Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bedulita (Bg) il 26.8.1912, muratore, minatore cementista, emigrato in Francia nel dicembre 1930 e lavora con il fratello Basilio nello stabilimento Dubois del comune di Fiac (dipartimento Tarn, regione Occitania). Nel corso del 1932 i due fratelli Bettinelli sono sospettati, in base alle informazioni provenienti dalle spie fasciste della zona, di essere attivi antifascisti a Fiac e il Cpc ne fornisce informazione alla Prefettura di Bergamo, che il 25.7.1932 informa che in gioventù Bettinelli è stato avanguardista fascista. Il 25.2.1933, comunque, il Ministero dell’Interno precisa che dopo nuove indagini le notizie sull’antifascismo di Bettinelli risultano errate. Negli anni successivi, tuttavia, Bettinelli non solo viene sospettato di attività antifascista, ma anche di essersi arruolato nell’esercito francese. Rimpatria l’11.1.1941 accompagnato dalla moglie Regina Scantamburlo (di Angelo e Attilia Zanetto, n. Trebaseleghe, Padova, il 31.9.1917) e dalla figlia Eliana (di 10 anni), stabilendosi a Seriate (Bg). Il 19.2.1941 il Cpc chiede alla Prefettura di Bergamo di interrogare Bettinelli, “contestandogli quanto risulta a suo carico da questi atti, e in particolar modo la circostanza che egli sarebbe stato arruolato unitamente al fratello Basilio nell’esercito francese”. L’interrogatorio si svolge nella Questura di Bergamo il 28.2.1941, ma Bettinelli smentisce tutto quanto gli viene imputato: “Non ho mai appartenuto all’esercito francese e neppure lavorato in Francia alle dipendenze dell’Autorità Militare di quello Stato. Non mi sono interessato mai di politica e sono sempre stato, come era mio dovere, un buon italiano. Notizie sulla mia condotta in Francia possono essere chieste all’ingegnere Peretti Anselmo molto bene conosciuto dal R. Consolato d’Italia in Tolosa, espulso dalla Francia per attività politica, ed attualmente a Roma, alle cui dipendenze io ed il mio fratello Basilio abbiamo lavorato. Se è stato riferito a mio carico in senso diverso, si deve a macchinazioni calunniose o ad invidia di qualche cattivo connazionale realmente antifascista”. Il maresciallo Gaetano Bertocchi dei Cc di Seriate il 2.2.1941, cioè prima che Bettinelli venga interrogato, si rivolge alla Questura di Bergamo ricordando che le accuse contro i fratelli Bettinelli erano risultate del tutto infondate già in una nota del 26.11.1938, inviata proprio dalla Questura ai Cc di Seriate, tanto che il nome di Bettinelli era stato radiato dall’elenco dei sovversivi. Il maresciallo Bertocchi in conclusione scrive: “Ciò stante, pregasi comunicare se trattasi di omonimia”. La Questura di Bergamo, messa di fronte a quella che sembra una propria svista, risponde già il 5.2.1941 e, confermando la necessità della vigilanza nei confronti di Bettinelli, ammette la precedente comunicazione della radiazione dall’elenco dei sovversivi, ma precisa che in una nota del 25.10.1939 indirizzata agli stessi Cc di Seriate e reinviata ora in copia, c’era l’informazione che il nominativo di Bettinelli era stato inserito di nuovo nell’elenco dei sovversivi perché nell’ottobre 1939 dalla Francia era giunta la notizia del suo arruolamento nell’esercito francese. Il prefetto di Bergamo il 17.3.1941 scrive al Cpc che nulla di concreto è emerso dall’interrogatorio di Bettinelli, pertanto non ritiene opportuno proporre per lui un provvedimento di polizia, pur mantenendo la vigilanza nei suoi confronti. Nel fascicolo sono conservate due copie di una sua fotografia. Cpc, b. 596, 1932-1941. (R. Vittori)