Profilo sintetico riassuntivo
Nato il 10.3.1908 a Urgnano (Bg), dove risiede, operaio e contadino, antifascista, ha due fratelli e una sorella. Il 6.6.1932 a Urgnano, insieme agli amici e compaesani Giosuè Claudio Angeretti e Francesco Adamo Ferrari, schiaffeggia Mario Zanchi, milite della Mvsn non in servizio, procurandogli lesioni guaribili in 8 giorni, per vendicare un cugino del Lorenzi, picchiato nei giorni precedenti dallo Zanchi per questioni di gioco. Il 15.6.1932 i Cc di Treviglio, nel ricostruire l’episodio per la Questura di Bergamo, riferiscono che Lorenzi risulta di buona condotta morale, civile e politica, non ha precedenti penali, non esplica attività contraria regime, è nullatenente e di povere condizioni, non è capace di svolgere opera di propaganda contraria al regime e, nonostante sia alquanto prepotente, non è pericoloso per l’ordine nazionale. Tuttavia, ‘non potendosi escludere che il prevenuto abbia agito nella circostanza anche per avversione alla Mvsn, si ritiene di ravvisare nei suoi confronti gli estremi di un provvedimento di polizia che costituirebbe efficace remora ad ogni manifestazione del genere’. L’8.7.1932 il questore riferisce l’accaduto al prefetto, interpretandolo come un atto ostile al milite fascista Zanchi e al commilitone Borscali perché questi ultimi, nell’aprile precedente, avevano denunciato un gruppo di giovani di Urgnano che avevano cantato ‘Bandiera rossa’, pertanto l’aggressione di Lorenzi e dei suoi amici rivela ‘sentimenti poco ossequienti al regime e, ritenendo che un provvedimento di polizia sia quanto mai opportuno, lo denuncio a codesta Commissione provinciale’. In base all’art. 164 del Testo Unico delle leggi di Ps, il 18.7.1932 Lorenzi viene diffidato insieme a Ferrari e ad Angeretti e, in conseguenza di ciò, viene disposta la loro sorveglianza. Nel luglio 1933 la Questura di Bergamo chiede un parere su Lorenzi ai Cc di Treviglio, che rispondono il 31.7.1933, definendolo un individuo violento e attaccabrighe, dedito al vino e poco amante del lavoro e, anche se dopo la vicenda del 1932 non ha più dato luogo a rimarchi, lo ritengono pericoloso per l’ordine pubblico se non per quello politico ed esprimono pertanto parere contrario alla sua radiazione dallo schedario dei sovversivi. Nel gennaio 1934 emigra in Francia e lavora nei dintorni di Marsiglia come manovale. Radiato nel novembre 1934. (G. Mangini, R. Vittori)