Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 14.12.1898, dove risiede in via Sant' Alessandro 31, operaio meccanico presso l'industria cotoniera 'Industria Bresciana' di Redona, comunista. La sera del 2.4.1925 "in una riunione di sovversivi tenuta alla CdL di Bergamo via S. Orsola venne arrestato". Perquisito, gli vengono sequestrati una copia de «L'Unità», la riproduzione di un articolo di Agostino Lanzillo sulla disfatta del socialismo e uno specchio dimostrativo con la disposizione delle cellule rionali del partito comunista. Il giorno dopo viene rimesso in libertà. Il 30.4.1925 il brigadiere Francesco Caforio e l'appuntato Leopoldo Murolo, carabinieri specializzati addetti alla Questura, perquisiscono le abitazioni di Guglielmo Erba (di Giovanni e Fiorenza Fontana, nato a Stezzano l'8.9.1899, fabbro, abitante a Bergamo in via S. Alessandro 8), Ubaldo Varini (di Ferdinando, nato a Bergamo il 20.2.1906, abitante in via Osio 18, comunista) e appunto Morosini alla ricerca di armi, senza esito. Allegato c'è un breve testo manoscritto, forse di pugno dello stesso Morosini o forse è il testo di Lanzillo sopra citato, in cui si critica con durezza il socialismo riformista in nome di una radicale visione rivoluzionaria, basata sulla più aspra conflittualità operaia che, guidata da pochi, forti e consapevoli rivoluzionari, imponga anche con la forza una ferrea disciplina in nome degli ideali della società futura. Il 23.5.1925 viene fermato dalle guardie di Ps a Bergamo nel caffè di Francesco Gobbi di via Osio, rimesso in libertà il 25.5.1925 e diffidato, anche se non ne viene specificato il motivo. In una nota riservata al questore del 23.6.1925 il brigadiere Luigi Guidolotti scrive: 'Pregiomi riferire alla S.V. Ill.ma su Morosini Aldo Angelo di Luigi, risulta di buona condotta morale, non ha precedenti in questi atti, professa idee comuniste e si accompagna sempre con i noti comunisti Bonomi e Varini, frequenta riunioni di carattere sovversivo, fa propaganda riservata delle sue idee, è abbonato al giornale comunista "L'Unità", è ritenuto pericolosissimo. È ascritto al partito Comunista'. Il 2.11.1925 lo stesso brigadiere Guidolotti comunica al questore di Bergamo che il 16.10.1925 Morosini è stato espulso dal partito per incoerenza. Trasferitosi a Milano in via Solferino, da qui nello stesso 1925 si trasferisce a Torino, dove si sposa. Il 14.5.1928 la Questura di Torino invia a quella di Bergamo una nota riservata su Morosini: "il soprascritto sovversivo abita da circa due anni in questa via Cumiana n. 4, serbando regolare condotta in genere. È inscritto ai Sindacati Fascisti ed è occupato, in qualità di meccanico presso lo stabilimento Rocca, sito in questa via Caraglio, ove gode buona fama. Si trascrivono i di lui connotati: statura 1.70, corporatura snella, capelli castani lisci, fronte alta, occhi piccoli, grigi in viso lungo scarno, colorito roseo, mento con fossetta, naso regolare, orecchie grandi". Nell'ottobre 1933 la Questura di Torino comunica a quella di Bergamo che Morosini abita a Torino in via Gropello 16, è fattorino in un negozio di mercerie di via Duchessa Jolanda 1 e "serba regolare condotta politica". Radiato dalla Questura di Torino nell'ottobre 1933. (G. Mangini, R. Vittori)