Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Romano di Lombardia (Bg) il 27.2.1896, dove risiede in via Armonia 4. Scritturale-contabile della Cooperativa Casa dei Lavoratori Italiani, nel 1925 è tesserato del partito socialista massimalista, ma non risulta svolga attività propagandistica. Il 20.8.1925 subisce una perquisizione domiciliare durante la quale vengono sequestrati il testo 'Il vindice sacrificio di Giacomo Matteotti celebrato da Filippo Turati (27 giugno 1924)' e un «Bollettino della Segreteria», n° 2, del Psi. Nella stessa data viene perquisita anche la casa del romanese Francesco Ceresoli, al quale viene sequestrata una foto di Matteotti. Il 27.1.1927 la Prefettura di Bergamo invia al Comune di Romano di Lombardia un elenco di 10 nomi di persone sospette di quel Comune e tra tali nomi, oltre a quelli di Battista Longo, Pietro Zampieri, Riccardo Manetta e Angelo Masneri, c’è anche quello di Guaiarini. Tale inclusione implica l’obbligo della carta d’identità come sospetto politico, per la realizzazione della quale il ‘sospettato’ è tenuto a presentare al Comune di appartenenza 4 copie della propria fotografia. L’1.3.1927, su carta da bollo da 2 lire, Guaiarini scrive una lettera di protesta al prefetto di Bergamo rifiutando per sé la qualifica di ‘sospetto’: “Io credo di non meritare una simile classificazione. Non sono una persona sospetta io, sono certo di non esserlo e lo posso provare. Come Italiano e come soldato ho sempre fatto il mio dovere. Tutta la popolazione di Romano, fascisti ed autorità non possono che dirne bene. Non ho mai dato motivo di lamentele ed ho sempre tenuto un contegno corretto ed educato sotto ogni rapporto. Ancora oggi sono il contabile della Coop. Casa dei Lavoratori Italiani che da alcuni anni è diretta da Fascisti. Domando senz’altro che sia reso nullo l’ingiusto provvedimento a mio carico”. Nel fascicolo non ci sono documenti relativi all’accoglimento del ricorso di Guaiarini, tuttavia viene periodicamente controllato. Il 10.3.1928 i Cc di Romano di Lombardia informano la Questura di Bergamo che, pur conservando le sue idee politiche (definite comuniste, in realtà socialiste), “però attualmente non esplica alcuna attività sovversiva e in questi ultimi tempi non ha partecipato a manifestazioni di parte e per ora non è ritenuto pericoloso”. Radiato nel 1933. (G. Mangini)