Profilo sintetico riassuntivo
Nato il 12.8.1902 a Casnigo (Bg), dove risiede. Lavora come operaio terrazziere, è socialista. Emigrato in Francia, rientra in Italia verso la fine del 1925. Sposato con Annunciata Caccia, ha 3 figli: Maria, Giannina e Franco. É privo dell’occhio destro. Il 23.1.1926 viene arrestato dai Cc di Gandino perché il 26.12.1925, insieme ai suoi fratelli Battista e Paolo e a Bernardo Lanfranchi, nella località Serio di Casnigo canta “inni sovversivi”, cioè ‘Bandiera rossa’, oltre ad avere emesso “grida sediziose” e sparato due colpi di fucile in luogo abitato senza averne licenza e per questo denunciato il 30.12.1925. Il 22.1.1926 viene arrestato e denunciato. Il 29.1.1926 la Pretura di Clusone lo assolve per insufficienza di prove dall’accusa di aver cantato “inni sovversivi”. La perquisizione domiciliare, effettuata nel timore di suoi eventuali contatti con ‘sovversivi’ conosciuti in Francia e dunque potenzialmente parte di un’organizzazione antifascista, permette di accertare che Imberti non ha alcuna corrispondenza epistolare con nessuno, fatto confermato dalle indagini svolte presso l’ufficio postale. Per questo il comandante dei Cc di Clusone, tenente Arnaldo Frailich, nel suo rapporto del 2.2.1926 alla Sotto-prefettura di Clusone conclude che “questo Comando non ritiene il caso di redigere scheda biografica nei riguardi del predetto, perché non è elemento pericoloso. L’assidua vigilanza che l’arma esercita sulla di lui persona, non gli permette in alcun modo di far propaganda”. La Procura di Bergamo, tuttavia, ricorre contro la sentenza di assoluzione e il 24.2.1926 il Tribunale di Bergamo lo condanna a 6 giorni di arresto. Nel frattempo, la sera del 7.2.1926 Imberti, insieme ad altri, partecipa ad un diverbio poi degenerato in lite con il fascista Antonio Guerino, che viene colpito con una bastonata che gli procura lievi lesioni. La Pretura di Clusone l’8.6.1926 lo assolve dall’accusa di “grida sediziose” per insufficienza di prove. Il 29.8.1937 si trasferisce a Milano, dove lavora come facchino per la Ditta Setmani e C. in via Forcella 5, mentre la famiglia risiede a Gandino. Radiato nel 1941. Cpc, b. 2629, 1929-1941. (G. Mangini)