Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Romano di Lombardia (Bg) il 12.6.1888. Si diploma nell’anno scolastico 1906-1907 al liceo ‘Sarpi’ di Bergamo con ottimi voti. Laureato in Giurisprudenza. Scheda biografica aperta il 10.8.1924, con allegata fotografia firmata. L’1.12.1910 il Tribunale di Bergamo lo condanna a 2 anni e 6 mesi di carcere per distruzione del testamento di uno zio ‘in danno delle sorelle’, pena espiata, tuttavia viene riabilitato con sentenza del 21.2.1918 della Corte d’Appello di Brescia. Sposato con Maria Rasero, è padre di una bambina, nata a Romano di Lombardia (Bg) il 29.12.1921. Socialista rivoluzionario, tiene pubbliche conferenze. Sul suo conto inizialmente vengono fornite notizie infondate, come per esempio il suo essere stato renitente alla leva al momento dell’entrata in guerra dell’Italia nella prima guerra mondiale e il suo essersi arruolato volontario nell’esercito inglese nel 1918. In realtà, Masneri partecipa alla prima guerra mondiale. Nel fascicolo è infatti conservato il suo stato di servizio, dal quale risulta che ha svolto la leva come soldato presso il distretto militare di Milano e posto in congedo il 10.4.1908. Inserito il 1.3.1909 quale soldato nella 3° Compagnia di Sanità del Comando della Divisione Militare di Milano, viene chiamato alle armi e giunge al reparto il 1.6.1915. Di nuovo congedato, viene chiamato per una nuova visita militare il 3.12.1916 e inviato il 3.5.1917 come allievo ufficiale di complemento alla Scuola Militare di Modena, dove il 5.8.1917 viene nominato sottotenente della Milizia territoriale nell’arma di Fanteria. Partito per la zona di guerra l’11.11.1917 presso l’82° Fanteria, il 30.11.1917 in combattimento a Fagarè di Piave riporta ferite multiple alla mano sinistra. Ricoverato subito nell’ospedale da campo, il 15.12.1917 viene mandato all’ospedale di Treviglio e dal 30.3.1918 trasferito a Milano per la fisioterapia di riabilitazione. Il 6.12.1919 viene posto in congedo con il riconoscimento dell’inabilità permanente al servizio militare. Il 6.3.1920, dalle 20 alle 21, a Romano di Lombardia tiene una pubblica conferenza sul tema ‘Martiri d’Ungheria’ davanti a circa 200 persone. Il 7.3.1920, dalle 15 alle 16, nelle scuole pubbliche di Spirano (Bg) tiene un pubblico dibattito sul tema ‘Diritti degli smobilitati’ in contraddittorio con il parroco don Gavazzeni, il quale però non può continuare il suo intervento per le interruzioni dovute ai socialisti presenti, come riferisce il sottoprefetto di Treviglio al prefetto di Bergamo due giorni dopo, il 9.3.1920. Il 4.7.1920, dalle 20 alle 21, a Fara d’Adda (Bg) tiene una conferenza davanti a circa 200 persone sul tema ‘Partito Popolare contro il Popolo’. Il 22.7.1920, dalle 21.30 alle 22.30, ad Antegnate (Bg) tiene una conferenza davanti a circa 200 persone sul tema ‘Noi e loro’, invitando i presenti ad organizzarsi per combattere il Ppi. Il 5.8.1920 tiene una conferenza a Romano di Lombardia di un’ora davanti a circa 100 persone sul tema ‘Socialismo e critiche degli avversari’, sostenendo che il socialismo non è contrario alla famiglia, alla religione e alla patria, come invece vogliono far credere i clericali. Il 12.9.1920, dalle 16 alle 17, tiene a calcio (Bg) una conferenza sul tema ‘Elezioni amministrative’ alla presenza di circa 100 persone. Lo stesso giorno, dalle 20 alle 21, tiene la stessa conferenza ad Antegnate (Bg) davanti a circa 100 persone. Il 7.11.1920 a Fontanella (Bg) tiene un comizio davanti a 150 persone sul tema ‘Progresso Russo’, invitando i presenti a festeggiare il 3° anniversario della rivoluzione comunista. Tiene numerose conferenze a Romano e dintorni tra il 1921 e il 1922. Un suo fratello è capo-zona fascista di Romano di Lombardia. Il 28.2.1923 la prefettura di Bergamo trasmette alla sotto-prefettura di Treviglio l’indicazione che Masneri “risulta sovversivo audace, nemico del Governo e dello Stato. In caso di moti sarebbe pericolosissimo: occorre pertanto vigilarlo sempre e impedirgli di nuocere”. Nel 1925 risiede a Romano di Lombardia in via Bergamo 3, dove esercita la professione di avvocato. Nella sua scheda biografica del marzo 1925 viene scritto che “sebbene apparentemente conservi un contegno riservato, continua a mantenere relazioni con elementi sovversivi ed a fare occultamente propaganda”. Il 12.11.1925 viene interrogato a Romano di Lombardia nell’ufficio di Ps e quello che segue è il testo del relativo verbale, da lui firmato:
“Sono entrato nel partito socialista a Romano L. appena dopo la guerra, quando la sezione colà era diretta da Manetta, il quale l’aveva sempre mantenuta con tendenze temperate e di destra, lottando più che altro sul terreno economico e filantropico in contrasto col partito popolare o meglio clericale, coll’istituzione di leghe per i miglioramenti economici degli operai e per l’assistenza, quali la cassa malattia e padiglione per la cura dei bambini, dei quali era assistente tecnico il D. Edel, attualmente fascista. Quando il partito si è suddiviso, il Manetta si è ritirato, senza far dichiarazioni di sorta, come precisamente fece l’avv. Zilocchi col quale era in intimità, e la sezione si mantenne aderente all’ «Avanti» per qualche tempo, ma poi andò gradatamente disgregandosi. Dopo l’avvento del fascismo tutte le leghe si sciolsero e con esse anche la sezione socialista, essendo parte dei gregari passati al fascio, parte emigrati, e parte ritirati da ogni attività politica. In tutta Romano rimasero cinque o sei operai fedeli al partito che facevano capo a me unico intellettuale rimasto. Ma nessuna attività né nel campo politico né nel campo sindacale venne esplicata. Attualmente non esiste più Sezione, per costituire la quale occorrono almeno dieci aderenti, ma un gruppo costituito da me, da Giuseppe Guaiarini, e Rubini Angelo. Nulla posso dire dello Zampieri col quale non ho avuto più contatti di sorta. Facevano parte di questo gruppo anche l’on. Gallavresi e l’Avv. Petro' attualmente residente a Milano. Confermo che da due anni circa non esplico più alcuna attività politica né a Romano né altrove, essendo anche mio convincimento che sia nell’interesse del partito al quale aderisco, lasciare che il partito fascista possa compiere in pieno la sua prova, per giudicare poi dopo i risultati che non potranno essere che di conferma della bontà del programma nostro nell’interesse della Nazione stessa. Letto, confermato e sottoscritto, aggiungendo di essere oggetto di speciale malvolere da parte dell’avv. Vavassori in modo particolare sia per concorrenza professionale, sia ancora, più di tutto, per gravissimo dissidio da anni esistente per ragioni delicatissime tra me e la famiglia Vavassori. Angelo Masneri”.
La convinzione che Masneri dissimuli un effettivo impegno politico con un apparente disimpegno, viene ribadita nelle carte di polizia quando, nel luglio 1926, il sotto-prefetto di Treviglio informa il prefetto di Bergamo di aver ricevuto dalla questura di Milano l’informazione che il nome di Masneri compare nella rubrica dell’anarchico Giuseppe Conti (Cpc, b. 1454), sequestrata pochi giorni a Milano. Il 30.11.1926, in un rapporto riservato dei Cc di Treviglio al loro comando di Bergamo e firmato dal capitano Salvatore Capozzi, così viene descritto il comportamento politico di Masneri:
“Avvicina quotidianamente i sovversivi del suo partito per mantenerli sempre compatti. Non è da escludere inoltre che il Masneri faccia propaganda segreta anche per la prova del fatto che nello scorso anno 1925, egli rilasciò una tessera di inscrizione al partito socialista massimalista, da lui firmata come segretario della sezione del partito stesso, a certo Zampieri Pietro Giuseppe, il quale, indubbiamente, venne convertito dalla propaganda occulta del Masneri, poiché fino all’anno 1924, era inscritto alla Sezione del partito fascista di Romano di Lombardia e manifesta sempre apertamente e pubblicamente le sue idee sovversive e si dichiara convinto delle medesime. Egli ha ascendente e gode tutta la fiducia dei sovversivi del luogo, perché questi lo ritengono come unica persona adatta e capace per le direttive e per tenerli compatti. I sovversivi di Romano di L., se non avessero in luogo il loro capo, Avv. Masneri Angelo, si disorganizzerebbero, e di conseguenza cesserebbe o quanto meno andrebbe sempre diminuendo la loro attività sovversiva”.
Sulla base di tale relazione e facendo riferimento all’art. 184 del TU della nuova legge di Ps, viene denunciato dai Cc alla Commissione provinciale per il confino di polizia in quanto propagandista di idee sovversive alle istituzioni e quindi pericoloso per la sicurezza nazionale. Nonostante la lettera a favore di Masneri inviata il 29.11.1926 da Milano al prefetto di Bergamo da Luigi Gritti, Maggiore Generale dell’Ispettorato del Commissariato Militare, il 20.12.1926 la Commissione provinciale per il confino di polizia gli infligge la diffida. Inoltre, il 22.2.1927 gli viene assegnata la carta d’identità obbligatoria, conservata nel fascicolo, come sospetto politico e persona pericolosa. Il 2.3.1927 Masneri invia al prefetto di Bergamo una lettera su carta bollata in cui protesta contro il provvedimento “come uomo, come cittadino e come professionista”, aggiungendo di essere stato sempre osservante della legge, tanto più in quanto avvocato, e invita il prefetto a recarsi di persona a Romano di Lombardia “per sentire direttamente da tutti, compresi i fascisti, quanto sono meravigliati ed addolorati per questo provvedimento che offende dei loro concittadini che sanno meritevoli di ogni stima”. Due giorni dopo, il 4.3.1927, è la stessa amministrazione comunale di Romano di Lombardia a informare il prefetto di Bergamo che Masneri si è presentato in Comune per ottemperare all’obbligo della carta d’identità con le impronte in quanto sospetto politico, insieme a Giuseppe Guaiarini e che entrambi intendono presentare ricorso. Il 13.6.1931 il maresciallo maggiore dei Cc Enrico Casalini, comandante della stazione di Treviglio, informa la questura di Bergamo che Masneri è persona scaltra e accorta e, dati i suoi precedenti, va certamente vigilato, tuttavia non sembra più professare le idee socialiste rivoluzionarie e quindi non è più da ritenere pericoloso “dato anche che attualmente frequenta sempre la compagnia di tesserati fascisti”. Il 24.12.1932 i Cc di Treviglio si rivolgono alla questura di Bergamo proponendo la radiazione dallo schedario dei sovversivi dei trevigliesi Riccardo Manetta, Federico Arnoldi, Vittorio Barbieri e, appunto, Angelo Masneri, precisando tuttavia che nessuno di essi ha inoltrato domanda di iscrizione al Pnf. Nel fascicolo è conservata la sua carta d’identità obbligatoria come sospetto politico del 2.3.1927, con fotografia e impronte digitali. Radiato il 28.12.1932. Cpc, b. 3131, 1925-1932, scheda biografica. Il 26.4.1946, per decisione del Cln di Bergamo, Masneri viene nominato vice-presidente della Provincia in rappresentanza del Psi insieme al dr. Ferruccio Galmozzi per la Dc, mentre presidente è l'avv. Giovanni Motta (psuedonimo Pietro Dolcini) per il Pci. Subito dopo Masneri lascia l'incarico al dr. Pietro Liedi del Partito d'azione. Il 4.1.1947 Masneri viene nominato segretario provinciale del Psi. Si ringrazia Roberto Cremaschi per le informazioni fornite. Esistono due lettere di Masneri a Lelio Basso del 28.4.1948 e del 15.5.1948, conservate presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso – Issoco di Roma, ‘Fondo Lelio Basso. Corrispondenza 1948’, rispettivamente nei sotto-fascicoli 4 e 5. (G. Mangini)