Rota Sperandio


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n. busta
103
n. fascicolo
3096
Primo estremo
1926
Secondo estremo
1945
Cognome
Rota
Nome
Sperandio
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1902/04/17
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
fattorino
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Capriate d'Adda (Bg) il 17.4.1902, comunista. Il 29.9.1923 viene condannato dalla Pretura di Bergamo a 20 giorni di arresto per porto di coltello di genere proibito. Secondo un appunto del dicembre 1925 della Questura di Bergamo conservato nel fascicolo di Angelo Giuseppe Boffi, insieme ad altri costituisce a Sforzatica di Dalmine (Bg) “un vero nucleo di giovani comunisti capeggiati da persona colta che probabilmente può essere il Rota Mauro. Quest’ultimo aveva ordine del noto comunista Ferrari di Bergamo facente parte dell’esecutivo provinciale Comunista, venne fermato con gli altri per misure di P.S. il 7 dicembre 1925 dall’Arma dei CC.RR. di Dalmine e rilasciati il 12.12.1925”. Con sentenza del 14.2.1926 della Procura di Milano viene assolto dall’accusa di associazione a delinquere, incitamento all’odio di classe e alla rivolta alle forze armate per non aver commesso il fatto. L’ 11.4.1932 si trasferisce a Milano in via Verziere 14 e lavora nei negozi di frutta del vecchio verziere. Nel 1941 è richiamato al 71° Reggimento Fanteria ad Arquata Scrivia (Al) e congedato agli inizi del dicembre 1942. Dopo l’8.9.1943 non se ne hanno notizie, ma il 31.1.1945 viene espressa l’intenzione di sorvegliarlo ancora. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in divisa militare, è presente anche un ritaglio del quotidiano milanese «Il Secolo» del 23.2.1926, con l’articolo "La scoperta di un complotto comunista. Le richieste alla Sezione d’accusa". Inoltre, nel fascicolo intestato a Giuseppe Luigi Malvestiti, è conservata una fotografia che ritrae un gruppo di operai della Dalmine, tra i quali anche Rota. Sul verso della fotografia c’è scritto, a lapis: “noti operai sovversivi supposti amici del Malvestiti Giuseppe”, mentre l’immagine sul recto ritrae 7 persone, in piedi vicino al muro di una costruzione. Il primo a sinistra non è un operaio, forse un dirigente aziendale o un funzionario di Ps, mentre gli altri 6 sono operai, tutti schedati e identificati con il loro nome, da sinistra a destra rispetto all’osservatore: Rota, CElestino Bombarda, Luigi Lazzari, Angelo Boffi, Pasquale Carsana, Ernesto Maffioletti. (G. Mangini)
Familiari
Rota Francesco (padre)
Giovanzana Luigia Rachele (madre)
Luoghi di residenza
Capriate San Gervasio Lombardia Italia Milano Lombardia Italia via Verziere 14
Fatti notevoli
1926 - 1926/02/14
Nel 1926 viene arrestato con l'accusa di 'complotto comunista', cioè di associazione a delinquere, incitamento all’odio di classe e alla rivolta alle forze armate, ma con sentenza del 14.2.1926 della Procura di Milano viene assolto dall’accusa.
Sanzioni subite
arresto (1923/09/29 - )
Il 29.9.1923 viene condannato dalla Pretura di Bergamo a 20 giorni di arresto per porto di coltello di genere proibito.
Relaz. con altri soggetti
Malvestiti Giuseppe Luigi (comunista)
ASBg, Sovversivi
Bombarda Celestino (comunista)
ASBg, Sovversivi
Lazzari Luigi (comunista)
ASBg, Sovversivi
Boffi Angelo Giuseppe (comunista)
ASBg, Sovversivi
Carsana Daniele Pasquale (comunista)
ASBg, Sovversivi
Maffioletti Ernesto (sindacalista rivoluzionario, comunista)
ASBg, Sovversivi
Rota Mauro
ACS, Cpc, b. 4468
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
fotografia in divisa militare giornale quotidiano (Ritaglio del quotidiano milanese «Il Secolo» del 23.2.1926, con l’articolo "La scoperta di un complotto comunista. Le richieste alla Sezione d’accusa".)