Profilo sintetico riassuntivo
Nasce a Milano il 4.12.1889, domiciliato a Bergamo in via Tre Armi n. 3, laureato in legge, avvocato, popolare. Ha tre sorelle: Enrica, Lucia e Gerolimina. Sposato con Maria Luisa Imperiali di Francavilla, ha un figlio, Baldo, nato a Firenze il 2.12.1917. Ufficiale degli alpini, Dino Secco Suardo partecipa alla prima guerra mondiale. Combatte sull’Ortigara e sulla Bainsizza e viene decorato. Dall’esperienza bellica nasce il suo libro La Coscienza Italiana dopo la trincea, pubblicato a Milano dall’editore Gaetano Facchi nel 1919. Nello stesso anno pubblica inoltre un opuscolo di 16 pagine, Per i soldati agricoltori, stampato per conto della Sezione di Bergamo dell’Associazione Nazionale Combattenti. Tra il 1919 e il 1920 collabora al periodico bresciano «Il Combattente». Primo segretario politico del Ppi di Bergamo e provincia, si dimette per assumere un incarico di partito a livello nazionale. Infatti, in seguito alle deliberazioni del 5° congresso nazionale del Ppi tenuto a Roma il 28-30 giugno 1925, viene costituita una Commissione straordinaria, la cosiddetta Pentarchia (Dino Secco Suardo, Giuseppe Maria Cappellari, Giovanni Lucangeli, Ivo Coccia e Giuseppe Corazzin), che ha il compito di riorientare l’azione politica dei popolari di fronte alla violenza fascista. Per sfuggire al controllo poliziesco, le riunioni di questo organismo politico si svolgono ogni volta in luoghi diversi, uno dei quali è a Bergamo in casa Secco Suardo, al quale era subentrato come segretario politico provinciale l’avvocato Giuseppe Gavazzeni (1884-1939). Le posizioni antifasciste del Ppi vengono esposte sul settimanale «L’Idea Popolare», al quale anche Secco Suardo collabora con alcuni articoli. É amico di don Emilio Rota, a sua volta legato al Ppi. Dopo il fallito attentato a Mussolini, avvenuto a Bologna il 31.10.1926 e attribuito al quindicenne Anteo Zamboni, il fascismo reagisce con estrema durezza promulgando le ‘Leggi per la difesa dello Stato’ (scioglimento dei partiti politici, decadenza dei 123 deputati aventiniani, istituzione del Tribunale Speciale, istituzione della pena capitale, introduzione degli Uffici politici investigativi della Mvsn e del confino di polizia). Questo vero e proprio ‘giro di vite’ porta con sé anche l’incremento della violenza nei confronti di tutti gli oppositori politici del fascismo: anche Secco Suardo viene fatto oggetto di violenze e percosso, come scrive lui stesso in una sua rievocazione di molti anni dopo: “Dopo l’attentato a Mussolini a Bologna, ci furono in molte città italiane invasioni di case e violenze contro antifascisti. A Bergamo se ne ebbero molte, e tra l’altro un’incursione nella casa del Segretario Provinciale del P.P.I. e in quella del Venerabile della Loggia Massonica Pontida, aderente a Palazzo Giustiniani il quale, contrariamente all’esempio di Italo Balbo e Giacomo Acerbo, aderenti a Piazza del Gesù, non aveva voluto allinearsi con il fascismo” (Secco Suardo 1973, p. 630-631). I suoi spostamenti sono seguiti dagli agenti della Questura di Bergamo. In particolare, il brigadiere di Ps Luigi Guidolotti il 18.11.1926 informa il questore di un viaggio di Secco Suardo a Milano, del suo ritorno a Bergamo dopo una settimana e del rientro a Milano lo stesso giorno dopo due ore con una valigia di indumenti personali, per recarsi presso ‘Anghileri’. In realtà si tratta dell’ingegner Luigi Ghisleri (figlio di Arcangelo Ghisleri, b. 48), titolare della ‘Società Anonima Ing. Ghisleri’ di via Cappuccio 4, della quale Secco Suardo è consigliere ed è appunto per questo che, dalla fine di novembre 1926, più volte alla settimana si reca a Milano per svolgere la propria attività professionale, tanto da decidere di prendervi stabile alloggio a piazza Castello 20 presso Sofia Taccani, presso la quale rimane dal 18.1.1927 al 30.4.1927, quando rientra a Bergamo. La Commissione Povinciale di Bergamo (composta dal prefetto Carlo Solmi, dal procuratore del Re Vincenzo Zampelli, dal questore Giovanni Brandi, dal comandante della 14a legione della Mvsn Battista Marconi e dal comandante della divisione locale dei Cc capitano Francesco Liberanome) l’1.12.1926 lo condanna al confino di polizia per 3 anni quale irriducibile avversario del regime fascista. Nella stessa seduta vengono condannati al confino anche gli anarchici Alessandro Caglioni, Gaetano Ghirardi ed Egidio Corti e i comunisti Battista Bonomi, Giuseppe Beltrami, Vittorio Barcella e Guido Galimberti. Tra i condannati ci sono anche il comunista Angelo Leris e il socialista Amedeo Cominetti. Una volta decisa la condanna, la Commissione Provinciale locale chiede al Ministero l’indicazione della destinazione finale del confino per l’esecuzione pratica della condanna. Il Ministero, con telegramma del 12.12.1926, assegna i primi sette, già in carcere a Bergamo, a Lampedusa, mentre per Secco Suardo, Leris e Cominetti attende dalla Questura di Bergamo la notizia del loro arresto, non ancora avvenuto, per procedere all’assegnazione. Nella sentenza dell’1.12.1926 sono inclusi anche l’antifascista Michele Trovesi e l’anarchico Luigi Vitali, al momento non ancora detenuti a Bergamo, e anche per loro viene rimandata la decisione. Il 20.12.1926 Secco Suardo viene destinato a Ustica. Il 10.2.1927 la questura di Palermo, essendo a sua volta stata informata della destinazione ma non vedendolo arrivare, chiede a quella di Bergamo se Secco Suardo sia stato effettivamente posto in traduzione verso l’isola. A quella data, però, la condanna al confino era stata commutata in ammonizione già il 24.12.1926, cioè pochi giorni dopo la prima sentenza e l’indicazione della destinazione, in seguito all’immediato ricorso di Secco Suardo, accolto con il consenso dello stesso Mussolini. E’ possibile che al parziale accoglimento del ricorso non sia estranea l’azione svolta in proposito dalla madre di Secco Suardo, Maria Antongini, recatasi appositamente a Roma, anche se dalla documentazione conservata nel fascicolo non emerge con chi si sia incontrata nella capitale. Il 25.2.1927 dall’ufficio di gabinetto del Ministro dell’Interno viene spedita un’informativa riservata al prefetto di Bergamo in cui si riferisce di un incontro segreto avvenuto in casa di Mario Cingolani, ex-vicesegretario del Ppi, tra i fondatori del partito: “Da una notizia confidenziale risulta che nell’abitazione dell’ex-deputato popolare Cingolani in Roma si sarebbero riunite alcune personalità del Partito Popolare per concretare l’azione da svolgere ai danni del Regime. A tale riunione ha partecipato anche il Conte Dino Secco Suardo di costà.” L’informativa si chiude con la raccomandazione di sottoporre Secco Suardo a "riservata vigilanza" e il prefetto, nel trasmettere in copia il testo alla Questura, in calce aggiunge di suo pugno: "E dirgli che la finisca”. Il 30.4.1927 Secco Suardo da Milano scrive a Carlo Solmi, presidente della Commissione provinciale e prefetto di Bergamo, al quale chiede in via principale la revoca dell’ammonizione, ritenendo mutate le condizioni rispetto alle quali questa gli era stata inflitta, e in via subordinata almeno la sospensione per tre mesi dell’ammonizione stessa, per non compromettere l’attività professionale avviata a Milano con le necessità della sorveglianza nei propri confronti che l’ammonizione comporta e che potrebbe essere di serio ostacolo allo svolgimento della normale attività lavorativa. Dopo qualche mese, il 25.9.1927, viene tolta anche l’ammonizione, declassata a diffida. Di questa decisione la Questura di Bergamo informa contemporaneamente il comando della compagnia dei Cc di Bergamo, il comando della 14a legione Mvsn di Bergamo e il podestà di Bergamo. Nella stessa occasione viene ribadita la necessità di mantenere la sorveglianza su Secco Suardo. Il suo nominativo è inserito in RF con il n° 5627. Nel novembre 1928 la Questura di Bergamo segnala i suoi frequenti spostamenti in automobile (targata Bg 2508) nelle provincie circostanti per affari, dietro i quali viene sospettato il mantenimento dei legami politici con gli esponenti del disciolto Ppi. Nel febbraio 1929 il commissario di Ps di Città Alta segnala i suoi periodici viaggi a Milano, dei quali non fornisce ipotesi politiche, mentre associa il nome di Secco Suardo a quello del sacerdote don Emilio Rota. Questi, allontanato da Bergamo e trasferito a Cremona a causa del suo antifascismo, ogni tanto torna a Bergamo per far visita ai suoi anziani genitori in via Sudorno 14, ma ciò viene interpretato come un possibile motivo di incontro con Secco Suardo, pertanto viene richiesto alla Questura di Cremona di segnalare tempestivamente la partenza da Cremona di don Rota verso Bergamo. La prudenza con cui Secco Suardo si muove è confermata anche dal fatto che nel fascicolo di maggio, primo numero dell’anno 1929 della rivista «Bergomum», organo della biblioteca civica ‘A. Mai’ di Bergamo, alle pp. 69-70 compare un breve profilo biografico e professionale del grande restauratore d’arte Giovanni Secco Suardo, scritto da lui ma firmato con le sole iniziali “D.S.S.”, ignorate nel sommario del fascicolo. Il suo breve contributo si conclude rivendicando per il parente “il costante e attivo amore che lo guidò, per la sua Città, per l’arte, per la Patria”. In occasione delle nozze del principe ereditario Umberto con Maria Josè del Belgio, avvenute a Roma l’8.1.1930, Secco Suardo viene tenuto agli arresti domiciliari per tre giorni. Nell’aprile 1931 il Cpc apre il fascicolo su di lui e per questo il 17.4.1931 chiede alla Prefettura di Bergamo tutta la documentazione disponibile. Nella circostanza Secco Suardo viene infondatamente definito ‘socialista pericoloso’. In seguito all’isolamento politico e al controllo poliziesco nei suoi confronti, che ne limita la libertà di movimento, subentrano anche difficoltà economiche, per far fronte alle quali Secco Suardo lavora in ambito editoriale a Milano, sia come lettore per pareri di lettura per Mondadori (il 30.11.1932 ne fornisce uno a proposito di un testo della scrittrice inglese Margaret Kennedy), sia come traduttore di testi dal tedesco per conto degli editori milanesi Treves (Arnold Hahn, 'Sviluppiamo le facoltà dello Spirito') e Hoepli (Josef Löbel, 'Mai paura! Quaranta spunti di medicina ottimistica'), apparsi entrambi nel 1932. Nello stesso anno, per poter migliorare la sua conoscenza della lingua inglese in vista di ulteriori lavori di traduzione, chiede il passaporto per l’Inghilterra. Il 12.10.1932 il prefetto di Bergamo scrive al Cpc informando dell’avvenuta richiesta del passaporto per ragioni professionali, formulando in proposito parere favorevole. Tardando la risposta, il 17.11.1932 lo stesso Secco Suardo scrive direttamente al prefetto, chiedendo che gli venga rilasciato il passaporto per potersi recare in Inghilterra dove, grazie all’ospitalità di amici residenti a Oxford, intende passare due mesi per migliorare le sue conoscenze dall’inglese e poter poi tradurre professionalmente anche da quella lingua. Il 16.12.1932 il comandante della compagnia dei Cc di Bergamo, Vincenzo Barone, scrive alla Questura di Bergamo osservando che Secco Suardo da ormai 6 anni si mantiene lontano da ogni attività politica e, trattandosi di uno di coloro i quali sono compresi nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze, chiede se non sia il caso di radiarlo dal novero dei sovversivi. La richiesta viene accolta e Secco Suardo viene radiato nel 1933. Nel corso di quello stesso anno compare un’altra sua traduzione, questa volta dal francese, per conto di Mondadori (Auguste Piccard, 'A 16.000 metri. I miei viaggi nella stratosfera'). Nel fascicolo di luglio-ottobre 1934 del periodico «Politica sociale» pubblica il saggio 'La Conferenza internazionale del lavoro del 1934'. Partecipa poi alla fondazione della Democrazia Cristiana con Alcide De Gasperi, dal 1945 è Commissario della Fondazione per i figli degli italiani all’estero. Nello stesso anno esce il suo libro 'L’emigrazione italiana', pubblicato a Roma dalla casa editrice Seli. Dall’aprile 1947 all’agosto 1948 è ambasciatore italiano in Venezuela, poi in Colombia e in Giordania. Dal 1956 al 1961, con la presidenza di Randolfo Pacciardi, è segretario del Movimento Europeo Italia o ME-IT. Nel settembre 1961 partecipa a San Pellegrino all’importante convegno nazionale di studi della Democrazia Cristiana, 'Gli atti – 'Il convegno di San Pellegrino. Atti del convegno nazionale di studio della Democrazia Cristiana, S. Pellegrino Terme 13-16 settembre 1961' - vengono pubblicati nel 1962 a Roma dalla casa editrice Cinque Lune. Negli atti la relazione presentata da Dino Secco Suardo, 'Attualità di Luigi Sturzo', è compresa alle pp. 769-775. Dedica alcuni significativi studi alla storia e alla cultura del movimento cattolico, come il volume 'I cattolici intransigenti. Studio di una psicologia e di una mentalità', pubblicato a Brescia nel 1962 dalla casa editrice Morcelliana, così come il libro 'Da Leone XIII a Pio X', edito nel 1967 a Roma dalla casa editrice Cinque Lune. Un suo ulteriore intervento, 'La pentarchia nella storia del P.P.I.', fa parte di 'Luigi Sturzo nella storia d’Italia. Atti del convegno internazionale di studi promosso dall'Assemblea regionale siciliana', Palermo-Caltagirone, 26-28 novembre 1971, vol. 2, 'Comunicazioni', Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1973, pp. 623-637. Muore a Roma il 19.9.1978. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 4725, fasc. 091910, 1931-1938. (G. Mangini)