Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 6.12.1925 e residente a Dalmine in via Provinciale 25, fattorino degli stabilimenti Dalmine. Nel 1942 (a 17 anni) è autore di scritte antifasciste sui muri degli stabilimenti con Giovanni Merati (di Carlo e Clementina Canali, n. Bonate Sotto il 23.3.1901, residente a Bergamo, via Milizia 90, operaio) e Angelo Cattaneo (fu Giuseppe e Santina Monti Campagnoli, n. Comun Nuovo il 23.10.1895, residente a Dalmine via delle Cave 3, operaio). Arrestato il 1.6.1942 e imprigionato nelle carceri giudiziarie di Bergamo, viene scarcerato il 3.7.1942 e rimpatriato a Dalmine. La carcerazione viene ordinata dal Capo della Polizia, Senise, con un telegramma al prefetto di Bergamo del 6.2.1942: "Pregasi fare trattenere carcere per due mesi dalla data fermo Granelli Renato. Pel ministro Senise”. Dal rapporto del capitano dei Cc di Bergamo Alberto Lanoce del 14-5-1942, emerge che i dirigenti della Dalmine avevano trovato scritte antifasciste sia su tavole di legno compensato in uso per l’oscuramento delle finestre, sia su porte e pareti interne dei gabinetti degli stabilimenti, provvedendo a fotografare tali scritte e disporre opportune investigazioni. Per identificare gli autori usano l'esame delle grafie di vari operai, specie di quelli rientrati dalla Francia, individuando “molte affinità” tra la grafia con cui era stata scritta la frase “Italia bella ma vi sono dei capitalisti che meritano la forca” – Italia magnifica per il ricco – Bergamo l’inferno per l’operaio – Parigi bella città ignobile per l’operaio italiano” con la grafia di Giovanni Merati. Un'altra scritta antifascista viene trovata la mattina del 29.4.1942 sulla parete interna di un gabinetto: “Viva Badoglio, il re alla Baggina, Mussolini alla ghigliottina”, della quale si sospetta Granelli come autore. La scritta della sera del 28.4.1942: “Abbasso il Duce e Hitler – Abbasso il duce”, non trova invece riscontri calligrafici, anche se i sospetti ricadono su Angelo Cattaneo, dato che si era allontanato dal reparto poco prima della scoperta delle scritte. Per incolpare Cattaneo i dirigenti mettono sotto pressione Francesco Amadei, compagno di lavoro del Cattaneo il quale, “dietro esortazioni e minacce di licenziamento”, ammette di aver sentito alcune frasi dia Cattaneo: “Ecco che cosa dobbiamo mangiare oggi” (mentre mangiava alcune foglie di cicoria cruda); “Quello di Roma ha voluto la guerra e fra un paio di mesi moriremo di fame”, inoltre è solito esclamare "Eia Eia", in segno di scherno toccandosi la pancia per farla intendere vuota. Fermati dai Cc, Merati ammette di essere l’autore di tutte le scritte sulle tavole di legno, dichiarando di aver fatto ciò “in seguito ad abbattimento morale, a causa delle cattive condizioni economiche in cui versa da circa tre mesi”. Granelli conferma di essere l’autore della scritta “Viva Badoglio …”, affermando di averla scritta quasi istintivamente perché aveva ascoltato quelle parole camminando dietro un gruppo di impiegati. Cattaneo invece nega qualsiasi addebito, protestandosi vittima di persecuzioni in quanto altre volte già ingiustamente indiziato di fatti del genere. In precedenza Granelli aveva fatto parte delle organizzazioni giovanili del Pnf come vice-comandante dei balilla di Sforzatica. Merati viene condannato al confino e Cattaneo all’ammonizione. (G. Mangini)