Profilo sintetico riassuntivo
Nato il 15.10.1910 a Brembilla (Bg), dove risiede nella frazione di Lisco, minatore, sovversivo. Nel 1929 viene assolto dal pretore di Sestri Levante (Ge) dall’imputazione di truffa. Alle due di notte del 20.1.1935 a Brembilla, lui e il muratore Giuseppe Musitelli, entrambi ubriachi, cantano “Bandiera rossa la trionferà, Viva Mussolini e la libertà”. Informati dell’accaduto dai fascisti locali, il giorno dopo Bettinelli viene arrestato dai Cc, mentre Musitelli si rende latitante. Il 15.5.1935 i due vengono condannati dal pretore di Zogno (Bg), in base all’articolo 695 del Codice Penale (come da indicazione ministeriale del 30.1.1935), a 15 giorni di carcere e al pagamento delle spese processuali. Il 3.6.1935 il podestà di Terracina (Littoria) impone a Bettinelli il foglio di via obbligatorio per Brembilla, dove deve presentarsi al podestà locale entro tre giorni, ma Bettinelli non ottempera all’obbligo e perciò diviene un ricercato e viene arrestato alla fine di agosto. Una nota dei Cc di Bergamo del 12.10.1936, firmata dal capitano Giuseppe Porta e indirizzata alla Questura, informa che negli ultimi tempi Bettinelli “ha tenuto buona condotta in genere, specie in linea politica. Non è inscritto al P.N.F., ma è di buoni sentimenti nazionali e non esplica alcuna attività contraria al regime. Convive con una sorella e versa in misere condizioni economiche. Il medesimo è pentito di aver cantato senza motivo una volta sola inni sovversivi. Si esprime parere favorevole perché venga radiato dallo schedario dei sovversivi”. Un’altra nota dei Cc di Bergamo del 24.10.1938, firmata dal capitano Mario Badoglio e indirizzata alla Questura locale, dice che Bettinelli “risulta di cattiva condotta morale. Politicamente, dopo il suo arresto per grida sediziose e conseguente condanna, non ha dato più luogo a rimarchi. E’ celibe. Attualmente è detenuto nelle carceri giudiziarie di questa città per scontare la pena di mesi 4 di reclusione per contravvenzione alla diffida. Non è iscritto al P.N.F. Non ha dato fin qui sicure prove di ravvedimento, e pertanto non si ravvisa l’opportunità di proporlo per la radiazione dallo schedario dei sovversivi. Le condizioni economiche sue e dei suoi genitori sono misere”. Anche il 5.12.1940 i Cc di Bergamo si rivolgono alla Questura, stavolta a firma del capitano Giuseppe Passanisi, scrivendo che, non avendo dato “sicure prove di ravvedimento”, non viene proposto per la radiazione. (R. Vittori)