Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Ponte Nossa (Bg) il 15.9.1899, dove risiede in via Roma 5, operaio, boscaiolo, antifascista. Sposato con Maria Scolari, ha 4 figli. I Cc di Clusone il 28.9.1932 informano la Questura di Bergamo che Bettineschi è emigrato in Francia il 14.7.1922, risiede in rue Suchet 17 a Lione e lavora come operaio nella trafileria Seut. Rientra in Italia il 15.9.1926. Torna in Francia dal 14.2.1929 al 19.12.1929, sempre a Lione, dove risiede in corso Lafayette 191 e lavora come manovale alle dipendenze di un certo Peturaud. Nel pomeriggio di domenica 7.8.1932 Imberti e Giovanni Bettineschi e Giovanni Imberti, entrambi rientrati dalla Francia e disoccupati, si trovano in un locale pubblico di Nossa, l’Osteria del Centralino, a giocare a carte con Gregorio Trivella, suocero di Imberti residente a Gromo, e con Giovanni Carobbio, operaio tessile, di Nossa. Nel tavolo accanto siedono gli operai Guido Bassanelli e Francesco Gelmi dello stabilimento De Angeli Frua, entrambi di Nossa ed entrambi iscritti al fascio e militi della Mvsn. Dopo aver bevuto molto, Imberti e Bettineschi dicono “Viva la guerra, abbasso l’Italia e chi la comanda, viva la massoneria francese, andrò in Francia ad associarmi a quella massoneria”. I due ubriachi, fatti uscire, si portano in un altro locale nella frazione Ponte Selva del Comune di Parre (Bg), e di fronte al diniego di versare loro vino da parte dell’oste che li allontana a sua volta, dicono “Verrà la guerra, allora andremo in Francia a bere vino e mangiare pane e polenta”. Il giorno dopo vengono fermati perché nel frattempo i due fascisti seduti nel tavolo accanto al loro nel locale di Nossa ne hanno denunciato il comportamento alle autorità politiche locali, cioè al podestà di Nossa, ragionier Felice Ravasio, e al segretario politico fascista Battista Bassanelli, che a loro volta ne informano i Cc, che li rintracciano e li arrestano. L’11.8.1932 il segretario politico della Federazione Provinciale fascista di Bergamo, Giuseppe Beratto, invia al prefetto una lettera di denuncia nei confronti dei due arrestati, osservando tra l’altro che “le informazioni assunte da questa Federazione sulla condotta morale e politica dei due facinorosi sono tutt’altro che lusinghiere. Di sentimenti notoriamente sovversivi, sono entrambi reduci dalla Francia”. Il 25.8.1932 vengono diffidati in Questura a Bergamo dal cav. Guido Masiero. Nel 1933 Bettineschi emigra ancora a Lione e il 27.6.1933 il Cpc, sulla base di una segnalazione proveniente dal console generale italiano di Lione, Antonio Tamburini, informa il prefetto di Bergamo e l’Ambasciata italiana a Parigi che Bettineschi durante la sua permanenza in diverse occasioni ha manifestato sentimenti antifascisti, anche se non ha svolto attività politica degno di rilievo. Rientrato in Italia, il 27.9.1936 i Cc di Nossa informano la Questura di Bergamo che lavora alle dipendenze della ditta Ricuperati come bracciante, risiede a Premolo (Bg) e non ha dato prove di ‘ravvedimento’, è dedito al vino e trascura la famiglia. Nel 1938 si trasferisce ad Aosta per ragioni di lavoro, mentre la famiglia rimane a Nossa. Il 14.3.1939 i Cc di Nossa informano la Questura di Bergamo che Bettineschi sembra ‘ravveduto’ e favorevole al regime fascista. Dal 1941 lavora come muratore e boscaiolo per la ditta Peduzzi a Pont Canavese (Ao). Il Ministero dell’Interno il 24.4.1943 concede il nulla osta alla sua radiazione, che avviene il 6.5.1943. Nel fascicolo sono conservate due copie di una sua fotografia in triplice posa. Cpc, b. 596, 1932-1943. (R.. Vittori)