Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Romano di Lombardia (Bg) il 8.12.1886. Calzolaio, socialista massimalista, nel 1925 vive a Romano di Lombardia in via Nazario Sauro, dove agli inizi di novembre 1925 viene fermato per misure di Ps in quanto socialista. Alla fine di febbraio 1927 gli viene assegnata la carta d’identità obbligatoria come sospetto politico, contro la quale ricorre con una lettera al prefetto di Bergamo del 2.3.1927, in cui scrive che “non so spiegarmi perché mi vogliano trattare in questo modo quando non ho mai avuto condanne, curo il mio mestiere per poter mantenere la moglie e i figli”. La carta d’identità obbligatoria, tuttavia, non è conservata nel fascicolo. Il 17.3.1927 i Cc di Treviglio informano la Questura di Bergamo che Manetta “ha sempre militato e milita tuttora nel partito socialista massimalista e si mantiene in relazione con altri sovversivi del luogo. Riceve le direttive del proprio Capo, Masneri Avv. Angelo, si mantiene fedele al partito in cui milita ed è capace di coadiuvare i suoi capi nella propaganda sovversiva”. Viene radiato nel 1933. Alcuni anni dopo, e cioè il 26.6.1942 alle ore 10 di mattina viene convocato dai Cc di Bergamo per essere interrogato a proposito del fatto che nella sua bottega di calzolaio, tra marzo e aprile 1942, si sono riunite spesso, soprattutto di sabato, alcune persone sospette di antifascismo e di riunirsi proprio per tale motivo. L’interrogatorio, molto breve, è condotto dal maresciallo dei Cc Angelo Meloni e al capitano Alberto Lanoce. Manetta dichiara di non essere iscritto al Pnf e di non essere mai stato iscritto ad alcun partito e conferma gli incontri avvenuti nel suo negozio: “Effettivamente durante il mese di marzo u.s., tale Zampieri Pietro, impiegato, residente ora a Treviglio, veniva nel pomeriggio del sabato, nella mia bottega, ove si trovava con Maltempi Angelo, Ferrari Angelo, Luppoli Felice, Ribola Angelo, ma tra loro non hanno mai parlato di politica in quanto io non volevo per non aver fastidi. Nel mio negozio i suddetti si intrattenevano sempre poco. Dall’aprile in avanti è venuto solo qualcuno di loro, isolati, per riparare le scarpe. Io non ho mai conosciute le idee politiche dello Zampieri, mentre il Ferrari e il Luppoli sono iscritti al Partito Fascista”.
Tuttavia, il 4.8.1942, viene ammonito dalla Commissione Provinciale per il confino di polizia, ma l’ammonizione gli viene notificata solo l’11.8.1942 dai Cc di Serina (Bg), dove si trova dalla metà di luglio per un periodo di villeggiatura presso una figlia, a causa del ritardo nella consegna della sua convocazione presso la Commissione a Bergamo, ritardo dovuto proprio al soggiorno estivo di Manetta a Serina, che rientra a Romano di Lombardia il 21.9.1942. Le ragioni dell’ammonizione sono ricostruite analiticamente nella relazione inviata il 4.7.1942 dalla Prefettura di Bergamo alla Direzione Generale della PS del Ministero dell’Interno per istruire il processo a suo carico e per gli eventuali provvedimenti da parte della Commissione Provinciale per il confino di polizia di Bergamo:
“La Federazione dei fasci di Combattimento aveva segnalato all’Arma dei CC.RR. che nella bottega da calzolaio di Manetta Defendente fu. Battista e fu Bonetti Francesca, nato a Romano Lombardo l’8/12/1886, ivi residente, si tenevano discorsi contro il Regime. Disposte oculate indagini veniva assodato che la bottega del Manetta era frequentata dal sovversivo antifascista Zampieri Pietro fu Antonio e Radici Giuditta, nato a Romano Lombardo il 27/7/1904, impiegato quale Vice capo ufficio della sede milanese della Società ‘Montecatini’, dottore in legge, iscritto nello schedario dei sovversivi presso la locale questura. Risultò all’Arma ch’egli era l’animatore di riunioni che avvenivano presso la bottega del Manetta, il cui scopo era equivoco, ed alle quali partecipava anche il fratello del calzolaio Manetta Riccardo fu Battista e fu Bonetti Francesca, nato a Romano Lombardo il 19/6/1882, industriale. Tale Nosari Alessandro fu Antonio e di Astori Antonia, nato a Gandino il 26/10/1883, residente a Romano, macellaio, pure frequentatore della bottega, avvicinato da un confidente si lasciava sfuggire alcune dichiarazioni dalle quali risultava il contenuto antifascista dei discorsi che si facevano nella bottega del calzolaio. Fu deciso di fermare il dott. Zampieri, il Manetta Defendente ed il fratello Riccardo, nonché il Nosari. Il Manetta Riccardo sottoposto a perquisizione personale e domiciliare fu trovato in possesso di versi satirici, denigratori dell’Italia e della sua alleanza con la Germania, ch’egli ha dichiarato di avere compilato di suo pugno. Interrogato lo Zampieri, questi ammise di aver frequentato la bottega del Manetta, soggiungendo di essersi in questa incontrato con Ferrari Angelo fu Carlo e di Facchetti Angela, nato a Romano Lombardo il 9/9/1895, ivi residente, bracciante, Maltempi Angelo fu Ferdinando e Bertolazzi Giovanna, nato a Romano Lombardo il 1/7/1890, ivi residente. operaio fuochista, Luppoli Felice fu Astolfo e di Giuseppa Molani, nato a Romano Lombardo il 14/11/1895, ivi residente, operaio elettricista e Gandossi Giuseppe fu Giovanni e fu Ceseria Giacoma, nato a Romano Lombardo il 28/5/1893. Luppoli, Ferrari, Gandossi, Nosari, Maltempi risultano iscritti al P.N.F. e dalla Federazione è stata annullata l’iscrizione. Il Dott. Zampieri ha affermato di essersi intrattenuto nella bottega del calzolaio con Luppoli, Ferrari, Gandossi e Maltempi su questioni alimentari, fatti di guerra e argomenti politici, soggiungendo che egli è di idee mazziniane e che sua aspirazione è quella di voler l’Italia libera da ogni forma di influenza straniera. Ha affermato che uguali erano i sentimenti dei suoi interlocutori. Tutti e quattro hanno negato, però, ogni addebito. Negativi si sono pure mantenuti il Nosari e il Manetta Defendente. Ad eccezione dello Zampieri, nessuno ha precedenti politici. L’azione dell’Autorità è valsa ad impedire in tempo il costituirsi di un nucleo antifascista che per la presenza dello Zampieri e dei Manetta, avrebbe potuto avere ripercussioni sull’ordine pubblico. Quest’Ufficio propone che a carico del dott. Zampieri e del Manetta Riccardo sia adottato il provvedimento del confino e nei riguardi di Manetta Defendente, il provvedimento dell’ammonizione e a carico di Nosari, Maltempi, Luppoli, Ferrari e Gandossi (gli ultimi quattro indicati dallo Zampieri) sia adottata la diffida ai sensi dell’art. 164 della legge di Ps, tranne che codesto Ministero non voglia adottare provvedimento più grave quale quello dell’ammonizione. Tutti sono stati associati in carcere a disposizione della Questura. S uniscono gli atti assunti, nonché la poesia satirica di cui è sopra cenno”. Per il ventennale della marcia su Roma l’ammonizione viene condonata a Manetta il 3.12.1942 nell’ufficio comunale di Romano di Lombardia dal Commissario prefettizio il quale, in tale occasione, “rileva la magnanimità del Duce che ha voluto solennizzare la ricorrenza del ventennale con vero atto di clemenza”. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 2980, 1942-1942. (G. Mangini)