Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Milano il 20.11.1894, operaio meccanico elettricista, socialista rivoluzionario, comunista, anarchico. La sua scheda biografica viene aperta il 21.3.1919. E’ sposato con Angela Zennaro, detta Bianca, nata a Milano. Ha un fratello di nome Luigi, a sua volta compreso nell'elenco dei sovversivi. Nel giugno 1910 si trasferisce con la famiglia a Lovere, dove lavora come operaio nella locale fonderia e abita in via Tadini 9. Nel dicembre 1911 risulta tra gli abbonati del giornale anarchico «Germinal» di Ancona. Una sera del giugno 1913, a Lovere, in occasione della commemorazione della morte di Giuseppe Garibaldi, alla presenza di circa 1000 persone grida «Abbasso la guerra, abbasso l’esercito», per questo viene deferito all’autorità giudiziaria per vilipendio alle istituzioni. Si allontana allora da Lovere e nei giorni successivi risiede a Brescia, dove lavora come meccanico in uno stabilimento metallurgico, ma nel luglio del 1913 viene segnalato come domiciliato a Milano in via San Gregorio 19. Il 9.3.1919 a Lovere tiene un comizio nel quale inneggia alla rivoluzione russa invitando i presenti a gridare “Viva la Russia”. In una nota dei Cc di Bergamo al prefetto del 25.3.1919 è scritto che “Certo Gambini Gaetano, di Giuseppe e di Roncalia Rosa, nato a Milano il 20 novembre 1894, della classe 1894 di 1a categoria residente a Castro, militare comandato presso lo stabilimento metallurgico Franchi Gregorini di Castro (Sovere) dal 13 aprile 1918, effettivo al 60° Batt.e M.T. ed aggregato al 5° Regg.to Alpini, plotone autonomo operai, è stato nominato, dai suoi compagni operai, Segretario della Federazione di metallurgici di Lovere. Da detta sezione riceve regolare stipendio. Per la sua qualità di segretario, si è licenziato dallo stabilimento Franchi Gregorini per fare un’attiva propaganda anarchica. Giovane intelligente, di discreta cultura, esercita ascendente sulle masse, nelle quali cerca di infiltrare la teoria bolscevica. Pertanto è un elemento pericoloso. Attualmente sta adoperandosi per costituire una Sezione socialista in Lovere, ed una casa del Popolo, per la cui costruzione sta contrattando il terreno. Si unisce una copia di un foglietto da lui divulgato. Si aggiunge che il Gambini è in licenza da 45 giorni, concessagli dall’ufficio disciplinare, ora soppresso, e già addetto allo stabilimento predetto. Tale licenza, usufruita in base al disposto della circolare N. 8349 del 17.11.1918 dal Commissario generale per le armi e le munizioni, gli viene rinnovata dal tenente Comandante del Distaccamento di Castro (Lovere) addetto alla sorveglianza dell’impianto idroelettrico del detto stabilimento. Quanto sopra venne informata la Divisione Territoriale di Brescia pel rientro al Corpo del Gambini”. Con una nota del 19.9.1919 della Sotto-prefettura di Clusone (Bg) al prefetto di Bergamo, si informa che Gambini dopo il mese di marzo 1919 ha continuato a svolgere propaganda bolscevica e anarchica, e alla fine del mese di marzo 1919 viene arrestato per diserzione, ma il 10 giugno è assolto da tale reato e assegnato al 78° Reggimento Fanteria di Bergamo dal quale, dopo essersi più volte recato a Lovere in permesso, si rende disertore il 23.6.1919 e a tutto settembre non viene rintracciato. Secondo la nota della Sotto-prefettura di Clusone del 23.10.1919, il 19.10.1919 Gambini giunge a Lovere da Milano “essendo stato per ordine del Tribunale Militare di Milano revocato il mandato di cattura per diserzione di cui era colpito. Ho disposto per la vigilanza”. Nel gennaio 1923 si trasferisce da Lovere a Bergamo e da Bergamo a Milano. Il 24.1.1923 i Cc di Bergamo eseguono perquisizioni domiciliari a Bergamo nelle case degli appartenenti al ‘Circolo Proletario’, e cioè Gaetano Gambini, Giuseppe Montecalo, Mosé Capitanio (recte: Michele Capitanio, figlio di Mosè), Caterina Mighetti. Nel corso della perquisizione in casa sua viene sequestrato un pacco di opuscoli anarchici, poi depositati nell’Ufficio della Questura, alcuni dei quali vengono poi spediti alla Biblioteca del Ministero di Giustizia in Roma. Inoltre si parla del rinvenimento di pacchi in casa di Gambini, che questi ha ritirato dalla Società Umanitaria per incarico del maestro Ezio Zambianchi e avuti da Aristide Piccinini. Sempre nel gennaio 1923 risulta direttore della Cooperativa di Consumo ‘La Proletaria’ di Lovere, nominatovi nel 1922. Il 6.2.1923 la Sotto-prefettura di Clusone scrive al prefetto di Bergamo che Gambini è propagandista instancabile ed ha un grande ascendente sui gregari del partito, “come pure cercando di sfruttare anche l’Amm.e Com.le e gli altri enti ed istituzioni locali caduti nella loro mano, ai fini del partito. Nel decorso anno 1922 detto Gambini fu nominato direttore della Cooperativa proletaria di Lovere, ma in seguito a sospetti di gravi irregolarità in danno del Comune, l’Autorità politica provvide, come è noto, a disporre apposita inchiesta nel dicembre di quell’anno, inchiesta che diede difatti per risultato l’accertamento di frodi perpetrate sul dazio consumo in favore di detta Cooperativa, e la conseguente denuncia a carico del ripetuto Gambini quale Direttore dell’accennata Cooperativa. In seguito a tale denunzia, il Gambini diede subito le dimissioni da Assessore, dimissioni che furono a breve distanza seguite da quelle di tutto il Consiglio socialcomunista. Nei primi di Gennaio u.s., come già comunicai a codesta R. Prefettura, trasferì il suo domicilio a Bergamo”. Nel marzo 1923 gli agenti di Ps Calanca e Locatelli lo cercano a Bergamo, senza trovarlo, nei primi giorni di aprile 1923 risulta trovarsi a Caravaggio, dove il ‘propagandista” Giuseppe Papini si è impegnato a trovargli un’occupazione, ma la Sotto-prefettura di Treviglio l’1.5.1923 smentisce che Gambini si trovi a Caravaggio, a meno che si nasconda sotto falso nome, per questo chiede al questore di Bergamo una fotografia del Gambini, che però non è presente nel fascicolo. Nell’aprile 1923 prende dimora a Milano in vicolo Canonica 3 e chiede il passaporto per la Francia, più esattamente per La Saussaz prés Saint-Michel-de-Maurienne (dipartimento Savoia, regione Alvernia-Rodano-Alpi) esibendo un contratto di lavoro. Il passaporto gli viene rilasciato il 2.5.1923. Pur essendo scaduto il suo contratto di La Saussaz, si reca comunque a lavorare in Francia, ma presso ‘Les Cableries d’Angers’ ad Angers (dipartimento Maine-et-Loire, regione Paesi della Loira). Il 23.5.1926 il sotto-prefetto di Clusone scrive al prefetto di Bergamo che Gambini si trova ancora in Francia ma a Tolosa, dove scrive sul giornale «Il Mezzogiorno», organo dei fuorusciti italiani, e riferisce che nel mese di marzo Gambini avrebbe spedito in busta chiusa una copia del «Mezzogiorno» e una copia del «Corriere degli Italiani» al socialista unitario Alessandro Vender/Wender di Lovere. Le indagini per reperire tali giornali tramite perquisizione dell’abitazione di Vender risultano vane. Lo stesso Gambini, cercato in Francia, prima a Tolosa, poi ad Argenteuil e in tutto il dipartimento della Senna, non è stato rintracciato, e così fino a tutto il luglio 1927. Il 5.8.1927 il Cpc scrive ai prefetti di Bergamo e Milano che Gambini “risiede ad Argenteuil ove esplica attivissima azione politica contraria all’attuale regime e fu il 20 maggio u.s. il promotore del comizio socialista al Gimnase d’Argenteuil al quale intervennero 600 o 700 persone, nonché come oratori Modigliani, Treves, Di Vittorio per i proletari antifascisti, Nenni Pietro ed il comunista francese Villatte”. Il 25.10.1928 il Ministero dell’Interno con telegramma cifrato segnala che Gambini avrebbe un passaporto al falso nome di Giacinto Albisetti. Nel dicembre 1928 è sempre segnalato ad Argenteuil, 24 Carème, presso Prenoht, da dove ha versato 200 franchi a favore della Concentrazione antifascista e del giornale «La Libertà». Lavora presso le officine Citroen a Levallois-Perret (dipartimento Hauts-de-Seine, regione Île-de-France). L’Ambasciata italiana a Parigi così scrive al Ministero dell’Interno il 29.3.1929: “domenica 24 corrente ebbe luogo ad Argenteuil una riunione di antifascisti, indetta dal noto Gambini, per protestare contro il plebiscito italiano e festeggiare nello stesso tempo il compleanno di Claudio Treves. E’ intervenuto anche l’ex deputato Modigliani. Il Gambini ha parlato dell’azione politica svolta dal Treves il quale, a sua volta, ha preso la parola per dichiarare che il plebiscito è una ‘commedia’ e che la ‘parentesi italiana’ nulla prova di fronte all’universalità dell’idea socialista e del movimento di classe. Il Modigliani, invitato a parlare ha esortato i presenti ad agguerrire la lotta, non ‘col versare le rose di un facile ottimismo ma col guardare fino in fondo la realtà, temprando la fede operosa infaticabile’. È stata offerta a Treves una pergamena incorniciata coi ritratti di Giacomo Matteotti e Filippo Turati. La riunione si è chiusa al canto dell’Internazionale”. Il 19.6.1929 il Cpc trasmette al prefetto di Milano e a quello di Bergamo una nota confidenziale proveniente dalla Francia: “Informo che come conseguenza della discussione svoltasi nel recente congresso annuale della Concentrazione antifascista è stata decisa la costituzione di un raggruppamento giovanile antifascista (sportivo-ricreativa), per la città di Parigi e dipartimento della Senna. Si studia, intanto, la possibilità di estendere l’organizzazione agli altri centri di emigrazione in Francia. L’iniziativa che ha per iscopo di impedire che i figli degli emigrati italiani siano iscritti all’Opera Nazionale dei ‘Figli del Littorio’ è stata presa dal noto socialista Gambini Gaetano, di Giuseppe, residente ad Argenteuil (Seine-et-Oise), il quale nel Congresso suindicato, sostenne la necessità di adottare convenienti misure affinché l’adolescenza e la gioventù emigrata fossero sottratte al controllo e all’azione dei fasci all’Estero. Il Gambini è incaricato di raccogliere le adesioni e fare propaganda per l’istituzione antifascista. Ha rivolto pertanto un invito agli emigrati italiani di rispondere all’appello, indicando l’età, e le particolari predisposizioni (canto, musica, recitazione, sport, ecc.) dei giovanetti emigrati e ha dato come suo indirizzo G. Gambini chez Concentration Antifasciste, 103 rue du Faubourg St. Denis - Paris”. Il questore e il prefetto di Bergamo il 2.8.1929 segnalano al questore di Milano e al Cpc che Gambini “non appartenendo per nascita o domicilio a questa giurisdizione viene radiato da questo schedario sovversivi biografati”. In BR del 1928, n° 4278. Nel gennaio 1930 risulta che Gambini spedisca opuscoli e giornali antifascisti in Italia, ricevendo antifascisti italiani a casa sua ad Argenteuil. Nel corso del 1930 Gambini indice riunioni periodiche della Università Popolare ideata da lui, alla quale appartengono giovani socialisti della regione, che il 29.6.1930 effettuano una gita campestre a Fontainbleau. Non viene stampato alcun giornale, qualche volta un manifesto di propaganda per l’organizzazione della gioventù socialista. Il 6.1.1931 la Questura di Milano trasmette a quella di Bergamo una nota dell’Ambasciata italiana a Parigi: “Il socialista Gambini Gaetano, oggetto di precedente corrispondenza, si reca sovente negli uffici di Polizia di Argenteuil, per tenere informata l’Autorità locale delle riunioni che egli suole indire a scopo di propaganda socialista e antifascista e non è probabile che egli, nello stesso tempo, segnali alla Polizia qualche elemento fascista e comunista del luogo”. La sera del 18.7.1931 le Sezioni socialista francese e italiana di Argenteuil (dipartimento Seine-et-Oise, regione Île-de-France) organizzano un trattenimento famigliare per commemorare Jaurés e Matteotti nella Sala Schuller al n° 54 di rue de la Republique, presenti un centinaio di socialisti francesi e italiani con le loro famiglie. Gambini rievoca la figura di Matteotti incitando i presenti a perseverare nella propaganda antifascista per accelerare la liberazione dell’Italia dalla dittatura, comunicando anche che l’organizzazione della gioventù socialista procede speditamente e che aumenta il numero dei giovani che ne chiedono l’iscrizione. Nel maggio 1933, in base ad inchiesta dell’Ambasciata italiana a Parigi, risulta che Gambini abita sempre ad Argenteuil e che quotidianamente si reca a Parigi, dove gestisce un negozio di generi alimentari d’origine italiana di proprietà di Tito Torriani fu Angelo, al 16 di rue Darantin. Cpc, b. 2268, 1919-1941, scheda biografica. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)