Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Romano di Lombardia (Bg) il 8.7.1878, lattoniere elettricista, socialista massimalista, nel 1912 viene segnalato come uno dei principali componenti del Circolo 'Federico Maironi' di Romano di Lombardia, dove risiede in via N. Sauro 1. Il 6.7.1924 il sotto-prefetto di Treviglio riferisce al Prefetto di Bergamo che Rubini “professa ancora idee massimaliste, mantiene relazione con elementi sovversivi, ma non consta faccia propaganda”, tuttavia viene sorvegliato. Nel corso degli anni Venti frequenta l’avvocato socialista Angelo Masneri di Romano di Lombardia oltre ad altri socialisti, i cui nominativi non vengono però citati nelle carte del fascicolo. Nel marzo 1927 gli viene assegnata la carta d’identità obbligatoria come sospetto politico e perciò “pericoloso per l’ordine nazionale”. Per questo motivo il 3.3.1927 Rubini si rivolge su carta da bollo al Prefetto di Bergamo per ottenere la revoca del provvedimento:
“Ill.mo Sig.r Prefetto di Bergamo. Essendo stato invitato in Codesto Comune per la tessera Circolazione con fotografia (Come sospetto e pericoloso) prego la S.V. Ill.ma a voler fare una inchiesta sul mio riguardo nel passato e presente. Le informazioni migliori le potrà avere dalle migliori personalità del paese molto in vista di più poi da persone che militano nel Partito Fascista di Romano. La popolazione mi stima e mi vuol bene anche pur sapendo che sono sempre stato socialista. Sono sicuro che la S.V. Ill.ma vorrà prendere a cuore questa mia domanda esaudendola più presto possibile. Con profonda stima e rispetto infiniti ringraziamenti Rubini Angelo”.
Il Prefetto chiede subito informazioni in proposito ai Cc di Treviglio, dai quali dipende la zona di Romano di Lombardia. Questi, a firma del capitano Salvatore Capozzi, rispondono il 17.3.1927 osservando che Rubini continua ad essere socialista, a Romano di Lombardia frequenta altri socialisti e in particolare l’avvocato Angelo Masneri, manifesta anche pubblicamente la sua posizione politica socialista frequentando anche i socialisti dei paesi vicini, pertanto “egli dev’essere sorvegliato continuamente, siccome elemento pericoloso per l’ordine nazionale”. Agli inizi del gennaio 1931, per il periodico controllo della situazione dei singoli ‘sovversivi’, la Questura di Bergamo chiede notizie di Rubini al comandante della stazione dei Cc di Romano di Lombardia, il maresciallo maggiore a piedi Lodovico Bearzi, da poco insediatosi. Questi risponde il 19.1.1931dicendo che non risultano rilievi in proposito, tuttavia aggiunge che “per potere esprimere un equo e sereno giudizio in merito, lo scrivente, che è nuovo dell’ambiente, abbisogna di meglio conoscere il Rubini, epperciò prega ripetere, fra qualche mese, la richiesta”. Lo stesso maresciallo Bearzi, senza bisogno di essere sollecitato in tal senso, il successivo 23.4.1931 scrive alla Questura di Bergamo osservando che Rubini “è assolutamente innocuo dal lato politico e che moralmente è un galantuomo. Egli ha professato idee socialiste, però non fu mai un violento, e mai commise azioni riprovevoli. Da qualche anno si è appartato dalla politica, gode stima e fiducia in tutti i campi, non si mette contro il regime e non si presta a mene sovversive”. Radiato nel 1933. (G. Mangini)