigi, Silvio Camerani, informa i Ministeri degli Interni e degli Esteri, l’Ambasciata a Parigi e la Prefettura di Bergamo che Tulli si è presentato al Consolato richiedendo il passaporto perché espatriato clandestinamente nel giugno 1930 attraverso il Colle della Maddalena, senza preoccuparsi del passaporto, essendo certo che ne avrebbe ricevuto un rifiuto per i suoi trascorsi antifascisti. Ha dichiarato di lavorare come contabile e come giornalista. Camerani chiede notizie e istruzioni. La risposta è favorevole e così Tulli ha a sua disposizione un nuovo passaporto a partire dal gennaio 1935. Il 30.11.1934 l’Ambasciata di Parigi scrive al Cpc, e questo di rimbalzo il 15.12.1934 al prefetto di Bergamo, che Tulli vive a Parigi al n. 166 di rue de Charonne, nello stesso appartamento di Paolo Ravazzoli (Cpc, b. 4244), il quale con lo pseudonimo di ‘Santini’ scrive articoli per il «Nuovo Avanti». Il 15.12.1934 il Cpc segnala al prefetto di Bergamo che, secondo fonte confidenziale “il noto Tulli Tullo ha manifestato l’intenzione di fare ritorno in Patria perché si sentirebbe sfiduciato. Di tale sua intenzione avrebbe infornato il fratello Vittorio avvocato, residente a Milano”. Il 15.1.1935 ottiene un nuovo passaporto dal console generale di Parigi. Nel dicembre 1935 l’Ambasciata italiana a Parigi informa il Cpc che Tulli collabora con Guido Miglioli nel redigere articoli che riguardano l’Urss per la rivista «Problèmes Agraires». Il 27.1.1936 viene iscritto con il n° 0525 in RF dalla Questura di Bergamo. Allo scoppio della guerra civile spagnola entra in Spagna e si arruola volontario. Partecipa alla battaglia di Monte Pelato del 28.8.1936, nel corso della quale vengono colpiti a morte alcuni volontari italiani, tra i quali, oltre a Mario Angeloni, anche gli anarchici Fosco Falaschi e Vincenzo Perrone. Dopo essersi messi al riparo, gli italiani si riorganizzano in due squadre, ciascuna con il nome dei due anarchici caduti: Tulli prende il comando della prima squadra, ‘Falaschi’. La sua esperienza della guerra di Spagna, tuttavia, dura poco, perché già il 12.9.1936 è costretto a rientrare a Parigi, dove viene ricoverato all’ospedale St. Louis per curare un’infezione. É in relazione con gli anarchici Camillo Berneri e Diego Abad de Santillan. L’Ambasciata italiana di Parigi il 19.10.1936 informa il Cpc e questo il prefetto di Bergamo, che Tulli milita in ‘Giustizia e Libertà’, che è diventato uomo di fiducia di Alberto Cianca e viaggia in Belgio per ottenere armi da spedire in Spagna, oltre a scrivere articoli per il periodico «Giustizia e Libertà». Una volta ristabilito, intende tornare in Spagna per riprendere l’attività antifranchista. Per questo si rivolge a Camillo Berneri, che gli chiede un breve 'curriculum vitae' in vista di un possibile utilizzo di Tulli da parte del governo spagnolo o della Generalità catalana. Tulli scrive allora una lettera da Parigi il 20.11.1936, in cui traccia le linee essenziali del suo percorso umano e politico. In particolare, scrive che “allo scoppio della rivoluzione spagnola partecipai alla organizzazione ed all'azione della Colonna Italiana sul fronte d'Aragona (Quota Pelata, Huesca, 16 Agosto - 6 Settembre) e rientrai a Parigi in conseguenza di un'affezione alla vescica dalla quale oggi sono completamente rimesso. Oltre alla mia attività giornalistica, in Italia e qui mi sono occupato di traduzioni dall'inglese, tedesco, russo, spagnolo, francese, italiano e di lezioni di latino. Ho coperto per qualche tempo degli impieghi di contabile in aziende commerciali ed attualmente disimpegno le funzioni di segretario di redazione nella rivista scientifica «Problèmes Agraires», 86 rue Richelieu, Paris”. C’è un’ultima lettera di Tulli a Berneri, del 4.2.1937, in cui Tulli si impegna con l’anarchico italiano a raccogliere informazioni su un antifascista italiano legato all’esperienza spagnola, Agostino Ferraiolo (Cpc, b. 2004), un ragioniere nato in provincia di Napoli e trasferitosi a Milano, che in Spagna aveva suscitato dei dubbi in Berneri il quale, però, insieme a Francesco Barbieri il 5.5.1937 viene ucciso a Barcellona da agenti stalinisti. Nel fascicolo non ci sono documenti sulla vicenda Ferraiolo, ma i dubbi di Berneri erano fondati: come ha dimostrato la ricerca di Mauro Canali, Ferraiolo al suo rientro a Parigi dalla Spagna si era messo al servizio del generale Curio Barbasetti di Prun, addetto militare dell’Ambasciata italiana, consegnandogli i piani di difesa costieri repubblicani da Port Bou a Rosas. Nel frattempo Tulli, fingendo di avere smarrito il passaporto rilasciato dal Consolato generale italiano di Parigi il 15.1.1935, l’11.1.1937 ne ottiene uno nuovo dallo stesso Consolato. Il suo essere molto attivo nell’ambito di ‘Giustizia e Libertà’ nella capitale francese e in altre località determina una serie di segnalazioni poliziesche sul suo conto. Con la schedina n° 0135, è iscritto nel BR del 1937, oltre che con il suo nome e con la definizione di “comunista propagandista pericoloso”, anche con uno dei suoi pseudonimi, Jean Vazelis. Un altro suo pseudonimo è quello di Valcelli o Verselli, oltre a quello di Jean Durand. Il 19.1.1937 la Questura di Bergamo compila il modulo prestampato per la “Segnalazione di persona da ricercare” con la motivazione “Comunista propagandista pericoloso da arrestare”. Oltre che a gennaio, anche alla fine di marzo del 1937 viene notato a Nizza e a Mentone, dove si ferma però solo un giorno in entrambe le circostanze e dove ha contatti con esponenti di ‘Giustizia e Libertà’ che, secondo le fonti poliziesche, hanno l’obiettivo di organizzare la propaganda antifascista in Italia. La Prefettura di Milano apre la sua scheda il 1.7.1937 e il primo cenno biografico della scheda viene compilato da due marescialli di Ps, Concetto Zappulla e Ezio Medici, i quali iniziano scrivendo che Tulli “in pubblico ha cattiva fama. É lavoratore fiacco. Vive facendo il pubblicista e trae i mezzi di sussistenza dal lavoro. Frequenta giornalisti sovversivi ed era amico del noto Rosselli Carlo Alberto recentemente ucciso a Bagnoles (Francia). Nei suoi doveri verso la famiglia si comporta male. Non ha mai ricoperto cariche amministrative né politiche. Appartiene al partito comunista dissidente (Trostzchista) e precedentemente era cattolico. Nel partito comunista non ha nessuna influenza. Si ignora a quali giornali sovversivi collabori all’estero. È educato e intelligente. Ha compiuto studi secondari non ha titoli accademici. Non è mai stato proposto per l’ammonizione, né per il confino di polizia. Durante la sua permanenza a Milano era cronista del giornale cattolico «L’Italia». Il 7 agosto 1930 fu fermato d’ordine del Tribunale Speciale e poi rilasciato non essendo emerso alcun elemento di responsabilità a suo carico in merito alla propaganda sovversiva della quale era stato accusato. Nel settembre 1931 sedusse certa colombo Anna Maria Colombo fu Stefano, moglie del suo collega Tallone Carlo fu Giuseppe, cronista del Corriere della sera, colla quale espatriò clandestinamente in Francia. La Colombo, prima di allontanarsi, dietro sua istigazione, aveva sottratto al marito lire dodicimila. In questi atti non ha precedenti penali. É stato recentemente notato a Mentone ed a Nizza dove ha avuto contatti con esponenti del comitato ‘Giustizia e Libertà’. Pare lo scopo sia stato quello di organizzare un piano di propaganda antifascista da esplicare in Italia”. Nel febbraio 1938 l’Ambasciata italiana di Parigi informa il Cpc che Tulli è in relazione con funzionari dell’Ambasciata spagnola di Parigi. Viene iscritto anche in RF, per ‘arresto’, alla p. 656. A firma del tenente comandante Alessandro Belvedere, i Cc della tenenza de La Maddalena, su richiesta del comando dei Cc di Sassari, il 7.4.1938 chiedono alla Questura di Bergamo notizie biografiche su Tulli “fuoruscito ed attualmente Spagna Rossa”. Nel maggio successivo dal Servizio Rubriche di Frontiera viene segnalato alla Questura di Bergamo che uno degli pseudonimi assunti da Tulli è Jean Rodriguez, nome che compare sul suo passaporto spagnolo. Nel corso dei primi mesi del 1939 si muove tra Perpignano e Parigi ed è spesso in contatto con Pietro Nenni. Nel novembre 1939 Tulli si trasferisce al di là dell’Atlantico, nella Repubblica dominicana, giungendo il 7.11.1939 a Ciudad Trujillo a bordo del piroscafo francese ‘Flandre’ insieme alla compagna Anna Maria Colombo e ad altri rifugiati spagnoli. Dopo lo sbarco si presenta al Consolato italiano con un passaporto scaduto rilasciato a Parigi, chiedendo un certificato di nazionalità italiana, il rinnovo del passaporto per sé e per la Colombo e di essere iscritto nel registro degli italiani della Repubblica Dominicana. Nella capitale dominicana trova lavoro come traduttore per un giornale locale. L’11.2.1940 il Cpc chiede un parere ai prefetti di Bergamo per Tulli e di Varese per la Colombo, a proposito del rinnovo del passaporto. La Prefettura di Bergamo il 19.2.1940 si rivolge a quella di Milano per avere un parere in proposito, dato che Tulli, dopo aver lasciato Bergamo si era trasferito a Milano, e la Prefettura di Milano risponde solo il 2.4.1940, esprimendo parere contrario al rinnovo del passaporto dei due ma favorevole alla concessione del certificato di nazionalità richiesto da Tulli e Colombo. Nell’ottobre 1940 è ancora a Ciudad Trujillo, dove svolge propaganda antifascista. A Santo Domingo collabora con il periodico «Democracia» (1942-1945), prima settimanale poi quindicinale, diretto da Rafael Supervìa e José Campa. Con lui collabora anche l’esule politico Milan Janota. Dall’ottobre 1940 a tutto il 1942 non risultano altre annotazioni di polizia sul suo conto. Nel dopoguerra lavora a Ivrea presso la Olivetti collaborando con le edizioni di Comunità. Il 27.11.1946 viene inserito nel suo fascicolo il modulo prestampato intitolato ‘Bollettino delle Ricerche’ con la ‘Segnalazione di Revoca di Ricerche’ che, facendo riferimento alla schedina n° 0132 del 1937, indica il motivo della revoca: “Riorganizzazione del Casellario Politica Centrale in conformità alle disposizioni della Circolare Ministeriale n. 1340 del 23 agosto 1945”. Il 16.2.1949 il questore di Bergamo, G. Masiero, segnala la revoca delle ricerche al BR per ‘cessati motivi’ e lo stesso giorno vengono inseriti nel suo fascicolo 3 moduli prestampati dello stesso tipo che, facendo riferimento alle schedine n° 0133, 0134 e 0135 del 1937, riferite rispettivamente a Jean Durant, Jean Valcelli e a Jean Vazelis, tutti pseudonimi di Tulli, riportano ‘Cessati motivi’ sempre a firma del questore G. Masiero. A Ivrea (To) si sposa con Anna Maria Colombo il 14.12.1950. Muore a Busto Arsizio il 4.9.1965. Nel fascicolo sono conservate due sue fotografie di epoche diverse, antecedenti al 1934. Cpc, b. 5239, fasc. 097405, 1931-1942. (G. Mangini)
Familiari
Tulli Filippo (padre)
Maestro di musica, di Ettore e Carolina Ciolfi, è n. a Pofi (Fr) il 22.10.1869 ed è domiciliato a Bergamo. Si sposa con Giulia Valli ad Ambivere il 15.3.1892. Dal 3.4.1934 residente ad Ambivere.
Valli Giulia (madre)
Casalinga, fu Alessio e Daly Vinefredy Cornel, n. Ambivere (Bg) il 26.5.1870. Si sposa ad Ambivere il 15.3.1892 con Filippo Tulli.
Tulli Enrico (fratello)
Tulli Vittorio (fratello)
N. a Bergamo il 7.5.1893, immatricolato nel 1923 presso l'Università di Torino, facoltà di Giurisprudenza con la matricola n. 9269. Si i trasferisce a a Milano il 30.1.1924, si laurea il 2.6.1924. Si sposa a Milano con Enrichetta Botta il 9.2.1925, risiede in via Goldoni 1, poi in Vicolo S. Carlo 6. Avvocato, lavora come vice-segretario e, dal 1935, come Segretario Capo dell'Ospedale Maggiore. Nel contesto della Resitenza a Milano svolge un fondamentale ruolo finanziario nel CLN. Muore a Milano l'8.9.1960.
Colombo Anna Maria (moglie)
N. a Castellanza (Va) nel 1899, antifascista, casalinga, sarta, in RF. Moglie del giornalista Carlo Tallone, che abbandona per seguire Tulli. Fascicolo al Cpc, b. 1415.
Luoghi di residenza
Bergamo Lombardia Italia (1903 - 1927) Milano Lombardia Italia (1927 - 1930) Parigi Francia (1930 - 1936) Ciudad Tujillo Repubblica Dominicana (1939 - 1945)
Fatti notevoli
1927
A Milano lavora come redattore presso il giornale cattolico antifascista "L'Italia" e clanestinamente lavora per il Pci.
1930
Traduce per la casa editrice Sonzogno di Milano il libro di Jack London, The Star Rover, che esce nel 1931 con il titolo italiano Il vagabondo delle stelle.
1939/11/07 - 1945
Nel 1939 Tulli si trasferisce al di là dell'Atlantico, nella Repubblica dominicana, giungendo il 7.11.1939 a Ciudad Trujillo a bordo del piroscafo francese 'Flandre' insieme alla compagna Anna Maria Colombo e ad altri rifugiati spagnoli.
Relaz. con altri soggetti
Ravazzoli Paolo (antifascista)
ACS, Cpc, b. 4244
Miglioli Guido (antifascista)
ACS, Cpc, b. 3274
Angeloni Mario (antifascista)
ACS, Cpc, b. 137
Falaschi Fosco (anarchico)
ACS, Cpc, b. 1931
Perrone Vincenzo (anarchico)
ACS, Cpc, b. 3876
Berneri Camillo (anarchico)
ACS, Cpc, b. 537
Abad de Santillan Diego (anarchico)
IISH Amsterdam
Cianca Alberto (socialista)
ACS, Cpc, b. 1319
Nenni Pietro (socialista)
Janota Milan (antifascista)
In rubrica di frontiera
In bollettino ricerche
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1949
Documentazione allegata
fotografie
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 5239, Fascicolo 097405
(ACS, PP) Archivio centrale dello Stato (Roma), Polizia Politica
Busta b. , Fascicolo
Riferimenti bibliografici
Berneri 1980
Tulli 1936
Llorens 2006
Gaudenzi 2003