Lanzanova Giacomo

n. busta
59
n. fascicolo
1772
Primo estremo
1931
Secondo estremo
1933
Cognome
Lanzanova
Nome
Giacomo
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1872/11/07
Luogo di morte
Fornovo San Giovanni (Bg)
Data di morte
1946/08/20
Livello di istruzione
laurea Teologia
Professione
sacerdote
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Trigolo (Cr) il 7.11.1872, viene ordinato sacerdote a Cremona dal vescovo Geremia Bonomelli il 4.6.1898 e subito dopo nominato vicario coadiutore a Romanengo (Cr), dove rimane fino al 1901, quando diviene pro-parroco a Casaletto Sopra (Cr). Manifesta precocemente la sua sensibilità sociale pubblicando nel 1902 un opuscolo intitolato 'Le agitazioni rurali. Conferenza stampata per cura del fascio democratico di Crema'. Dal 1905 diviene arciprete di Fornovo San Giovanni, comune in provincia di Bergamo ma incluso nella diocesi di Cremona. E’ dottore in Sacra Teologia. Dal 1898 al 1909 è in corrispondenza con Romolo Murri. Le lettere di Lanzanova a Murri sono conservate presso l’archivio storico del Senato della Repubblica. Secondo lo studioso Gianfausto Rosoli, alla luce dell’epistolario di Murri si può definire don Lanzanova come “il primo dichiarato democratico cristiano”. Fautore del rinnovamento della Chiesa, è critico in particolare nei confronti della catechesi tradizionale, che definisce astratta ed eccessivamente dottrinale, dedicando a questo tema un testo, 'Formazione di cristiani. Catechisti e catechismo', edito da Cogliati a Milano nel 1907. Sul tema della catechesi torna ancora nel 1917 con un ulteriore opuscolo, 'Catechismo e novità infeconde, con lettera del card. Gusmini', edito da Marietti a Torino nel 1917. In seguito aderisce alla corrente di Guido Miglioli del partito popolare. Nel 1926 pubblica a Brescia, per la Libreria Editrice Queriniana, il libro 'Il demonio'. Il 13.11.1931 a Fornovo si svolgono i funerali del fascista Enrico Premoli, di Giuseppe, di 25 anni, milite della 14a legione della Mvsn e nipote del podestà del comune di Fornovo. Quando, con la scorta di 6 uomini della milizia fascista comandati da un capo squadra, il corteo funebre giunge in chiesa per la prevista cerimonia, don Lanzanova, avvicinandosi al catafalco per la benedizione, si accorge che 3 giovani militi fascisti in divisa, disarmati, tengono il capo coperto. Questi vengono invitati dal sacerdote a togliersi subito il copricapo e i 3 obbediscono, ma il sacerdote nota anche che i 6 uomini della milizia, in divisa, in chiesa tengono il moschetto e il copricapo in testa e per questo si allontana senza benedire la salma recandosi in sagrestia e togliendosi i paramenti sacri. Come riferisce il 14.11.1931 il tenente Francesco Re dei Cc di Treviglio a Prefettura e Questura di Bergamo, “raggiunto dal Podestà Sig. Premoli Gerolamo ed anche dal centurione Fugazzola Cav. Giorgio colà presente, fu da costoro reso edotto che la truppa armata rimane a capo coperto. Ciò nonostante egli insisté per ottenere che anche i militi stessero a capo scoperto e solo dopo lunga discussione si persuase, indossò i paramenti sacri e benedì la salma. L’incidente non ebbe seguito ed il funerale ebbe regolare svolgimento. Non mancarono però severi commenti a carico del sacerdote anche per i di lui cattivi precedenti politici, quale fervente sostenitore, a suo tempo, della corrente migliolina e quale avversario del fascismo locale. Per talune allusioni di contenuto antifascista da lui fatte nel luglio c.a. dal pergamo, in occasione di una predica sui martiri del Cristianesimo, il predetto sacerdote venne a suo tempo proposto alla Regia Questura con foglio n. 61/42 Ris. del 9 Agosto in risposta alla nota 2449 Gab del 24 luglio di detto ufficio per la diffida dato che il di lui contegno avrebbe potuto provocare incidenti”. Pochi giorni dopo, il 17.11.1931, A. Testa dell’Ufficio Politico della Mvsn di Bergamo, dopo aver ricevuto in copia il citato rapporto dei Cc di Treviglio del 14.11.1931 insieme alla segnalazione dell’informatore fascista della Milizia di Fornovo, scrive al prefetto rimarcando “i sentimenti spiccatamente ed inequivocabilmente antifascisti di quell’arciprete, Lanzanova don Giacomo. Nel 1929 teneva una predica sui Martiri del Cristianesimo e si scagliava nel modo più violento contro il fascismo. Dalla fondazione delle Organizzazioni Giovanili fasciste ha sempre fatta propaganda subdola ma efficacissima in seno alla famiglia e soprattutto con le mamme, perché non autorizzassero i giovani ad inscriversi alle predette Organizzazioni. Infatti, non poche volte si è dovuta riscontrare l’assenza ed il poco entusiasmo dei giovani, particolarmente quando essi potevano essere veduti dal Don Lanzanova. Tale stato di cose ha provocato in quel Comune un sensibilissimo senso di rilasciamento e, talvolta, anche di assoluto abbandono, da parte degli aderenti, a tutte le Organizzazioni che fanno capo al P.N.F. Tanto si comunica affinché l’E.V. si compiaccia prendere quei provvedimenti atti a salvaguardare l’efficienza e lo sviluppo, anche in quel Comune, di tutte le organizzazioni e, in modo particolare, quelle Giovanili he rappresentano la continuazione, la vita del Fascismo”. A sua volta, su suggerimento del vescovo della Diocesi di Cremona, il 24.11.1931 Don Lanzanova scrive al questore di Bergamo una lettera in cui, alla luce delle normative previste dal diritto canonico, denuncia una serie circostanziata di abusi da parte dei fascisti di Fornovo, compreso il caso del funerale del fascista Premoli, in rapporto all’atteggiamento tenuto dai fascisti nei confronti della Chiesa e delle funzioni religiose, concludendo il suo scritto in questo modo: “Denuncio questi fatti, soprusi e sgarbatezze commesse, non per chiedere punizioni, ma perché s’impartiscano ordini precisi per l’avvenire e non si calunnii di antipatriottismo il parroco che fa il proprio dovere”. Per effetto delle vicende legate al funerale del 13.11.1931, il 28 novembre successivo viene convocato a Bergamo in Questura dal commissario di Ps Guido Masiero, dove “il summenzionato sacerdote Dr. Lanzanova don Giacomo viene diffidato a non dare in seguito motivo a rilievi e ad astenersi da atteggiamenti che possono farlo ritenere ostile al regime ed alle sue istituzioni; in difetto di che alla diffida potrà seguire denuncia per provvedimento più grave”. Nel 1931 don Lanzanova pubblica 'La Terra e la Chiesa di Fornovo Cremonese', edito a Bergamo dalla Tecnografica Tavecchi e ristampato nel 2009 a Caravaggio a cura di Gianni Testa. Radiato l’1.8.1933. Muore a Fornovo San Giovanni il 20.8.1946. (G. Mangini)
Familiari
Lanzanova Giovanni (padre)
Luoghi di residenza
Romanengo Lombardia Italia (1898 - 1901) Casaletto Sopra Lombardia Italia (1901 - 1905) Fornovo San Giovanni Lombardia Italia (1905 - 1946)
Fatti notevoli
1898 - 1909
E' in corrispondenza con Romolo Murri
1931/11/13 - 1931/11/13
A Fornovo durante un rito funebre si rifiuta di benedire la salma per la presenza in chiesa di militi fascisti armati e con il copricapo in testa.
Sanzioni subite
diffida (1931/11/28 - 1931/11/28)
Relaz. con altri soggetti
Murri Romolo
ACS, Cpc, b. 3462
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Riferimenti bibliografici
Fappani 1978
riferimento p. 46
Nordera 1988
Rosoli 1999
Lanzanova 1902
Lanzanova 1907
Lanzanova 1914
Lanzanova 1917
Lanzanova 1920
Lanzanova 1926
Lanzanova 1931, 2009
Lanzanova 1934