Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo, frazione Colognola al Piano, il 14.6.1897, socialista. Emigra in Argentina nel marzo 1925 dove trova lavoro a Buenos Aires presso la ditta di Francesco Pippo. Qui vive in calle Monte Egmont n° 1690 insieme al comunista Giuseppe Belotti, a Emilio Bonacina e al tramviere e poi panettiere anarchico Nicola Spinelli, nato nel 1899 a Mesoraca (Cz), i quali vengono denunciati il 3.4.1928 da un anonimo all’Ambasciata italiana della capitale argentina come rivoluzionari e nella denuncia Lazzari viene presentato come “capeggiatore della combriccola”. L’informazione viene passata dall’Ambasciata alla Sezione Ordine Sociale della polizia argentina, che procede alle indagini sul gruppo di italiani. Lazzari, Bonacina e Spinelli vengono ritenuti anarchici perché a Buenos Aires hanno partecipato, nel corso del 1927, alle manifestazioni in favore di Sacco e Vanzetti. Il 23.5.1928 Lazzari, così come gli altri del suo gruppo e come altri immigrati italiani, viene fermato dalla polizia politica argentina nell’ambito delle indagini sull’attentato contro il Consolato generale italiano in Argentina, ma dopo qualche giorno viene rilasciato. Rientra in Italia l’8.7.1928 e dal 5.12.1928 gestisce una trattoria nella località Colognola, sobborgo di Bergamo. I Cc di Bergamo il 23.4.1929 ricostruiscono le vicende professionali e politiche di Lazzari, smentendo che si tratti di un anarchico e ribadendo invece le sue posizioni socialiste. Emigra in Argentina nel 1932 con il fratello Vittorio e tutta la famiglia (la moglie Anna Artifoni e le due figlie, Ancilla e Luigina), dove lavora come mosaicista. Nel 1934 viene iscritto in RF. Nel novembre 1938 vive a La Plata Calle 118 n. 1593 e lavora in una fabbrica di seta, poi fa il muratore, mentre la moglie prende il suo posto nella fabbrica di seta. Il 3.5.1940 viene disposta la revoca dalla RF del suo nominativo per “cessati motivi”. Il 4.4.1941 il Cpc informa il al prefetto di Bergamo che Lazzari in Argentina vive in una casa di sua proprietà. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia, tratta dalla sua carta d’identità. Cpc, b. 2742, 1929-1940. (G. Mangini)