Schiantarelli Stefano, detto Foglia

n. busta
107
n. fascicolo
3232
Primo estremo
1937
Secondo estremo
1941
Cognome
Schiantarelli
Nome
Stefano
Altri nomi
detto Foglia
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1892/05/15
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
boscaiolo venditore ambulante
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Rota Imagna, frazione Rota Dentro (Bg) il 15.5.1892, boscaiolo, poi venditore ambulante, socialista. Ha una sorella, Caterina, e due fratelli, entrambi boscaioli residenti a Rota Dentro, Giuseppe Cesare e Giovanni Pietro Stefano. Nel maggio 1937 è coinvolto in una denuncia insieme al compaesano e minatore Francesco Antonio Moscheni (b. 68) per avere pronunciato frasi offensive verso il Mussolini e il Fascismo in un’osteria di Rota Imagna gestita da Severino Tondini. Il 7.6.1937 il prefetto di Bergamo invia un rapporto al Ministero dell’Interno nel quale riferisce la vicenda in questione: “Il 28 maggio u.s. due militi V.S.N., Locatelli Giovanni, di anni 30, e Salvi Alessandro, di anni 32, entrambi manovali, si nascosero presso una finestra dell’abitazione del Segretario del fascio di Rota Imagna, giusta tassativo ordine ricevuto da quest’ultimo, e di là, come ebbero a dichiarare poi, intesero che nell’osteria attigua i nominati Moscheni e Schiantarelli, conversando tra loro della guerra civile di Spagna pronunziarono le seguenti parole: “a Roma ci fanno morire di fame e andrà a finire come la Spagna; noi siamo socialisti e portiamo il berrettino rosso e ce ne freghiamo di quelli che hanno il berrettino nero; i seguaci del fascismo hanno la pancia piena e sono dei facchini; il duce fa morire di fame questi porci; i soldati del Generale Franco si finiscono mentre i rossi non si finiscono”. Su denunzia dei militi stessi l’Arma dei CC.RR. procedette all’arresto del solo Moscheni, in quanto lo Schiantarelli, che è un girovago, subito dopo il fatto si allontanò per ignota destinazione, né finora è stato rintracciato nonostante le disposizioni di ricerche diramate telegraficamente. Nessuno era presente nell’osteria al momento del fatto, che non ha avuto perciò altra conferma. L’arrestato Moscheni, però, protestandosi innocente, ha dichiarato che lo Schiantarelli, conversando con lui di guerra, pronunziò parole offensive all’indirizzo di S.E. il Capo del Governo e fra l’altro le parole ‘Andrebbe ammazzato quello di Roma’. Il Moscheni è ammogliato con due figli; è nullatenente e vive con ricavato del suo lavoro. Ha prestato servizio nell’Arma dei RR.CC. per nove anni; è stato pure parecchio tempo nel Lussemburgo, per ragioni di lavoro, e n’è rimpatriato nel 1929.Lo Schiantarelli è celibe, ed è poco amante del lavoro; girovaga per i comuni vicini e vive poveramente; è anche alquanto deficiente. Entrambi, poi, non hanno precedenti, né sono ritenuti capaci di svolgere attività sovversiva”. Fermato dai Cc di Sant' Omobono Imagna il 29.9.1937 e tradotto in carcere a Bergamo, diffidato il 29.10.1937. (G. Mangini)
Familiari
Schiantarelli Stefano (padre)
Nato nel 1847, fabbro.
Gritti Maria (madre)
Schiantarelli Caterina (sorella)
Nata a Rota Dentro il 16.2.1883.
Schiantarelli Giovanni Pietro Stefano (fratello)
Nato a Rota Dentro il 20.9.1885.
Schiantarelli Giuseppe Cesare (fratello)
Nato a Rota Dentro il 26.11.1889.
Luoghi di residenza
Rota Imagna Lombardia Italia frazione Rota Dentro (1892 - )
Fatti notevoli
1937/05/28 - 1937/05/28
Il 28.5.1937 insieme al compaesano Francesco Antonio Moscheni in un'osteria di Rota Imagna (Bg) commentano negativamente la guerra di Spagna e pronunciano frasi antifasciste e antimussoliniane.
Sanzioni subite
diffida (1937/10/29 - )
Relaz. con altri soggetti
Moscheni Francesco Antonio
ASBg, Sovversivi, b. 68
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no