Zanetti Alessandro

n. busta
118
n. fascicolo
3528
Primo estremo
1933
Secondo estremo
1943
Cognome
Zanetti
Nome
Alessandro
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1908/02/04
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
carrettiere
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Nese (Bg) il 4.2.1908, carrettiere e manovale, propagandista comunista. Ha fratelli e sorelle: Giovanni, carrettiere; Paolina, operaia tessitrice; Daniele, carrettiere; Maria, operaia tessitrice. Zanetti viene arrestato il 6.11.1933 direttamente dall’ispettore dell’Ovra Francesco Nudi, che si reca nella sua abitazione di Nese e sequestra tutta la documentazione che vi si trova. La notizia dell’arresto trova i Cc di Bergamo all’oscuro di tutto, tanto che il tenente dei Cc Eusilde Morello due giorni dopo, l’8.11.1933, per telegramma ne informa Prefettura, Questura e comando di divisione dei Cc di Bergamo scrivendo: “6 andante in Nese squadra O.V.R.A. ha proceduto arresto di Zanetti Alessandro di anni 23 carrettiere di Nese stop Arresto ritiensi avvenuto per attività sovversiva svolta dallo Zanetti stesso”. L’8.11.1933, sulla scorta della stessa attività investigativa condotta dall’Ovra, i Cc di Seriate informano la Prefettura che “in concorso e per richiesta di agenti dell’O.V.R.A. ha perquisito in Rosciate il domicilio di certo Brignoli Giuseppe fu Giacomo e di Rizzi Lucia nato a Rosciate il 12 Aprile 1896 contadino, che venne trovato in possesso di una tessera della federazione del lavoro anno 1922. Il Brignoli è stato arrestato e tradotto alle carceri di Bergamo”, come informa il giorno dopo 9.11.1933 il comandante dei Cc di Bergamo capitano Cesare Ramelli di Celle. Contemporaneamente, lo stesso 8.11.1933 i Cc di Bergamo inviano il seguente telegramma al Ministero dell’Interno, al Comando generale dell’Arma dei Cc, al Comando dei Cc di Milano, alla Prefettura e alla Questura di Bergamo: “Provincia Bergamo cura Milizia et funzionari O.V.R.A. questi giorni furono arrestate cinque persone risultate agenti organizzazione sovversiva con sede centrale altra provincia stop Fu anche sequestrato materiale vario propaganda stop. Il maggiore comandante la Divisione Romano Dalla Chiesa”. L’azione di Nudi in effetti si svolge nell’arco di più giorni: il 5.11.1933 vengono arrestate 5 persone, il 9.11.1933 dai Cc di Seriate viene perquisita l’abitazione di Giuseppe Brignoli a Rosciate (di Giacomo e Lucia Rizzi, n. a Rosciate il 12.4.1896) che con Zanetti viene arrestato e tradotto nelle carceri di Sant’Agata a Bergamo, in casa del quale viene trovata una tessera sindacale del 1922. Il 2.3.1934 viene denunciato al Tribunale Speciale quale “responsabile di attività comunista”. Nel mese di aprile 1934 è ancora detenuto nelle carceri di Milano “disposizione dell’Ispettore Generale di P.S. Comm. Nudi”. Il 28.5.1934 i Cc di Bergamo spediscono alla Questura una nota informativa nella quale è scritto che Zanetti “si mantiene apparentemente estraneo alla politica, né risulta avesse contatti con elementi sovversivi, né consta abbia manifestate idee avverse al regime. Era di carattere misantropo ed amava poco il divertimento e la compagnia. Circa tre anni fa si recò in Francia; ha frequentato le prime classi elementari”. Alla voce ‘segni particolari’, il comandante della compagnia dei Cc di Bergamo, capitano Luigi Anguissola, scrive: “gambe arcuate in fuori”. La Questura di Bergamo, nel frattempo, chiede ai Cc di recuperare una fotografia di Zanetti, ma il 6.6.1934 i Cc rispondono che non sono in grado di reperire nessun documento relativo a Zanetti perché l’ispettore Nudi ha sequestrato tutto al momento dell’arresto. Inoltre, aggiungono i Cc, al momento del suo arresto Zanetti “aiutava il padre nel servizio di corriere Nese-Bergamo e con la sua condotta non ha mai dato luogo a sospetti di sorta”. I processati e condannati il 25.10.1934 dal Tribunale Speciale sono: Antonio Vincenzo Gigante, di Ignoto e Concetta Gigante, n. Brindisi il 5.2.1901, sposato, muratore cementista, comunista, alfabeta, incensurato, in RF, detenuto dal 6.11.1933; Cpc, b. 2405, 1925-1942, scheda biografica; Giovanni Giorgetti, n. 1899 a Belluno, comunista, rappresentante di commercio; Cpc, b. 2426, 1933-1942, scheda biografica; Luigi Giovanni Battista Carecchio, n. nel 1907 a Casanova Elvo (Vercelli), operaio, comunista, ammonito; Cpc, 1077, 1934-1943; Carlo Bartolini, n. nel 1908 a Crevacuore (Vc), tessitore, comunista, denunciato al TS, radiato; Cpc, b. 372, 1934-1939; Carola Maria Pesenti, di Angelo e Teresa Orlandi, n. il 14.12.1906 a Stezzano (Bg), residente a Dalmine, nubile, sarta giornaliera, alfabeta, incensurata, detenuta dal 6.11.1933; Giuseppe Brignoli di Giacomo e Lucia Rizzi, n. il 13.4.1896 a Rosciate, dove risiede, sposato, contadino mezzadro, alfabeta, incensurato, detenuto dall’8.11.1933; Cpc, b. 840, 1934-1940; Emilio Giuseppe Zanardini, n. 1904 a Pisogne (Bs), meccanico, comunista; Cpc, b. 5510, fasc. 117023, 1934-1940; Mario Giuseppe Riva, n. 1905 a Cuggiono (Mi), residente a Castelletto Ticino (No), contadino, comunista; Cpc, b. 4346, 1934-1941; Melchiorre Cardano, n. 1909 a Galliate (No), operaio, comunista; Cpc, b. 1071, 1934-1940; Giovanni Panigone, n.1913 a Galliate (No), comunista, panettiere; Cpc, b. 3697, 1934-1934; Francesco Brustio, n. 1908 a Galliate (No), operaio fonditore, comunista; Cpc, b. 873, 1934-1940; Oreste Riva, n. 1899 a Zurigo (Svizzera), residente a Milano, artista ambulante, comunista; Cpc, b. 4346, 1934-1942; Giovanni Mario Oreste Boschi, n. 1901 a Novara, residente a Biella, operaio fucinatore, comunista; Cpc, b. 778, 1934-1941; Luigi Savio, n. 1901 a Fubine Monferrato (Al), residente a Tollegno (Vc), operaio filatore, comunista; Cpc, b. 4632, fasc. 076894, 1934-1942; Severino Donato Pietro Zanada, n. 1899 a Palestro (Bl), residente a Biella, operaio tessitore attaccafili, comunista; Cpc, b. 5508, fasc. 077557, scheda biografica, 1934-1941; Felice Ferruccio Balocco, n.1906 a Balocco (Vc), residente a Torino, operaio saldatore, comunixta; Cpc, b. 295, 1934-1941; Battista Pezzotti, di Enrico e Giuseppa Taccolini, n. il 3.2.1903 a Lovere (Bg), residente a Lovere, operaio, sposato, alfabeta, incensurato, detenuto dall’8.5.1934. Verbale del dispositivo di condanna del Tribunale Speciale, p. 6: “Zanetti Alessandro: disse di essere entrato nella organizzazione comunista fin dal 1932 indotto da tal Corbari. Prendendo parte a riunioni clandestine fin d’allora ebbe contatti con la compagna di fede Pesenti Carolina e con una funzionaria del partito dalla quale ebbe incarico di corrispondere con individui residenti all’estero per far conoscere che il movimento sovversivo locale procedeva bene. Successivamente fu avvertito dalla Pesenti che un “funzionario” (il Giorgetti) del partito sarebbe venuto per incontrarsi con lui. Infatti la visita avvenne e in tale occasione il Giorgetti gli consegnò un ciclostile con le istruzioni per l’attività criminosa da svolgere. In successivi incontri il Giorgetti consegnò allo Zanetti valigie contenenti abbondanti stampe e materiale vario per riprodurre gli stampati; gli diede pure una cassa contenente materiale tipografico. Divenne uno degli elementi più attivi e fattivo collaboratore del Giorgetti anche nell’opera riorganizzativa e direttiva del partito comunista. Il materiale sequestratogli rappresenta tutto l’armamentario completo di una vera e propria tipografia. Alcuni clichès e poligrafi, ancora umidi, stavano a provare che lo Zanetti di recente aveva collaborato nel lavoro di riproduzione della stampa sovversiva propagandistica”. Dal dispositivo della sentenza del TS: “Nel corso del 1933, e più specialmente nella seconda metà di detto anno, fu notata in varie provincie del Regno una notevole ripresa di attività comunista che si estrinsecava soprattutto con larga diffusione di stampa clandestina. Nel bergamasco, nel varesotto e nelle provincie di Vercelli, Novara, Milano la diffusione di stampa sovversiva si rinnovava con maggiore frequenza e perfino nei piccoli centri industriali. Ciò dimostrava chiaramente che il partito comunista aveva ricostituito i quadri direttivi per mezzo di suoi ‘funzionari’ e di suoi ‘corrieri’ venuti clandestinamente dall’estero; muniti di falsi documenti di copertura, di valigie a doppio fondo contenenti abbondante materiale propagandistico e di denaro. Pertanto la questura di Milano intensificò le sue indagini e i suoi pedinamenti; tenendo in particolare evidenza gli elementi sovversivi che agli agenti di P.S. constava fossero maggiormente qualificati per dirigere nel Regno un lavoro di organizzazione. E procedutosi all’arresto degli attuali imputati, attraverso le chiare e precise confessioni di taluni di loro fu possibile accertare le responsabilità dei maggiori esponenti del movimento comunista in Italia o che erano venuti a tal uopo dall’estero oppure erano dei capeggiatori locali (..)” Il 25.10.1934 Zanetti viene condannato dal Tribunale Speciale a 14 anni di reclusione come componente e propagandista per il Pci. Con la stessa sentenza viene condannato anche a scontare un anno di libertà vigilata dopo aver terminato la pena detentiva. La libertà vigilata per un anno, oltre che a Zanetti, viene inflitta anche a Antonio Vincenzo Gigante, di Ignoto; Giovanni Giorgetti di Federico; Luigi Giovanni Battista Carecchio di Luigi; Carlo Bartolini di Augusto; Melchiorre Cardano di Giacomo. Detenuto a Fossano con il n° di matricola 9067 dal 29.11.1934 al 16.2.1935, Zanetti viene trasferito a Civitavecchia nella casa penale n. 7102. Nel luglio 1935 da Civitavecchia chiede ed ottiene di poter corrispondere con la sorella Paolina e con il cognato Antonio Pessina (di Federico e Clementina Rota, n. Alzano Maggiore il 28.2.1907, dove risiede). Nell’ottobre 1935 chiede di poter corrisponder con il fratello Daniele, che in quel momento sta svolgendo il servizio militare a Brescia nel 77° Reggimento Fanteria. Nel maggio 1937 chiede e ottiene di poter intrattenere corrispondenza con il nipote Giorgio Felice Zanetti, figlio di suo fratello Giovanni e di Maria Ester Pedrali (n. a Nese il 6.12.1930, dove risiede in via Umberto I 28). Liberato a Civitavecchia il 6.11.1939 e tradotto a Bergamo, è sottoposto a libertà vigilata per un anno. L’8.11.1939 la Questura di Bergamo lo sottopone alla formale procedura dell’assegnazione della libertà vigilata e il 9.11.1939 la stessa Questura lo indirizza a Nese con foglio di via obbligatorio, con l’obbligo di presentarsi al podestà del comune il giorno stesso. Il 22.6.1940, per decreto del Giudice di Sorveglianza, la Questura di Bergamo autorizza Zanetti “a recarsi dal 23 andante al 10 luglio p.v. nei comuni di Presezzo e di Pontida per trasportare, a mezzo di carro a cavallo, ad Alzano Lombardo dei bozzoli per conto del dott. Paladini di Alzano, con facoltà di trattenersi fuori dalla residenza anche di notte, perché ciò si rende necessario a causa del lavoro suddetto”. Il 23.12.1940 il Giudice di Sorveglianza revoca la libertà vigilata a cui è sottoposto Zanetti, che risiede a Nese in via Umberto I. Richiamato alle armi il 15.8.1942, viene destinato ad Ascoli Piceno e il 7.2.1943 trasferito al 225° Fanteria di stanza a Monopoli (Ba), dove è caporalmaggiore e dove viene costantemente sorvegliato “non avendo dato finora piena e concreta prova di ravvedimento politico”. Il 22.2.1943 giunge a Lecce presso il 5° Battaglione Controcarri, ma già il 2.3.1943 viene rimandato a Monopoli. Cpc, b. 5521, fasc. 117449, 1934-1943. (G. Mangini)
Familiari
Zanetti Felice (padre)
Nato nel 1881.
Alberti Agostina (madre)
Nata nel 1886.
Zanetti Paolina (sorella)
Nata a Nese il 2.7.1910, sposata con Antonio Pessina.
Zanetti Daniele (fratello)
Nato a Nese il 14.1.1914, carrettiere.
Zanetti Maria (sorella)
Nata a Nese nel 1909, sposata Cassina, operaia tessitric.
Zanetti Giovanni (fratello)
Nato nel 1905 a Nese, dove risiede, sposato con Maria Ester Pedrali e padre di Felice.
Luoghi di residenza
Nese Lombardia Italia (1908 - ?)
Sanzioni subite
arresto (1933/11/06 - )
Arrestato a Nese da Francesco Nudi in persona.
carcere (1934/10/25 - 1939/11/06)
Il 25.10.1934 viene condannato dal Tribunale Speciale a 14 anni di reclusione. Detenuto a Fossano con il n° di matricola 9067 dal 29.11.1934 al 16.2.1935, viene trasferito a Civitavecchia e liberato il 6.11.1939.
Relaz. con altri soggetti
Brignoli Giuseppe
ASBg, Sovversivi
Gigante Antonio Vincenzo
ACS, Cpc, b. 2405
Pesenti Carola Maria
ASBg, Sovversivi
Pezzotti Battista
ASBg, Sovversivi
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 5521, Fascicolo 117449
Riferimenti bibliografici
Comunisti a Torino 1974
riferimento I comunisti a Torino, 1919-1972. Lezioni e testimonianze. Prefazione di Gian Carlo Pajetta, Editori Riuniti, Roma 1974, p. 67.
Spriano 1969
riferimento Paolo Spriano, Storia del Partito comunista italiano. Gli anni della clandestinità, Einaudi, Torino 1969, p. 406.