Alberti Pietro


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n. busta
2
n. fascicolo
45
Primo estremo
1924
Secondo estremo
1933
Cognome
Alberti
Nome
Pietro
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1887/08/23
Livello di istruzione
diploma
Professione
maestro elementare giornalista rappresentante di commercio
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Milano il 23.8.1887 da padre sconosciuto, viene cresciuto dalla madre. Celibe, socialista massimalista, arriva a Bergamo come maestro elementare intorno al 1907. Chiamato alle armi il 31.7.1915 presso il 78° Fanteria, non si presenta alla chiamata, ma il 10.9.1915 il Tribunale Militare di Milano decide il non luogo a procedere, il 26.10.1915 viene assegnato alla II Compagnia automobilisti di Monza e congedato con licenza illimitata l’1.5.1919 dalla 1a Compagnia deposito centrale Automobilisti di Torino, dove “figura avere servito con fedeltà e onore”. Agli inizi del 1920 si trova a Orzinuovi (Bs), dove il 25.1.1920 prima e il 20.5.1920 poi viene condannato dalla locale Pretura a pagare un’ammenda per contravvenzione all’articolo 1 della legge di Ps. Diviene sindaco di Orzinuovi (Bs) dal novembre 1920, rimane in carica fino all’ottobre 1922, quando il 27.10.1921 viene assolto dalla Pretura di Orzinuovi dall’imputazione di istigazione a delinquere. Finita l’esperienza di sindaco a Orzinuovi, torna a Bergamo come maestro elementare ed è anche corrispondente dell’«Avanti». Nel fascicolo è conservato un documento ufficiale dell’attività di Alberti come maestro a Bergamo, e cioè il “Foglio dei Versamenti Settimanali” relativo al mese di ottobre-novembre-dicembre (non c’è l’indicazione dell’anno) della ‘Mutualità Scolastica “Lorenzo Mascheroni” - Bergamo’, sezione Costantino Beltrami. Si tratta di moduli prestampati, due fogli e 4 facciate, sulla seconda delle quali c’è l’elenco degli allievi della classe quinta di Alberti: Luigi Bellotto, Roberto Bruni, Giovanni Cavalleri, Mario Cortinovis, Ilario Fumagalli, Umberto Perotti, Luigi Rota, Luigi Vavassori. Sul modulo non ci sono altre indicazioni, ma vi sono allegati 23 fogli manoscritti, numerati e intitolati “La città di Bergamo e la sua storia”, materiale didattico realizzato da Alberti e sequestrato dall’autorità di Ps. Nel fascicolo è conservata anche la copia di un volantino, datato Bergamo 26.2.1924, dell’‘Unione Stenografi - Bergamo - via Masone 15 (Teatro Nuovo)’, che annuncia una serie di festeggiamenti per il 1° anniversario di fondazione della società. In particolare i 230 soci sono invitati ad intervenire all’assemblea generale straordinaria di domenica 2.3.1924 con il presidente avvocato A. Petrucci e il segretario G. Gualandris, mentre nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 19, è previsto un matinéé danzante per le famiglie dei soci. All’interno del volantino sono conservati alcuni fogli di quaderno stenografati. Nel novembre 1924 Alberti risiede a Bergamo Alta, in piazza Mascheroni 2, presso la maestra elementare Annetta Bolzoni vedova Ghidini. Il 27.11.1924 una persona sconosciuta, che si firma con una sigla, chiede alla Questura di Bergamo notizie riservate su Alberti perché “il Beratto, segretario provinciale dei Fasci, ha sporto querela contro l’Avanti e contro il M° Alberti Pietro di Ignoto che fu già sindaco di Orzinuovi nel 20, 21 e pare 22”. Nel fascicolo non ci sono documenti specifici sugli effetti della querela di Giuseppe Beratto (1898-1967), maestro elementare come Alberti. Tuttavia, nel contesto dell’inasprimento dell’azione politica fascista contro le opposizioni in seguito alla vicenda Matteotti, il 6.5.1925 due agenti della squadra politica della Questura di Bergamo, Luigi Guidolotti e Tito Calanca, informano il questore che Alberti, che nel frattempo si è trasferito in via Rocca 5 presso Marchetti, “la sera del 9 e 17 del mese di Aprile 1925 venne trovato, insieme ad altri sovversivi, in una riunione di socialisti massimalisti nel circolo di via Zambonate N. 23, che venne poi chiuso per motivi di ordine pubblico. L’Alberti professa idee socialiste massimaliste, si accompagna sovente con persone della stessa fede, fa propaganda delle sue idee e frequenta riunioni di carattere sovversivo. E’ corrispondente del giornale massimalista «Avanti» nonché abbonato”. Contro Alberti viene messa in atto una campagna rivolta a neutralizzarne l’azione. Sul quotidiano mussoliniano «Il Popolo d’Italia» del 7.10.1925, n. 238, compare un articolo intitolato Le disavventure giudiziarie di un maestro corrispondente dell’«Avanti». Il significato dell’articolo viene chiarito pochi giorni dopo dalla Questura di Brescia, che in una nota indirizzata il 15.10.1925 alla Questura di Bergamo così scrive: “Il controscritto sovversivo, ex sindaco di Orzinuovi, con sentenza 29/9/925 del locale Tribunale di Brescia è stato condannato ad anni uno e mesi due di reclusione, e lire 350 di multa, nonché all’interdizione dei pubblici uffici per anni uno ed al risarcimento dei danni, perché colpevole di peculato di lieve valore ai danni dell’amministrazione del predetto comune. Detta condanna gode del beneficio dell’indulto, ed avverso la sentenza è stato prodotto appello. Il Questore Bandelloni”. Le sue vicende giudiziarie, con ogni probabilità costruite ad arte, gli costano l’allontanamento dalla scuola e lo costringono a cercarsi un altro lavoro. Così, dal 28 al 31.8.1925 alloggia all’Albergo della Posta del comune di Angrogna, nei pressi di Pinerolo (To), dichiarandosi professore di canto, mentre il 30.11.1925 il sindaco di Pinasca (To) scrive alla Questura di Bergamo chiedendo informazioni sul conto di Alberti, il quale si si è recato da lui in cerca di lavoro, “dichiaratosi professore di disegno”. In una nota del 18.12.1925 indirizzata al questore di Bergamo, l’agente Guidolotti informa che l’ultimo recapito di Alberti a Bergamo Alta è stato l’Albergo dell’Angelo in via Gombito 6 e che “dopo la sospensione avuta da insegnante delle scuole elementari di Colle Aperto si è trasferito a Milano in cerca di lavoro”. In effetti, dal dicembre 1925 Alberti risiede a Milano in corso XXII Marzo 22 presso la famiglia del gioielliere Banzano e lavora come viaggiatore presso la fabbrica di bomboniere dei fratelli Bionda di piazza S. Eustorgio 8, sempre a Milano. Mantiene però molti legami con Bergamo, anche per ragioni affettive, dato che la sua fidanzata, Clotilde Moretti detta Tilde, risiede in via Porta Dipinta 10 a Bergamo Alta e lavora come maestra elementare comunale a Castagneta. In un suo viaggio a Bergamo del 14.2.1926 per accompagnare un conoscente che voleva visitare la città, viene riconosciuto, arrestato, incarcerato e munito di foglio di via obbligatorio per Milano. Questo episodio è raccontato dall’ «Avanti!» di venerdì 19 febbraio 1926, a. XXX, n. 43, presente in copia nel fascicolo, dove in seconda pagina compare un breve trafiletto intitolato L’odissea di un compagno, una corrispondenza da Bergamo del giorno prima: “Un caso ‘curioso’ è quello capitato al nostro compagno maestro Alberti. Dopo essere stato insegnante per 18 anni di Bergamo ed aver dato prove di capacità e rettitudine, è stato dimissionato per ragioni politiche e costretto a cercarsi lavoro altrove per vivere. Ieri l’altro si recò nella città dello Stradone (recte: Sentierone) con un amico il quale voleva visitare Bergamo e niente altro. In men che non si dica il compagno nostro, dietro informazioni repentine, fu visitato nella stanza d’albergo da parte della polizia con relativa infruttuosa perquisizione. Seguì un invito in caserma dove dovette pernottare. Nella mattinata seguente venne trasportato in questura e di nuovo in guardina fino a quando il commissario addetto alla squadra politica non si decise, dopo avergli fatto comprendere che la sua presenza a Bergamo era sgradita ai fascisti, a consegnargli il foglio di via obbligatorio e a inviarlo alla questura di Milano. A Milano, fotografia e impronte digitali come si usa coi delinquenti. Il fatto si commenta da sé”. In seguito lavora sempre a Milano come rappresentante di commercio. Il 3.3.1928 il questore di Milano informa quello di Bergamo che Alberti “è tuttora celibe, continua a serbare buona condotta morale e politica e non è munito di alcuna licenza né di concessione speciale. Egli esercita il mestiere di rappresentante di commercio per conto di diverse ditte italiane, in generi di cartonaggi e olii grassi. Connotati: statura m. 1.70 - corporatura regolare - capelli grigi - fronte regolare - occhi castani, naso giusto, bocca e mento regolari - viso ovale - barba rasa - baffi all’americana - colorito roseo - veste decentemente”. Il 2.10.1928 gli agenti della squadra politica della Questura di Bergamo informano il questore che Alberti a Bergamo frequentava assiduamente l’avvocato Alfonso Vajana (Cpc, b. 5284, fasc. 014688), il prof. Amedeo Cominetti e l’avvocato Arturo Cattaneo. Nel fascicolo è conservata una fotografia dell’associazione A.P.E. – Associazione Proletari Escursionisti di Bergamo. Radiato nel 1933. (G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Alberti Rosa (madre)
Luoghi di residenza
Milano Lombardia Italia (1887 - 1907) Bergamo Lombardia Italia (1907 - 1920) Orzinovi Lombardia Italia (1920 - 1922) Bergamo Lombardia Italia (1922 - 1925) Milano Lombardia Italia (1925 - )
Fatti notevoli
1920 - 1922
Nel novembre 1920 diviene sindaco di Orzinuovi (Bs) e rimane in carica fino all’ottobre 1922.
1926 - 1926
Già corrispondente da Bergamo dell'«Avanti», nel gennaio 1926 viene allontanato da Bergamo con foglio di via e si trasferisce a Milano, dove risiede in via XXII Marzo 22.
1926 - 1926
Dopo essere stato costretto dai fascisti a trasferirsi a Milano, fa ritorno a Bergamo per visitare la città con un amico il 17.2.1926, dopo poche ore viene visitato nella stanza d’albergo dalla polizia, con relativa infruttuosa perquisizione. Portato in caserma, vi passa la notte e la mattinata dopo viene portato in Questura e di nuovo in carcere, fino a quando il commissario della squadra politica si decide, dopo avergli fatto comprendere che la sua presenza a Bergamo era sgradita ai fascisti, a consegnargli il foglio di via obbligatorio e a inviarlo alla Questura di Milano. Si veda a questo proposito l'articolo apparso sull'«Avanti» del 19.2.1926, p. 2: "L’odissea di un compagno ed una corrispondenza da Bergamo", e «La Voce di Bergamo» del 17.6.1926.
Sanzioni subite
carcere (1925 - )
Con sentenza 29/9/1925 del Tribunale di Brescia viene condannato ad un anno e 2 mesi di reclusione e 350 lire di multa, all’interdizione dei pubblici uffici per un anno e al risarcimento dei danni, per peculato, di lieve valore, ai danni dell’amministrazione del comune.La condanna gode del beneficio dell’indulto.
Relaz. con altri soggetti
Vaiana Alfonso (socialista)
ACS, Cpc, b. 5284, fasc. 014688
Cominetti Amedeo (socialista)
ASBg, Sovversivi
Cattaneo Arturo
Bolzoni, vedova Ghidini Anna Maria Margherita, detta Annetta (socialista)
ASBg, Sovversivi
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1933
Documentazione allegata
fotografie private (Fotografia di un gruppo di aderenti all'APE - Associazione proletari Escursionisti di Bergamo.) materiale manoscritto (23 fogli manoscritti, numerati e intitolati “La città di Bergamo e la sua storia”, materiale didattico realizzato da Alberti e sequestrato dall’autorità di Ps. ) volantino (Datato Bergamo 26.2.1924, è stampato a cura dell’‘Unione Stenografi - Bergamo - via Masone 15 (Teatro Nuovo)’, che annuncia una serie di festeggiamenti per il 1° anniversario di fondazione della società. In particolare i 230 soci sono invitati ad intervenire all’assemblea generale straordinaria di domenica 2.3.1924 con il presidente avvocato A. Petrucci e il segretario G. Gualandris, mentre nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 19, è previsto un matinéé danzante per le famiglie dei soci. )
Altre fonti archivistiche
(ACS, PP) Archivio centrale dello Stato (Roma), Polizia Politica
Busta 18, Fascicolo 48
Riferimenti bibliografici
Curtarelli 1999
riferimento Barbara Curtarelli, Liberamente tra i monti. L’Associazione Proletari Escursionisti di Bergamo 1921-1979, Il filo di Arianna, Bergamo 1999.