Galizzi Pietro Antonio


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n. busta
48
n. fascicolo
1474
Primo estremo
1936
Secondo estremo
1947
Cognome
Galizzi
Nome
Pietro
Altri nomi
Antonio
Presenza scheda biografica
Luogo di nascita
Data di nascita
1904/01/16
Luogo di morte
Merignac (Francia)
Data di morte
1962/01/16
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
operaio
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 16.1.1904, operaio, comunista. Ha frequentato la prima classe delle scuole tecniche e prestato servizio militare nel 3° Regg.to Genio Telegrafisti. Per le autorità di polizia "ha sempre vissuto di espedienti" ed alle spalle della madre, commettendo reati ‘contro il patrimonio’. Sulle sue vicende biografiche successive, in particolare sulla sua presenza in Francia e in Spagna, dove ha combattuto con le Brigate Internazionali, le fonti disponibili contenute nel fascicolo forniscono informazioni contraddittorie. Infatti, la ricostruzione biografica delineata il 26.12.1937 dalla Prefettura di Bergamo sostiene che Galizzi è stato in Francia per la prima volta nel 1929 e che ne è stato più volte espulso, tornando a Bergamo a spese dell’erario italiano, per poi rientrare clandestinamente in Francia, fino all’ultima volta, quando sarebbe stato rimpatriato il 30.3.1936 a cura del R. Consolato Generale d’Italia a Parigi e poi, appena giunto a Bergamo, tornato ancora clandestinamente a Parigi (presso Michele Zonari, 9 rue Mausart). In sintesi, secondo tale ricostruzione, tra il 1929 e il 1936 Galizzi sarebbe entrato e uscito più volte tra Francia e Italia e non ci sono indicazioni sulla sua presenza in Spagna: “Dalla Francia non si sa come e quando riuscì a recarsi in Spagna, per combattere nelle milizie rosse”. Questa ricostruzione è però smentita da quella delineata dallo stesso Galizzi in una sua lettera, intercettata e copiata da agenti fascisti e risalente all’aprile 1940, scritta dalla ‘Infermerie Central Baraces Militados’ del campo di internamento di Gurs. La lettera è indirizzata ad un interlocutore sconosciuto, probabilmente legato alla rappresentanza diplomatica spagnola in Francia, al quale Galizzi - internato come reduce dalla Spagna e senza prospettive, mentre la moglie e i due figli, cittadini spagnoli, vengono rimandati in Spagna a Santander - si era rivolto in precedenza per ottenerne un aiuto. Il suo interlocutore risponde richiedendo informazioni su di lui e sulla sua famiglia per poter dar corso all’aiuto richiesto. E’ appunto in risposta a tale richiesta che Galizzi scrive ricostruendo la sua situazione ma negando il significato politico la sua adesione alle Brigate Internazionali, presentata come una scelta di prudenza per tutelare la sua famiglia: “Entrato dalla Francia in Ispagna con passaporto regolare il mese di settembre 1932, m’impiegai presso la ditta SOTA e B. di Bilbao fui alle dipendenze sino allo scoppio della rivoluzione; in questo frattempo incontrai matrimonio con la signora Rosaria Abasolo abitante in Bilbao in Calle de los Panaderos n° 45, da cui ebbi due figli di sesso mascolino tuttora viventi avendo uno 7 anni e 5. Lo scoppio della rivoluzione mi mise davanti un dilemma di dover tacitamente assecondare il movimento rosso per la salvezza di mia moglie e dei miei figli, essendo che le mie autorità non fecero a tempo ad avvertirmi a tempo affinché avessi potuto mettere in salvo i miei famigliari tanto gli dimostra il fatto che il peculio fatto da me della somma di Fr. 15.000 tiene tuttora il libretto di Banca che i rossi non me li fecero riscuotere. Ella comprenderà che per me fu un colpo fortissimo la perdita di questa somma che dovetti lavorare diversi anni e che riuscii risparmiarli attraverso i sacrifici immensi. Inoltre ricevetti una sola lettera da Santander di mia moglie dopo il suo invio in Ispagna, non potei rispondere immediatamente mancandomi i mezzi. Quando venni in possesso di francobolli per rispondere non ricevetti risposta dopo ben due lettere inviategli. NON so spiegarmi il silenzio d’una mia famiglia se sia causa mezzi o altro. La sono a pregare nuovamente perché Ella voglia mettersi al corrente con la mia famiglia così potrò prendere decisioni in merito del da farsi. Voglia ricevere i saluti più distinti ringraziandola anticipatamente di tutta la di Lei premura e la prego di voler farmi pervenire al più presto il sussidio straordinario richiesto”. Come si può notare, Galizzi afferma di essere andato in Spagna nel 1932 e di esservi rimasto fino allo scoppio della guerra civile. Tuttavia, a questo punto si presenta un’ulteriore difficoltà. Volendo infatti dar credito a quanto racconta Galizzi nella sua lettera, sorge un problema legato alla sua presenza a Parigi, asserita dalle fonti di polizia italiane, proprio nei giorni in cui dovrebbe trovarsi a combattere in Spagna. Infatti, in una segnalazione del 30.10.1936 al prefetto di Bergamo da parte del Ministero degli Interni - Direzione Generale di PS - Affari Generali Riservati - Sez. 3a, viene segnalata la frequentazione a Parigi tra Galizzi e Carlo Geremia Signorelli (b. 99) e, in particolare, viene adombrato il sospetto che i due siano stati reclutati dalla polizia francese come informatori: “L’On. Ministero della Guerra ha comunicato che certi Galizzi Pietro Antonio fu Romeo e di Gelfi Emma, nato a Bergamo il 16 febbraio 1904, celibe, e Signorelli Carlo Geremia fu Luigi e fu Terzi Carolina, nato a Valtesse di Bergamo il 24 marzo 1911, disertore, da qualche tempo frequentano gli ambienti italiani di Parigi. Risulta che gli stessi hanno avuto contatti colà con elementi della polizia parigina e con ufficiali in borghese del servizio informazioni francese. È probabile, pertanto, che trattasi di due nuove reclute del 2éme Bureau. Quanto sopra si comunica, con preghiera di fare conoscere quanto risulti eventualmente sul conto dei predetti, dei quali si gradiranno comunque dettagliate informazioni”. In seguito a tale segnalazione, il nominativo di Galizzi viene inserito in RF e in BR ‘per arresto’ l’11.3.1937 con il n° 0672. Per ricomporre in un modo unitario il contesto degli eventi, si può forse ipotizzare che Galizzi sia tornato in Francia dalla Spagna almeno nella prima parte del 1936 e che poi sia ripartito per la Spagna nell’autunno dello stesso anno per arruolarsi. Non è questa però la tesi contenuta nella ricostruzione biografica proposta da Matteo Cefis nel libro E’ andato coi rossi, dedicato ai volontari bergamaschi intervenuti nella guerra civile spagnola. Secondo Cefis, Galizzi è effettivamente in Spagna già dal 1932, ma si arruola nel battaglione ‘Garibaldi’ alla fine di settembre 1936 senza essere tornato in Francia. In ogni caso, Galizzi viene ferito una prima volta del novembre 1936 nella battaglia di Pozuelo e una seconda volta, più gravemente, nel marzo 1937 durante la battaglia di Guadalajara, dove viene colpito ad una gamba che rimarrà sempre inabile. Per questa sua ferita è costretto a lasciare la Spagna e rientrare in Francia. Per il periodo successivo, ulteriori informazioni su Galizzi sono contenute in un cenno biografico sul suo conto redatto dalla Prefettura di Bergamo il 26.12.1937: “Da ulteriori notizie si seppe che nello scorso novembre 1937 giunse a Digione. Il tenore di vita che conduce in quella città e il fatto che, camminando, trascina una gamba ammalata, confermerebbero le sue asserzioni di essere stato in Spagna a combattere sul fronte rosso, di esservi stato ferito agli arti inferiori e di trovarsi a Digione in convalescenza, largamente provvisto di mezzi ed in possesso di regolare passaporto spagnolo. Egli a Digione svolge una propaganda antifascista, lodando e vantando, in particolare, la coalizzazione rossa di Spagna, e deplorando d’altro canto che dei fratelli siano costretti a combattere al fronte opposto. Egli sarebbe alla testa del gruppo antifascista ‘Unione popolare italiana’. Percepirebbe franchi 50 al giorno dall’Ambasciata Spagnola come indennità delle ferite riportate al fronte rosso. Recluterebbe degli aderenti all’unione popolare italiana, visitando gli italiani di Digione per ottenere fondi e sussidi per potenziare l’associazione suddetta”. A Digione, secondo le fonti di polizia, nel dicembre 1937 risulta a capo del gruppo antifascista Unione Popolare Italiana insieme a Giuseppe Travo (nato ad Asti nel 1886, al Cpc, b. 5202, fasc. 022241). Nell’agosto 1939 viene segnalato a Parigi. In quanto comunista, viene arrestato e internato a Gurs (dipartimento Pirenei Atlantici, regione Aquitania), da dove viene poi trasferito al campo di concentramento di Le Vernet (dipartimento Ariège, regione Midi-Pirenei). Per tutto il 1941 la Questura di Bergamo non riesce a sapere nessuna nuova notizia sul suo conto. Nel giugno 1942 la madre risiede a Bergamo in via Locatelli 39 e da anni non ha notizie del figlio. In realtà, negli anni della seconda guerra mondiale viene internato nei campi di Dachau (Germania) e Innsbruck (Austria), da dove viene liberato alla fine del conflitto. Muore il 16.1.1962 a Mérignac (dipartimento Gironda, regione Aquitania). Nel fascicolo è conservata una fotografia segnaletica. Cpc, b. 2240, 1937-1941, scheda biografica. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Galizzi Romeo (padre)
Gelfi Emma (madre)
Abasolo Rosaria (moglie)
Residente a Bilbao
Luoghi di residenza
Bergamo Lombardia Italia (1904/01/16 - 1929) Parigi Île-de-France Francia rue Mausart (1929 - 1932) Bilbao Paese Basco Spagna (1932 - 1937) Digione Borgogna Francia (1937 - 1939) Parigi Île-de-France Francia (1939 - 1940) Gurs Midi-Pirenei Francia (1940 - ) Dachau Baviera Germania campo di concentramento Innsbruck Tirolo Austria campo di concentramento Merignac Aquitania Francia ( - 1962)
Fatti notevoli
1936 - 1937
Partecipa alla guerra di Spagna nella Brigata Garibaldi e combatte a Pozuelo e a Guadalajara. In entrambi i casi viene ferito.
Relaz. con altri soggetti
Signorelli Carlo Geremia
ASBg, Sovversivo
In rubrica di frontiera
Informazioni
iscritto per arresto l’11.3.1937 - n° 0672
In bollettino ricerche
Informazioni
1937
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
foto segnaletica polizia (Comunicazione del Ministero dell'Interno - Direzione Generale PS - Divisione Affari Generali Riservati - Sez. 3^ al prefetto Bergamo, nella quale Galizzi viene segnalato insieme a Carlo Geremia Signorelli ) (Nota biografica del 26.12.1937 della Prefettura di Bergamo) (Lettera del 4.4.1940 di Pietro Galizzi dall'Infermerie Central Baraces Militados di Gurs, indirizzata ad un'autorità spagnola ma intercettata e copiata da agenti italiani del Ministero dell'Interno: “Ill.mo Signore, Ricevo con molto piacere la lettera del 18.u.s. Innanzi tutto sono a ringraziarla della gentile di lei premura verso la mia famiglia; voglia scusarmi del mio ritardo trovandomi in mancanza di mezzi per scrivere l’indirizzo e i dati richiestimi nella di lei lettera sono i seguenti: Io sottoscritto Galizzi Pietro nato a Bergamo il 16.1.1904 figlio di fu Romeo e di Emma Gelfi. Entrato dalla Francia in Ispagna con passaporto regolare il mese di settembre 1932, m’impiegai presso la ditta SOTA e B. di Bilbao fui alle dipendenze sino allo scoppio della rivoluzione; in questo frattempo incontrai matrimonio con la signora Rosaria Abasolo abitante in Bilbao in Calle de los Panaderos n° 45, da cui ebbi due figli di sesso mascolino tuttora viventi avendo uno 7 anni e 5. Lo scoppio della rivoluzione mi mise davanti un dilemma di dover tacitamente assecondare il movimento rosso per la salvezza di mia moglie e dei miei figli, essendo che le mie autorità non fecero a tempo ad avvertirmi a tempo affinché avessi potuto mettere in salvo i miei famigliari tanto gli dimostra il fatto che il peculio fatto da me della somma di Fr. 15.000 tiene tuttora il libretto di Banca che i rossi non me li fecero riscuotere. Ella comprenderà che per me fu un colpo fortissimo la perdita di questa somma che dovetti lavorare diversi anni e che riuscii risparmiarli attraverso i sacrifici immensi. Inoltre ricevetti una sola lettera da Santander di mia moglie dopo il suo invio in Ispagna, non potei rispondere immediatamente mancandomi i mezzi. Quando venni in possesso di francobolli per rispondere non ricevetti risposta dopo ben due lettere inviategli. NON so spiegarmi il silenzio d’una mia famiglia se sia causa mezzi o altro. ?? La sono a pregare nuovamente perché Ella voglia mettersi al corrente con la mia famiglia così potrò prendere decisioni in merito del da farsi. Voglia ricevere i saluti più distinti ringraziandola anticipatamente di tutta la di Lei premura e la prego di voler farmi pervenire al più presto il sussidio straordinario richiesto”.)
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 2240, Fascicolo
Riferimenti bibliografici
Cefis 2013
riferimento p.110.
Brighenti, Cordioli 1976
riferimento p. 84
K1B45 1976
riferimento p. 102: da questa fonte si ricava la data di morte di Galizzi.