Gritti Salvatore


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n. busta
57
n. fascicolo
1699
Primo estremo
1927
Secondo estremo
1943
Cognome
Gritti
Nome
Salvatore
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1903/06/12
Professione
manovale minatore
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Rota Imagna il 12.6.1903, manovale. La sera dell’8.12.1926 si trova sul piazzale della chiesa di Rota Imagna e all’occhiello della giubba ha un garofano rosso di celluloide. Invitato da un fascista caposquadra Mvsn a toglierselo, risponde che lui fa i comodi suoi e inizia a gridare “Abbasso il fascismo - Abbasso il Governo - I fascisti sono tutti vigliacchi”. Alle grida si unisce il padre di Gritti, Giuseppe. Arrestati, padre e figlio vengono portati nella caserma di Sant' Omobono Imagna e denunciati, poi condannati a 30 giorni di reclusione con la condizionale di 2 anni per ‘grida sediziose’. Nel dicembre 1926 lavora come manovale presso la ditta Tariboni di Lecco e rientra a Rota Imagna ogni 15 giorni, alla domenica. Emigrato in Francia nell’agosto 1929 per raggiungere il fratello Giuseppe, emigrato nel maggio 1928, viene radiato nel luglio 1930. Tuttavia, la sua scheda viene di nuovo aperta e il suo nome ancora incluso nell’elenco dei sovversivi perché il 21.4.1932 la questura di Bologna si rivolge a quella di Bergamo per accertamenti, dato che un operaio bolognese residente in Francia, al rientro in patria, segnala i fratelli Gritti “come professanti sentimenti antifascisti”, per questo da Bologna vengono chieste notizie sui fratelli Salvatore e Giuseppe Gritti, occupati presso la ditta Ardoisières di Rimogne (dipartimento Ardenne, regione Grand Est). Il 30.4.1932 la Questura di Bologna sollecita una risposta alla prima richiesta e il 30.5.1932 il questore di Bergamo risponde che “si stanno facendo urgenti ricerche in provincia e si riferirà non appena sia noto l’esito”. Lo scambio di notizie tra la Questura di Bologna e quella di Bergamo non passa inosservato al Cpc che, con nota riservata e urgente dell’8.7.1932, si rivolge al prefetto di Bergamo a proposito di Gritti scrivendo: “In relazione a precorsa corrispondenza tra cotesta Questura e quella di Bologna, le cui copie, a norma delle vigenti disposizioni sul funzionamento del Casellario Politico Centrale non sono pervenute, si prega di riferire sui precedenti penali e politici del Gritti Salvatore, al nome del quale nessuna segnalazione è pervenuta a questo Casellario Politico Centrale, neanche in merito al procedimento penale per grida sediziose. Del predetto pregasi inviare due copie della fotografia e fare conoscere se sia stato segnalato al competente Consolato e quali notizie eventualmente abbia il R. Ufficio sulla condotta politica tenuta dal Gritti all’estero”. Gritti rientra in paese per mancanza di lavoro il 15.12.1933 e risiede in contrada Santa Lucia 48. Il 23.10.1936 i Cc di Sant' Omobono Imagna, a firma del brigadiere a piedi Antonio Nodari, scrivono alla Questura che Gritti, che nel frattempo si è sposato ma non ha figli, lavora come bracciante, non è iscritto al Pnf ma è rispettoso “delle istituzioni nazionali” e pertanto fornisce parere favorevole alla radiazione dallo schedario dei sovversivi. Nel 1939 lavora come minatore, mentre dal 29.4.1941 è in Germania per lavoro come manovale. I Cc di S. Omobono Imagna il 19.10.1941 scrivono una nota riservata alla Questura di Bergamo, osservando che Gritti “non è iscritto al Pnf. Dato il suo carattere taciturno non consta che abbia dato sicure prove di ravvedimento. Ciò si potrà constatare quando egli farà ritorno dalla Germania. Non si ritiene per ora doverlo proporre per la radiazione dallo schedario dei sovversivi”. Nel gennaio 1943 è ancora in Germania all’indirizzo: Lager 32= Z 5/18 STW Briit Sudetengan. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in doppia copia. Cpc, b. 2537, 1932-1943. (G. Mangini)
Familiari
Gritti Giuseppe (padre)
Rota Maria (madre)
Gritti Giuseppe (fratello)
Luoghi di residenza
Rota Imagna Lombardia Italia contrada S. Lucia 48 (1903 - ) Rimogne Grand Est Francia (1929 - 1933) Germania (1941 - 1943)
Fatti notevoli
La sera dell’8.12.1926 sul piazzale della chiesa di Rota Imagna all’occhiello della giubba ha un garofano rosso di celluloide; invitato da un caposquadra MVSN a toglierselo, risponde che fa i suoi comodi e inizia a gridare “Abbasso il fascismo - Abbasso il Governo - I fascisti sono tutti vigliacchi”, grida a cui si unisce anche il padre Giuseppe.
Sanzioni subite
carcere (1926/12 - )
Condannato a 30 giorni di reclusione con la condizionale di 2 anni per grida sediziose.
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
fotografia da documento identificativo
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 2537, Fascicolo